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Crosetto

Perché non concordo con le parole di Crosetto su Ucraina e Russia

L'opinione di Giuliano Cazzola

 

Quando nella XVI Legislatura  Guido Crosetto sedeva dietro di me sui banchi del Popolo della libertà, non se la prendeva quando mi rivolgevo a lui chiamandolo ‘”gigante buono” (che era un personaggio di Carosello). Crosetto era e rimane una persona gentile, perbene e competente, anche da ministro di un dicastero delicato in una fase storica in cui i cannoni hanno ricominciato a sparare a due passi da casa. So di contare ormai come il due di coppe quando briscola è denari, ma mi dichiaro sbalordito per le sue dichiarazioni sull’avanzata delle truppe ucraine in territorio russo. Spero che Giorgia Meloni chiarisca che quella di Crosetto non è la posizione del governo.  ‘

’Le armi che abbiamo fornito noi – ha ribadito il ministro –  possono essere utilizzate solo dal punto di vista difensivo. Non vogliamo un conflitto  ancora più duro. Nessun paese deve invadere un altro paese. L’Iran? Pressione da tutto il mondo per evitare escalation”.

Ciò nel momento in cui la Ue ha riconosciuto il diritto dell’Ucraina a questa operazione militare. Ieri, infatti, un portavoce dell’esecutivo aveva commentato le operazioni che Kiev sta conducendo a Kursk, in territorio russo, spiegando che il governo ucraino “sta combattendo una legittima guerra di difesa contro l’aggressione illegale” della Russia “e, nel quadro di questo legittimo diritto a difendersi, ha il diritto di colpire il nemico ovunque ritenga necessario sul proprio territorio ma anche nel territorio nemico“.

Il nostro tentativo è di dire che deve cessare l’attacco russo e ripristinare le regole del diritto internazionale, non quello di vedere un conflitto che diventa ancora più duro, che si sposta sul territorio russo.

Secondo Crosetto, l’operazione ‘’prevederà un ulteriore peggioramento della Russia sul fronte ucraino e quindi allontanerà sempre di più la possibilità di un cessate il fuoco”.

In effetti la reazione russa ha preso di mira un supermercato ucraino con l’obiettivo di colpire dei civili (che, evidentemente, a stare alle reazioni ormai consuete, questa vittime sono meno ‘’civili’’ di quelle di Gaza).

Mi pare che l’autorevole ministro stia scivolando sulle posizioni pseudo pacifiste, di quanti fin dal febbraio del 2022  teorizzavano  e teorizzano che la fornitura di armi all’Ucraina allontanavano la conclusione del conflitto, senza avere neppure il coraggio di chiedere a quel popolo di arrendersi e di consegnarsi agli invasori russi, ma limitandosi a chiedere un’iniziativa diplomatica di cui solo loro vedevano la possibilità di un negoziato.

C’è una battuta che mi ricorda le parole di Crosetto. Secondo un comunicato della BBC: “Nebbia  sulla Manica: il Continente è isolato’”. Secondo il titolare della Difesa: “E’ l’Ucraina ad invadere la Russia”.

Le truppe russe hanno occupato buona parte del Donbass, annettendo pezzi di territorio di una nazione sovrana. L’esercito ucraino entra in Russia per qualche decina di Km e diventa un invasore protagonista di un’escalation. Putin massacra da quasi 900 giorni un Paese confinante, sentendosi legittimato a farlo e si azzarda a definire un’azione terroristica lapenetrazione in territorio russo o la distruzione di una batteria o di un aeroporto al di là del confine da dove i russi bombardano i quartieri residenziali di Kiev. Questo è un uso difensivo delle armi. Oppure la difesa ucraina dovrebbe specializzarsi nelle gare del tiro al piattello cercando – come è stata costretta a fare fino ad ora- di abbattere i missili che passano sul suo territorio prima che cadano su di una scuola o un ospedale?

E’ vergognoso che la parola escalation venga usata ogni volta che c’è una reazione significativa di quelli che dovrebbero essere i ‘’nostri’’. Capita così anche con Israele che diventa il responsabile di una possibile escalation in quell’area dopo l’uccisione mirata di due caporioni nemici a Teheran e in Libano. La morte di due nemici mortali della nostra civiltà ci aiuta o ci danneggia?

E’ ora di accorgersi che siamo già in guerra su di un fronte di migliaia di Km che va dall’Ucraina alla Corea del nord, passando dall’Iran alla Palestina, da Taiwan fino al 38° parallelo dove quel piccolo monarca comunista sta ammassando armamenti minacciosi contro la Corea del Sud.

L’Occidente è in difficoltà per i ben noti motivi. Ma pecca, anche, di un limite di analisi e di strategia, nel senso che affronta i vari scenari di conflitto ciascuno per sé,  cercando di risolvere un caso alla volta come se non fosse opera della medesima regia. Ma le singole iniziative  non riescono, perché per eliminare la tenia delle tirannie è necessario estirpare la testa dalle pareti dell’intestino della comunità internazionale.

Comunque, mi perdonerà Crosetto, ma ha perso un’occasione per stare zitto. Come ho detto, io non conto nulla. Ma Crosetto non ha parlato in mio nome.

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