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Un percorso multimediale per gli Internati Militari Italiani

8 settembre 1943: l’annuncio dell’Armistizio lascia senza istruzioni i nostri soldati, che si ritrovano allo sbando; più di 650.000 sono fatti prigionieri dall’ex alleato tedesco e, in seguito al rifiuto di collaborare, vengono avviati verso i lager, dove acquisiscono lo status di IMI-Internati Militari Italiani. L’obiettivo dei nazisti è sfruttarli come forza lavoro. Durante la…

8 settembre 1943: l’annuncio dell’Armistizio lascia senza istruzioni i nostri soldati, che si ritrovano allo sbando; più di 650.000 sono fatti prigionieri dall’ex alleato tedesco e, in seguito al rifiuto di collaborare, vengono avviati verso i lager, dove acquisiscono lo status di IMI-Internati Militari Italiani. L’obiettivo dei nazisti è sfruttarli come forza lavoro. Durante la prigionia conducono una vita durissima a causa di fame, freddo, fatica e pessime condizioni igieniche e circa 50mila di loro muoiono in prigionia. Nell’Italia del dopoguerra i sopravvissuti sono accolti con indifferenza, imbarazzo, diffidenza e ostilità; gli ex IMI, in risposta, adottano spesso il silenzio e la rimozione. Solo nel 2006 la Repubblica italiana ha assegnato loro la Medaglia d’Onore.

Oggi è stato inaugurato a Roma il nuovo percorso multimediale del Museo “Vite di IMI. Percorsi dal fronte di guerra ai lager tedeschi 1943-1945”, ideato e realizzato dall’ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, nata con l’obiettivo di recuperare e conservare la verità storica e il patrimonio morale dei reduci e riconosciuta Ente Morale nel 1949) presso la propria sede di via Labicana 15/A, in un’area di pertinenza del Ministero della Difesa.
La cerimonia è avvenuta alla presenza tra gli altri dell’Ambasciatrice tedesca Susanne Marianne Wasum Rainer, di Luciano Zani, ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma, e Lutz Klinkhammer, vicedirettore dell’Istituto Storico Germanico di Roma. E ha visto gli interventi di Enzo Orlanducci, Presidente dell’ANRP, e Michele Montagano, classe 1921, reduce dai campi e presidente vicario dell’Associazione.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito dell’azione, stabilita nel 2009 dai Governi italiano e tedesco, di istituire una Commissione congiunta di storici e un Luogo della memoria in gemellaggio nelle due capitali, al fine di perseguire una comune cultura “del passato di guerra italo-tedesco e in particolare del destino degli IMI”. In questa nuova veste del Museo romano, le recenti tecnologie digitali si vanno ad affiancare a cimeli, oggetti, scritti e testimonianze originali degli internati già conservate nel museo, per documentare e rievocare questa tragica vicenda internazionale con ancor maggior impatto sensoriale.

Le principali innovazioni, realizzate grazie al finanziamento del Fondo italo-tedesco per il futuro, comprendono la riproduzione di un portellone di un treno, simbolico inizio del percorso degli IMI verso i campi di concentramento, una cartina con cornici digitali a illustrare i vari fronti di cattura, una mappa interattiva predisposta alla ricerca per nominativo, totem di approfondimento touch-screen, nuove proiezioni video e l’allestimento della sala degli “oggetti parlanti”, dotati di sensori per l’avviamento automatico di specifici filmati. Completano l’esposizione una sala conferenze e il “cortile della memoria”, componendo così un polo culturale e uno spazio-laboratorio ideale per visite guidate, seminari, attività di ricerca ed esposizioni.

Il Museo è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00, martedì e giovedì anche dalle 16.00 alle 18.30. L’ingresso è libero. Per informazioni e prenotazioni visite: tel. 06/7004253, e-mail anrpita@tin.it.

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