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Perché sarà molto austera la prossima legge di bilancio in Francia

I piani del governo Barnier in vista della legge di bilancio in Francia

I nuovi ministri francesi delle Finanze, Antoine Armand, e del Bilancio, Laurent Saint-Martin, sono impegnati a scrivere di gran carriera la legge di bilancio e, dopo le prime anticipazioni del premier Barnier, annunciano che, per far fronte a un deficit ormai esploso, proporranno tagli di spesa e aumenti delle tasse sulle imprese e i ceti più ricchi.

Alla prova del bilancio.

Il premier Barnier e i suoi due ministri hanno pochi giorni di tempo per presentare il budget e affrontare in modo realistico i gravi problemi fiscali del Paese.

Ecco dunque ieri arrivare la conferma di Armand e Saint-Martin che, per rimediare a un deficit prossimo al 6% sono pronti a tagliare la spesa e a innalzare le tasse.

“Il fardello deve essere suddiviso, e ciò deve arrivare anzitutto attraverso uno sforzo nella spesa pubblica”, sono state le parole di Armand alla sua prima apparizione davanti alla Commissione Finanze. “Ognuno dovrà fare la sua parte”, ha aggiunto.

Il nodo del deficit.

Il ministro e il suo collega al Bilancio non hanno però fornito dettagli sui loro piani, né hanno chiarito in che misura intendano ridurre il deficit, sebbene sia chiaro – sottolinea Reuters – che l’obiettivo fissato dal precedente governo di portare il deficit al 3% entro il 2027 è per ora irraggiungibile.

Una conferma è arrivata ieri dal governatore della Banca di Francia François Villeroy de Galhau, che in un’intervista televisiva ha definito “non realistico” l’obiettivo di raggiungere il 3% in tre anni, anche se “farlo in cinque anni è possibile”.

Su le tasse.

Secondo il governatore della Banca Centrale lo sforzo per ridurre il deficit deve venire soprattutto da tagli di spesa senza escludere un marginale aumento delle tasse.

Su questa seconda ipotesi si è già espresso Barnier domenica scorsa rivelando di essere propenso a un incremento del prelievo su soggetti più ricchi e sulle grandi corporation, risparmiando il più possibile i ceti medi e i meno abbienti.

Che sia questa la strada da percorrere lo ha spiegato martedì Armand dichiarando a France Inter Radio che “sono allo studio” aumenti mirati del prelievo “sulle famiglie più ricche” e “sulle imprese”.

Lo riporta il Financial Times insieme alle parole dello stesso ministro che ha definito necessarie tali misure davanti a “uno dei peggiori deficit della nostra storia”.

“Le persone che hanno asset significativi, e che talvolta non pagano molte tasse, possono forse contribuire di più”, ha dichiarato Armand.

Al tempo stesso il ministro si è detto contrario ad aumenti per “la classe lavoratrice e quella media nel senso più ampio”, parole che lasciano perplesso il Ft in quanto non appare chiaro come siano definite le due classi in questione.

Il monito di Goldman Sachs.

Armand ha precisato che gli aumenti di tasse saranno studiati in modo tale “da non danneggiare la crescita o la creazione di posti di lavoro”.

Tuttavia è proprio questo il timore degli analisti di Goldman Sachs che al Financial Times ricordano che la Francia ha già uno dei prelievi fiscali più gravosi fra le grandi economie, il che, sottolineano, “lascia ben poco spazio di manovra per ulteriori incrementi”.

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