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Kosovo

Quale sarà la posizione di India, Brasile e Turchia fra Occidente e Russia

Determinanti nel confronto sino-americano saranno le scelte delle medie potenze. L'analisi di Carlo Jean

 

Il conflitto in Ucraina ha profondi impatti sul futuro ordine mondiale, determinato dalla contrapposizione fra le democrazie, facenti capo agli Usa, e le autocrazie, ispirate sempre più al modello cinese.

La contrapposizione non è netta come quella della guerra fredda. Esistono un’interdipendenza economica mondiale e una lotta comune contro fenomeni globali, quali i mutamenti climatici, che impongono un certo livello di cooperazione fra i due blocchi contrapposti.

Determinanti nel confronto sino-americano saranno le scelte delle medie potenze. A parer mio, il tempo lavora a favore dell’Occidente. Lo dimostra la sua reazione all’aggressione russa all’Ucraina. Non è in declino, come pensano Putin e Xi Jinping. Sul “confronto fra democrazie e autocrazie” e sui loro rapporti di potenza incidono le politiche delle medie potenze.

In primo luogo, quella dell’India, che non si è unita alle democrazie nel contrasto all’aggressione russa all’Ucraina. Ha mantenuto una posizione neutrale, non condannando Mosca all’ONU e non aderendo al regime sanzionatorio occidentale. L’India approfitta delle sanzioni alla Russia per comprarne il petrolio a prezzi stracciati. Pensa di sfuggire a ritorsioni da parte dell’Occidente per il fatto che gli USA la ritengono un partner essenziale per contrastare la Cina nell’Indo-Pacifico. Tale fatto risulta evidente nella recente riunione del QUAD.

I motivi della politica dell’India sono diversi. Da un lato, Mosca ha costituito finora un fattore di equilibrio nei contrasti fra l’India e la Cina. Le ha fornito la massa delle armi. Ha evitato il suo isolamento nel corso della guerra fredda, durante la quale Mosca era considerata un alleato naturale dell’India – allora governata dal Partito del Congresso – contro un ritorno dell’imperialismo e del colonialismo europeo. Il “Movimento dei paesi non allineati”, che faceva capo all’India, sostenne di fatto l’URSS contro l’Occidente.

Dall’altro lato, però è probabile che l’India rafforzi i suoi legami con il “club delle democrazie”. Mosca diventa sempre più dipendente da Pechino; quindi meno importante per l’India nell’equilibrare la potenza cinese. Inoltre, da qualche anno l’India tende a diversificare l’approvvigionamento di armi. Le importazioni dalla Russia sono passate dal 75% al 50% dell’ammodernamento militare indiano. Anche per la dimostrazione in Ucraina del basso livello tecnologico delle armi russe. Si rafforzano invece i legami sia multilaterali che bilaterali con Washington.

Tra le altre grandi democrazie, che sinora non hanno partecipato al sostegno dell’Ucraina, vi è anche il Brasile, dichiaratosi neutrale soprattutto per la sua dipendenza dai fertilizzanti russi e per l’importanza che attribuisce al BRIC. E’ probabile che anche quest’ultimo migliorerà i suoi rapporti con gli Usa. Lo farà quando il conflitto evolverà nettamente a favore di Kiev e dei suoi sostenitori occidentali.

Lo stesso accadrà per molti Stati del cosiddetto MINT (Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia), la cui crescita economica e militare li collocherà nel gruppo dei paesi in grado d’influire sul futuro del mondo. Non è escluso che il loro avvicinamento agli Usa passi per fasi intermedie, di cui la prima potrebbe essere la ricostituzione di un blocco simile a quello dei paesi non allineati, divisi fra gli interessi economici con la Cina e quelli geopolitici con gli Usa. Le loro scelte saranno fortemente condizionate dall’apertura nei loro confronti della politica e dell’economia americane e europee.

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