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Perché presto potremmo assistere a spettacoli ancora più sorprendenti di quelli estivi di Salvini a Milano Marittima

Non so se siano più stucchevoli gli spettacoli da spiaggia del ministro dell’Interno, che in ogni caso rischia di suo come politico, anche se i sondaggi continuano a registrarne la crescita, o dimensioni e toni delle reazioni dei giornali. Dove temo che non si avverta il pericolo di prestarsi al gioco del leader leghista. I Graffi di Damato

 

Il mare è diventato una dannazione per Matteo Salvini: una dannazione sia quando egli cerca di blindare i porti per evitare gli sbarchi dei migranti, almeno quando sono trasportati da navi vistose, perché barchini, gommoni e simili accedono a Lampedusa e altrove fra la generale indifferenza, sia quando vi si reca per bagni e quant’altro, comprese conferenze stampa e improvvisati spettacoli da discoteca, e dintorni. Che hanno procurato al ministro dell’Interno la qualifica onoraria di deejay, o dj nella versione abbreviata e più diffusa.

La Repubblica, quella di carta, peraltro orgogliosa del colpaccio fatto riprendendone il figlio scorazzato dalla scorta su una moto d’acqua della Polizia, ha deciso di costruire sulle vacanze di Salvini una storiaccia a puntate. Mancano solo le rituali dieci domande con le quali cercare di inchiodare il leader leghista alle sue responsabilità, di sapore anche penale, come ai tempi di Silvio Berlusconi accorso da presidente del Consiglio alla festa di compleanno di una ragazza che lo chiamava “papy”, in Campania.

Il Corriere della Sera, più contenuto, si è limitato a intimare al leader leghista il ritorno al Viminale con una breve nota dove manca, per fortuna e dignità di chi l’ha scritta, solo la parolaccia con la quale un ufficiale della Capitaneria di Porto di Livorno destinato a diventare senatore del Movimento 5 Stelle, e ad esserne poi espulso, ordinò al comandante Francesco Schettino di risalire a bordo della sua nave da crociera. Dalla quale lo sventurato era sceso, autosoccorrendosi dopo averla fatta sbattere rovinosamente con un “inchino” contro uno scoglio dell’isola del Giglio, e lasciando ancora a bordo incolpevoli viaggiatori ed equipaggio.

Al Fatto Quotidiano lo spettacolo di Salvini a Milano Marittima ha naturalmente procurato “ribrezzo”, con vignetta annessa e connessa, per cui il ministro è diventato ancora più “cazzaro” di quanto già non fosse stato definito più volte col consenso della magistratura, vista l’assoluzione guadagnatasi dal direttore Marco Travaglio nel tribunale di Milano non marittima.

Francamente, non so se siano più stucchevoli gli spettacoli da spiaggia del ministro dell’Interno, che in ogni caso rischia di suo come politico, anche se i sondaggi continuano a registrarne la crescita, o le dimensioni – quanto meno – delle reazioni dei giornali. Dove temo che non si avverta il pericolo di prestarsi al gioco del leader leghista, visti proprio gli andamenti dei sondaggi. Dei quali evidentemente Salvini si accontenta, non avendo voluto tentare con una crisi la strada delle elezioni anticipate, o avendo temuto e temendo di non ottenerle dal presidente della Repubblica. Che vuole prima mettere in sicurezza i conti dello Stato, e i rapporti con l’Unione Europea, facendo preparare e approvare la cosiddetta legge di stabilità, e relativo bilancio, senza il ricorso all’esercizio provvisorio, pur previsto dalla Costituzione. Ma nella preparazione e nella gestione di questo passaggio politico e istituzionale potremmo assistere, fra l’autunno e l’inverno, a spettacoli ancora più sorprendenti di quelli estivi di Salvini a Milano Marittima.

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