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Quanto dobbiamo all’antica Grecia?

“Il lessico dei greci. Una civiltà in 30 parole” di Giulio Guidorizzi letto da Tullio Fazzolari

“In principio fu il caos”… E per la verità c’è spesso anche adesso. Ironia a parte, quel verso della “Teogonia” di Esiodo può essere considerato un inizio della civiltà attuale. L’influenza dell’antica Grecia si riscontra in un numero infinito di parole che sono entrate in maniera imperitura nel linguaggio quotidiano. E si ritrova anche in bellissimi nomi femminili come Irene che vuol dire pace o Sofia che significa sapienza. Nessuna lingua moderna ha potuto fare a meno di sostantivi di derivazione greca come psiche, eros, logica o politica. Ed è pura velleità è pensare di elencarli tutti. Basta sfogliare un manuale di medicina e sarà come riaprire il vecchio Rocci dei tempi del liceo. Ma la vera eredità immortale della cultura greca sta nei concetti espressi da quelle parole. Quanto dobbiamo all’antica Grecia lo si comprende leggendo “Il lessico dei greci. Una civiltà in 30 parole” di Giulio Guidorizzi (Raffaello Cortina Editore, 240 pagine, 20 euro).

L’obiettivo del libro è più esplicito nel sottotitolo che nel titolo. Da grecista di grande competenza, Guidorizzi non avrebbe avuto nessuna difficoltà a scrivere un saggio di semiologia ma saggiamente sceglie un approccio più divulgativo. Il risultato è una breve ma efficace storia della cultura dalla Grecia ai nostri giorni alla portata anche dei più profani. Le trenta parole che come pietre miliari segnano il cammino della civiltà sono raggruppate in sette aree tematiche in cui è facile riconoscere gli argomenti di cui si parla quotidianamente e, più o meno inconsapevolmente, si usa ogni giorno il lessico dei greci.

Le parole però, anche a distanza di tremila anni, continuano a esprimere valori che dovrebbero essere eterni. Nello sport, per esempio, rimane valido il concetto omerico di agonismo. Nonostante il business colossale che condiziona molte discipline sportive, conta ancora l’eccellenza del fisico e la vittoria dell’atleta migliore e di questo, forse, è più facile rendersi conto vedendo i giochi olimpici piuttosto che un campionato di calcio. In alcuni casi, il lessico dei greci ha subito un’evoluzione e nel tempo a qualche parola è stato dato un significato un po’ diverso. Psiche, che per Omero era soffio vitale, è diventata anima per Platone e per Freud un’altra cosa. Del resto farsi curare l’anima dallo psicanalista avrebbe comportato una parcella ancora più onerosa.

L’influenza dell’antica Grecia spazia dalla scienza all’arte fino all’amministrazione della giustizia e all’organizzazione della società ed è interessante quanto siano attuali i concetti espressi sulla politica da quella grande cultura. Ogni ordinamento, se gestito in maniera non avveduta, può degenerare: la monarchia in tirannide, l’aristocrazia in oligarchia e anche la democrazia rischia di diventare oclocrazia ovvero governo di una folla disordinata e inferocita. Si potrebbe aggiungere che ogni allusione ai tempi che stiamo vivendo è puramente casuale così come l’accostamento fra caos e politica. Ma non ci crederebbe nessuno.

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