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rapporto craxi

Cosa fu e cosa resta del Rapporto Craxi per lo sviluppo dei paesi emergenti

Cosa c'è nel nuovo numero di leSfide, la rivista della Fondazione Craxi. La nota di Paola Sacchi.

 

Nella moda diffusa da tempo in alcuni settori intellettuali trasversali del nostro Paese di prendere spesso per riferimento modelli esteri, chissà in quanti ricordano o conoscono il “Rapporto Craxi”. Ovvero, “il tentativo finora più alto dell’istituzione multilaterale di dare una risposta compiuta, tuttora inevasa, alla realtà dello sviluppo dei Paesi più poveri”. Lo scrive Nicola Carnovale, direttore generale della Fondazione Craxi, nel nuovo numero della rivista leSfide della stessa Fondazione, ricordando “Un giorno a New York”. Ovvero, quel 23 ottobre 1990 in cui Bettino Craxi, in qualità di rappresentante personale del presidente Perez de Cuellar, incaricato di affrontare il problema del debito dei Paesi in via di sviluppo, all’Onu presentò quel “Rapporto”.

L’esempio di uno statista italiano lungimirante che fornì un modello di riferimento internazionale per affrontare temi più che mai al centro dell’attualità. Chissà cosa sarebbe cambiato se quel “Rapporto Craxi” fosse stato almeno in parte attuato. Purtroppo, il protagonista dopo pochissimi anni venne meno sulla scena politica. Il “Rapporto Craxi” sui Paesi in via di sviluppo, riportato con tanto di documentazione con manoscritti, è quella “memoria” imprescindibile da cui la rivista leSfide, diretta dallo storico Enrico Landoni, parte per affrontare tutti i temi del multilateralismo.

“L’architettura multilaterale – Traiettorie storiche della governance globale”; una retrospettiva e una ricostruzione storica dell’evoluzione del sistema multilaterale, partendo dal momento fondativo del sistema onusiano fino agli sviluppi dei decenni più recenti. È il tema di copertina del periodico di approfondimento culturale, che ha per sottotitolo “Non c’è futuro senza memoria”, in versione cartacea e digitale.

La sezione monografica, incentrata sulle Nazioni Unite e le istituzioni di Bretton Woods, apre con un lungo ‘Colloquio’ con l’Ambasciatore Michele Valensise. È una riflessione ad ampio spettro sul sistema internazionale che, partendo da una panoramica sulle dinamiche caratterizzanti della Guerra Fredda, tratta l’evoluzione delle relazioni internazionali nell’ultimo trentennio, dal mondo unipolare alla sua fine, avanzando un’analisi sullo stato di salute del sistema multilaterale, da tempo ormai messo a dura prova dal radicale mutamento della distribuzione e degli equilibri di potere connessi all’emergere di nuovi attori mondiali e regionali.

La sezione prosegue con i saggi di alcuni massimi studiosi della materia come Antonio Varsori e Alessandro Polsi che, con due affreschi storici, tratteggiano le fasi caratterizzanti la vita nel Palazzo di Vetro, il suo impegno per la sicurezza e il tema inevaso della sua riforma, e prosegue con due lavori scientifici a firma degli accademici Angela Villani e Benedetto Ippolito, rispettivamente sulle politiche dell’ONU in materia di cooperazione allo sviluppo e sulla questione demografica. I professori Pasquale Lucio Scandizzo e Paolo Garonna completano il quadro con due analisi storico-prospettiche sulla Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale.

Poi, “Il Rapporto Craxi”.

Le Nazioni Unite sono al centro delle sezioni ‘Lettere dalla Storia’ e ‘Memoria e Archivio’, La prima, apre con un elaborato, a firma di Landoni, che ripercorre e analizza le tappe del lavoro svolto da Bettino Craxi. E nella seconda parte viene pubblicato l’intervento del leader socialista tenuto a New York, il 23 ottobre 1990. Un lungo e applaudito discorso all’Assemblea generale a conclusione del lavoro di cui fu incaricato da de Cuellar. L’intervento di Craxi è contestualizzato e attualizzato da una nota introduttiva di Carnovale.

‘Lettere dalla Storia’ è arricchita da un saggio a firma dello studioso Francesco Petrini che, sulla scorta della crisi energetica che attanaglia il presente, propone una riflessione sugli shock petroliferi degli anni ’70. La sezione ‘Scenari’ presenta una prospettiva storica del rapporto tra guerra, tecnologia e geopolitica dell’analista Enrico Casini, una riflessione filosofica sul tema dell’aborto dello psicanalista Sergio Benvenuto e un saggio-breve di natura socio-politica, sul policentrismo del potere, di Giuseppe De Rita, presidente del Censis.

L’India e il continente artico sono al centro dei lavori che animano ‘Lettere dal mondo’, con due analisi, tra vicende passate e scenari futuri, del diplomatico Antonio Armellini e del ricercatore Marco Dardoni, mentre Alessandro Ginammi Albanese e Marco Corno in ‘Lettere dall’Europa’ si soffermano sulla ricostruzione storica delle crisi della Grecia contemporanea e sulle dinamiche geopolitiche derivanti dall’allargamento dell’Alleanza atlantica alle realtà del Baltico.

Infine, in continuità con le precedenti pubblicazioni, la sezione ‘Italia-Europa’ offre elementi di conoscenza e analisi del passato sulla crescita europea, del banchiere Ettore Gotti Tedeschi, e una storicizzazione della questione e del rapporto tra l’Italia e il ‘vincolo europeo’ con l’accademico Daniele Pasquinucci.

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