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Putin

Chi è veramente Putin

“Putin. Una vita, il suo tempo” di Philip Short letto da Tullio Fazzolari.

 

Succede spesso che, se la realtà è sgradevole, si cerchi in tutti i modi di non riconoscerla. L’atteggiamento dello struzzo che di fronte al pericolo infila la testa nella sabbia è un po’ quello che caratterizza la visione che l’Occidente ha della guerra in Ucraina. Tra gli innumerevoli aspetti che non si vogliono vedere c’è purtroppo un dato di fatto: il presidente russo Vladimir Putin, che sei mesi fa ha scatenato il conflitto, è ancora al suo posto. I rumors che lo descrivevano come un malato terminale si sono rivelati fake news. Né hanno avuto riscontro finora le reiterate voci di complotti per mettere fine al suo regime. In pratica è stato come illudersi il destino o qualcun altro risolvesse il problema.

Viene di conseguenza il sospetto che l’Occidente non conosca bene Putin. E, peggio ancora, non abbia studiato attentamente la Russia di oggi aggrappandosi di volta in volta a verità di comodo. Per non continuare ad andare a tentoni è consigliabile allora leggere l’ultimo libro di Philip Short: “Putin. Una vita, il suo tempo” (Marsilio, 992 pagine, 34 euro). Si potrebbe obiettare che in questi ultimi mesi di biografie del presidente russo se ne sono già viste tante, forse perfino troppe e alcune hanno avuto l’opportunità della pubblicazione solo perché la maledetta guerra è diventata anche un business editoriale. La differenza rispetto alla maggior dei titoli usciti finora  che quello di Short è un saggio imponente (anche come dimensioni) la cui caratteristica fondamentale è di raccontare i fatti, soltanto i fatti però tutti senza reticenze né omissioni. E’ sempre stato questo il metodo di lavoro di Short, già giornalista di punta della BBC e corrispondente da varie capitali tra cui Washington e Mosca. E va ricordato che con questo approccio molti anni fa è riuscito a descrivere nella maniera più efficace le atrocità del regime di Pol Pot in Cambogia.

Adesso leggere quasi mille pagine è lo sforzo necessario per sapere chi è veramente Putin. E’ la storia dell’ascesa di un oscuro funzionario che, alla nascita, ha come unico legame con il potere quello di essere nipote del cuoco della dacia di villeggiatura di Stalin. Poi inizia una fortunata carriera nel KGB. E tornato a San Pietroburgo s’inserisce progressivamente ma anche rapidamente nella nomenklatura dell’Unione Sovietica ormai in disfacimento e poi della nuova Russia. E’ la storia di un leader venuto da nulla che si fa largo perché spietato e determinato. Immaginare che abbandoni facilmente la presa è mera illusione e lo dimostra anche la durezza nella vita privata: saputo che moglie e figlia sono in ospedale per un incidente d’auto non abbandona una riunione e non è un fondamentale meeting fra statisti ma un incontro con Ted Turner e Jane Fonda in cui si parla solo di sponsorizzazioni.

“Putin. Una vita, il suo tempo” non è però soltanto una biografia del presidente russo. Ripercorrendo la sua storia emerge uno spaccato della Russia attuale e della sua classe dirigente che non è più un apparato di partito ma un sistema di potere fine a se stesso. Dei personaggi che compaiono, alcuni noti e molti altri semisconosciuti, sarebbe opportuno cominciare ad annotarsi i nomi in previsione di sviluppi futuri. Leggendo le loro caratteristiche viene il sospetto che non vogliano subentrare a Putin al vertice di una Russia sconfitta e che come metodi non siano poi tanto diversi da lui. In altre parole, difficile aspettarsi qualcosa di buono finché non ci sarà la pace.

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