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Consiglio Supremo Di Difesa

Prove tecniche in Italia per un Consiglio di sicurezza nazionale

Cosa è emerso dalla riunione del Consiglio Supremo di Difesa che si è svolto lo scorso 11 dicembre. Fatti, scenari e approfondimenti. L'analisi di Francesco D'Arrigo, direttore dell'Istituto Italiano di Studi Strategici "Niccolò Machiavelli".

Lo scorso 11 dicembre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presieduto il Consiglio supremo di difesa, al quale hanno preso parte il presidente del Consiglio dei ministri – Giorgia Meloni, i ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale -Tajani, dell’interno – Piantedosi, della difesa – Crosetto, dell’economia e delle finanze – Giorgetti, ed il Capo di Stato maggiore della Difesa – Amm. Cavo Dragone. Erano altresì presenti il Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri – Mantovano, il Segretario generale della presidenza della Repubblica – Zampetti ed il Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio supremo di difesa e Segretario del Consiglio – Garofani.

Il Consiglio supremo di difesa è un organo di rilevanza costituzionale preposto all’esame dei problemi generali politici e tecnici attinenti alla sicurezza e alla difesa nazionale.

A seconda delle circostanze e della materia trattata, possono essere chiamati a prendere parte alle riunioni anche altri ministri, i Capi di stato maggiore di Forza armata, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, il presidente del Consiglio di Stato, nonché ulteriori soggetti e personalità in possesso di particolari competenze in campo scientifico, industriale ed economico ed esperti in problemi militari.

Il Consiglio ha passato in rassegna tutte le situazioni di tensione in atto ed esaminato la situazione della guerra in Ucraina, ribadendo la ferma condanna dell’aggressione operata dalla Federazione Russa e pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina nella sua difesa contro l’invasore. Ha condannato senza riserve le brutalità commesse da Hamas in Israele lo scorso 7 ottobre, con atti di terrorismo che hanno causato più di mille morti tra i civili e portato al rapimento di più di duecento persone tra i quali donne, bambini e anziani. Ha anche espresso preoccupazione per gli atti di antisemitismo perpetrati in molte parti del mondo e in Italia e per gli ostaggi detenuti da Hamas. Ha inoltre dedicato un particolare focus alla situazione nei Balcani Occidentali e le altre aree di crisi e instabilità in Africa, particolarmente quelle del Mediterraneo allargato e del Sahel.

LA RIFORMA DELL’INTELLIGENCE PORTERÀ ALLA COSTITUZIONE DI UN CONSIGLIO DI SICUREZZA NAZIONALE?

Il Consiglio supremo di difesa ha diffuso un comunicato che riassume il lavoro di “approfondimento svolto sui cambiamenti che le nuove tecnologie stanno introducendo nella competizione internazionale e quindi sui loro effetti nell’evoluzione dei moderni scenari strategici.  Ritiene indispensabile sviluppare consapevolezza e capacità d’azione anche nei nuovi ambiti dell’interazione umana: i domini cibernetico, spaziale e subacqueo e la dimensione cognitiva. Una più efficace architettura di sicurezza e di governance nazionale è condizione per contrastare le nuove minacce nonché i rischi di uso offensivo delle tecnologie emergenti quali l’intelligenza artificiale. Considerata la trasversalità delle minacce ibride, è indispensabile uno sforzo congiunto del sistema Paese”.

In questa parte del comunicato ufficiale, diramato dalla presidenza della Repubblica a fine lavori, si possono intravedere gli orientamenti strategici del governo sulla annunciata riforma del Sistema di Informazione per la sicurezza della Repubblica?

SIAMO PIÙ VICINI ALLA COSTITUZIONE DI UN CONSIGLIO DI SICUREZZA NAZIONALE, SIMILE A QUELLI ESISTENTI NELLE ALTRE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI?

L’Istituto Italiano di Studi Strategici, sin dalla sua fondazione ha evidenziato con analisi, pubblicazioni ed eventi l’assenza di un organismo dell’ordinamento italiano, incaricato di occuparsi stabilmente dei profili della sicurezza in modo da assistere il governo in questo delicato settore. Un organismo collegiale – previsto stabilmente in base alla legge e non conseguenza di determinazioni interne all’esecutivo come quelle sperimentate nella prassi – con attribuzioni di pianificazione, preparazione, consulenza e di raccordo con le diverse ripartizioni amministrative, con i centri di pianificazione e decisione di organizzazioni internazionali di sicurezza, in particolare con la Nato.

Oggi, il Consiglio supremo di difesa, principale strumento attraverso il quale il Capo dello Stato acquisisce circostanziate conoscenze degli orientamenti del Governo in materia di sicurezza e difesa, per poter svolgere adeguatamente il complesso ruolo di equilibrio e garanzia attribuitogli dalla Costituzione, è la sede istituzionale permanente per la discussione e l’approfondimento multidisciplinare delle problematiche relative alla sicurezza ed alla difesa.

In quest’ultima riunione di fine anno, approfondendo l’evoluzione dei moderni scenari strategici, il Consiglio enuncia la necessità di “una più efficace architettura di sicurezza e di governance nazionale quale condizione per contrastare le nuove minacce ibride”.

La nuova architettura potrebbe essere costituita da un Consiglio di Sicurezza Nazionale (CSN), un organo di governo che si occupa di questioni di sicurezza nazionale del Paese. Nelle democrazie occidentali in cui è stato istituito, il CSN coordina e gestisce le politiche di sicurezza a livello nazionale, elabora strategie per affrontare minacce esterne e interne, assume decisioni su operazioni concernenti la sicurezza nazionale, l’intelligence, la difesa e stabilisce le priorità di spesa.

Il CSN è generalmente presieduto dal Capo dello Stato o dal Capo del governo e coinvolge alti funzionari governativi, leader militari, servizi di intelligence e altri esperti. La sua composizione può variare a seconda del Paese e delle sfide specifiche che affronta.

Tra le responsabilità tipiche del CSN ci sono l’analisi dei rischi e delle minacce alla sicurezza nazionale, l’elaborazione di strategie e politiche di sicurezza, la supervisione dell’intelligence e della difesa, la gestione delle emergenze, la pianificazione di operazioni militari e la cooperazione con altri paesi o organizzazioni internazionali per affrontare minacce transnazionali.

Il CSN può avere poteri decisionali o consultivi e può lavorare in stretta collaborazione con altri organi governativi, come i ministeri della difesa, degli esteri e dell’interno,  dell’economia e con le varie articolazioni dello Stato. La sua esistenza e funzionamento sono regolati da leggi o regolamenti specifici.

L’ITALIA È UNO STATO ALLO STESSO TEMPO CONTINENTALE E MARITTIMO, CHE HA UN RUOLO GEOSTRATEGICO

di primo piano in un contesto internazionale sempre più instabile e l’interconnessione tra il mare che la circonda e gli altri domini tende a rimuovere anche i confini tra politica interna, estera, di sicurezza, di difesa, rendendo il processo decisionale sempre più complesso e dipendente dalle informazioni. Una complessità che sta facendo emergere l’esigenza di trovare soluzioni che richiedono un approccio integrato in un contesto interministeriale e soprattutto internazionale, una pianificazione a lungo termine e l’elaborazione di una strategia di sicurezza nazionale omnicomprensiva.

Le nostre istituzioni stanno quotidianamente constatando che la politica di sicurezza nazionale così com’è stata concepita fino ad oggi non è più adeguata, perché non può più garantire la protezione della nazione dalle nuove minacce ibride che determinano una tipologia di rischi e potenziali conflitti senza regole e limiti, che estendono le loro conseguenze alle reti ed alle popolazioni civili. Dunque l’esigenza di evolvere verso un nuovo “paradigma di sicurezza nazionale” in grado di fronteggiare rischi, minacce, attacchi e conseguenze di eventi catastrofici, naturali e/o antropici, ormai interdipendenti e globali.

Lo Stato necessita di organismo connesso con lo sviluppo tecnologico e soprattutto con il “Sistema Paese”, in grado di garantire tutti gli ambiti inerenti alla sicurezza nazionale, alla strategia militare generale ed al concetto di difesa militare, che vanno dal monitoraggio delle minacce alla pianificazione di azioni preventive, dissuasive e reattive, con l’obiettivo di proteggere gli interessi nazionali e la popolazione. Il Consiglio di Sicurezza Nazionale può contribuire a raggiungere tali obiettivi strategici.

 

 

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