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Perché Report di Ranucci fa paura?

Report di Ranucci si occupa di questioni delicate, che riguardano il potere non soltanto politico, con la copertura legale per affrontare i rischi. Estratto di un commento di Stefano Feltri tratto dalla newsletter Appunti

Ma perché Report e Sigfrido Ranucci diventano un bersaglio così specifico?

Perché Report ha alcune caratteristiche ormai uniche nel panorama mediatico italiano. Combina la scelta di occuparsi di questioni delicate, che riguardano il potere non soltanto politico, con la copertura legale per affrontare i rischi e con il pubblico per ottenere impatto con le sue inchieste.

Altre testate o esperienze giornalistiche hanno alcune di queste caratteristiche, ma nessuna le cumula tutte. Ci sono altri programmi dal vasto pubblico che parlano di politica o fanno inchieste, ma di rado affrontano gli argomenti che Report segue: dai conflitti di interesse di politici, alle vicende di aziende grandi e potenti e armate di minacciosi avvocati, fino alle faide interne ai servizi segreti.

Queste sono vicende che di solito rimangono confinate sui giornali di carta o su Dagospia: chi deve leggerle le legge, ma non arrivano al pubblico di massa che soltanto la prima serata di uno dei principali canali della Rai può garantire.

Poi c’è la questione delle querele. Chiunque faccia il giornalista in Italia, sa bene che le denunce in sede penale e civile sono il principale limite alla sua attività professionale. E’ irrilevante che il querelante abbia ragione o torto: per come funziona la macchina giudiziaria italiana, chi denuncia causa comunque danni reputazionali, costi e infinite perdite di tempo al denunciato. Anche se alla fine viene archiviato tutto.

Le querele sono un problema per i giornali, anche per quelli medi e grandi, che negli anni vedono stratificarsi richieste di risarcimento per presunti danni reputazionali per centinaia di migliaia di euro o milioni. Anche se una piccola parte di quelle cause arriva a una condanna, il salasso è garantito.

Ma per i giornalisti freelance, o perfino per gli editorialisti, le querele possono rappresentare un problema esistenziale. Alcuni politici e alcune aziende hanno capito quali sono le falle del sistema: denunciano i collaboratori senza coinvolgere il giornale, in modo che il giornalista si trovi da solo a sostenere spese legali ed eventuali risarcimenti.

Oppure lo denunciano per le affermazioni che ha fatto magari in televisione o su YouTube raccontando quello che ha scritto nell’articolo, così che l’editore possa sempre dire che non è tenuto a pagare spese e a condividere i risarcimenti.

In un panorama informativo così fragile, esposto agli attacchi di chiunque si senta infastidito dai giornalisti, Report rimane un’eccezione. Cumula decine di querele, ma i suoi giornalisti continuano a lavorare sereni perché alle spalle c’è la Rai.

Lo ha spiegato proprio Sigfrido Ranucci in una puntata di Otto e mezzo, su La7, alla fine della scorsa stagione di Report.

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