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Davvero Putin metterà pace tra Israele e Iran?

Fatti e scenari (incerti e improbabili) sulla guerra Israele-Iran. Il taccuino di Guiglia.

In Europa si credeva d’aver toccato il fondo all’alba del 24 febbraio di tre anni fa quando, violando un principio che si considerava sacro e ormai acquisito dalle rovine della seconda guerra mondiale – il principio del mai più conflitti tra noi -, Vladimir Putin scatenava i suoi missili contro l’Ucraina.

Nel mondo si credeva d’aver toccato il fondo della barbarie il 7 ottobre di due anni fa, quando i terroristi di Hamas perpetrarono la strage degli innocenti in Israele: più di 1.200 tra militari e civili uccisi e 250 ostaggi rapiti e torturati. Da allora la durissima reazione di Tel Aviv a Gaza a caccia di Hamas e dei suoi complici, ma al costo della fame e della carestia, della morte e del ferimento di un numero incalcolabile, ma impressionante di palestinesi innocenti. Molti dei quali ora curati e assistiti nel nostro Paese.

Eppure, un’altra “guerra” -gli stessi combattenti la chiamano proprio così, senza più paura neanche delle parole- è appena cominciata nel Medio Oriente già insanguinato. All’improvviso, anche se non a sorpresa, siamo al terzo giorno della pesante offensiva che Israele ha lanciato contro gli ayatollah dell’Iran. I quali, con una mano trattavano con gli Stati Uniti per un accordo sull’energia atomica. Con l’altra continuavano a violarle, le regole, progettando impianti nucleari con l’intento mai nascosto di cancellare lo Stato ebraico dalla faccia della Terra.

Agli attacchi di Tel Aviv seguono i contrattacchi di Teheran in un crescendo del quale nessuno oggi sa dire dove arriverà e quanto durerà. Anche se tutti invocano un negoziato, pur mettendo in conto – e non pochi sperando – almeno in un risvolto geopolitico: la fine del regime teocratico e paleolitico che da troppo tempo opprime il suo popolo, discrimina le donne ed è il punto di riferimento dietro le quinte dei terrorismi contro lo Stato d’Israele in Medio Oriente.

Ma a questo drammatico appuntamento con la Storia l’Europa si presenta in ordine sparso e perciò priva di quel potenziale politico, diplomatico e militare che il suo ruolo le imporrebbe. Proprio alla vigilia del G7 che si apre oggi in Canada, il presidente francese Emmanuel Macron, tornando sui suoi passi, ora si dice pronto a difendere Israele, senza tuttavia partecipare ai suoi attacchi. La nostra presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parla al telefono con Donald Trump e Benjamin Netanyahu per trovare una via d’uscita alla crisi gravissima che né il presidente statunitense né il primo ministro israeliano sembrano poter o voler offrire. Nel giro dei colloqui finiscono pure il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ma finora le vie separate non portano alla necessaria e forte unità, neppure con il primo ministro britannico, Keir Starmer, che a sua volta fa per conto suo.

In questo groviglio politico infruttuoso fra europei arriva l’esilarante proposta di Putin, il guerrafondaio che si propone come mediatore di pace in Medio Oriente.

“Teheran brucerà”, dicono le autorità governative di Tel Aviv, mentre l’Iran prepara la rappresaglia.

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova)
www.federicoguiglia.com

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