“Ripudiamo i luoghi comuni dell’antisemitismo e le vergognose distorsioni della verità storica”. Chiude così l’intervento del nuovo presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlum, nel commentare su Facebook ciò che Fanpage.it aveva fatto emergere sul responsabile della comunicazione della Regione Lazio, Marcello De Angelis.
Parliamo della canzone “Settembre Nero”, che De Angelis scrisse nel 1981, insieme al gruppo musicale “270 bis” da lui fondato, ispirandosi al gruppo terroristico palestinese che insanguinò l’Europa e il Medio Oriente a cavallo del 1970. Poiché è una canzone di nicchia, bisogna purtroppo citarne alcuni brani. La prima strofa, per esempio, che finiva con “i campi devastati dal fuoco americano, i nostri corpi dai sovietici dell’Olp”, per poi diventare nel 1993 “i campi devastati dal fuoco americano, i nostri corpi dalle jene di Sharon”. Il testo proseguiva inneggiando a esplosioni degli aerei di linea “l’odio che han sorbito con il latte delle madri ora esplode negli aerei della El Al”, per arrivare all’inciso “troppo ci pesava portare sulla schiena il dominio di una razza di mercanti. Se con l’oro hanno comprato la mia casa e la mia terra la mia libertà si paga con il sangue!”.
Dai sovietici dell’Olp alle jene di Sharon, dalla distruzione degli aerei El Al per arrivare alla razza di mercanti, è una vera antologia dell’orrore storico. Proprio per questo, e non per il valore del testo, vale la pena di decifrare i riferimenti, partendo dalla fine per cercare a ritroso un senso, se possibile, nella contestualizzazione internazionale degli eventi.
Il riferimento alla compravendita della terra è al periodo sionista, quando la Palestina era sotto il mandato britannico, prima della fondazione dello Stato ebraico. Fu allora che gli ebrei iniziarono a tornare e a riprendere possesso della propria storia, un percorso che negli anni ’30 divenne una necessità. Le terre non furono rubate, ma pagate il doppio del prezzo di mercato a latifondisti arabi, spesso lontani dalla realtà del paese e noncuranti della sorte dei loro fratelli.
Perché nacque Settembre Nero
Per capire cosa ci fosse dietro a Settembre Nero e agli attentati agli aerei El Al, saltiamo alcuni decenni. È una vicenda complicata, il cui senso politico il ventenne De Angelis e il suo gruppo compresero meglio di quanto tanti altri facciano ancor oggi.
Alla metà degli anni ’60, i palestinesi iniziarono a vedere nel terrorismo una risorsa importante per uscire dalla crisi in cui li aveva precipitati una serie di fattori tra i quali la morte di Nasser, la perdita dell’appoggio egiziano, le pressioni siriane sul movimento di liberazione e la disastrosa sconfitta in Giordania. Ciò costrinse l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina a ridimensionarsi e trasferirsi in Libano. Per controbattere la volontà degli Stati arabi di marginalizzare l’Olp e fronteggiare i duri attacchi alla leadership di Arafat, il capo di al-Fatah, che guidava organizzazione politica e paramilitare entrata nell’Olp nel 1967, fu necessario cambiare rotta.
Fu così che a Beirut, nella sede del giornale al-Hadaf, esponenti di al-Fatah e del Fplp diedero vita a Settembre Nero, finanziata e supportata principalmente da al-Fatah. Nell’occasione furono stabiliti gli obiettivi e si decisero le aree di competenza. Abu Daoud e Khalaf, entrambi di al-Fatahm, si sarebbero occupati delle operazioni in Giordania. Abu Sharif (Fplp) prese i contatti con l’Armata Rossa Giapponese, Wadi Haddad (Fplp) con la Rote Armee Fraktion, Ali Hassan Salama (cugino di Arafat) con Giangiacomo Feltrinelli e la sinistra extraparlamentare italiana. Salama, che oggi è considerato la mente dell’operazione contro gli atleti israeliani durante le Olimpiadi di Monaco (1972) ne fu una figura centrale. Grazie ai suoi contatti con la Libia, riuscì a ottenere la costituzione di campi di addestramento per Settembre Nero, mentre i contatti con il banchiere svizzero Francois Genoud portarono supporto economico mediante.
Contemporaneamente si fece sentire in maniera sempre più pronunciata la voce dell’Olp come unico rappresentante del popolo palestinese e si iniziò a pensare a uno stato indipendente nei territori occupati. Gli Stati arabi divennero sponsor e finanziatori, lasciando la lotta armata ai palestinesi. L’URSS intanto chiedeva la partecipazione dell’Olp alla Conferenza di Ginevra, proposta da Sadat agli statunitensi e ai sovietici, inizialmente fissata per il 21 dicembre 1973 e diretta alla ricerca di una soluzione diplomatica della crisi mediorientale. Il coinvolgimento sovietico puntava al posizionamento politico internazionale di Arafat, che compiva frequenti viaggi a Mosca. Dal 1973 l’URSS si offrì di addestrare e armare i miliziani di al-Fatah. Per i sovietici il rafforzamento dell’Olp rappresentava un tassello contro i regimi arabi filoccidentali, mentre per Arafat combattere Israele dai territori occupati era meglio che farlo da uno stato vicino, che avrebbe potuto in ogni momento interferire tutelando i suoi interessi nazionali. Il riferimento ai “sovietici dell’Olp” era insomma una licenza artistica.
Colpire gli aerei
Ed eccoci agli attentati agli aerei El Al. La serie si apre l’8 giugno 1972, quando Ali Taha, ex membro dell’Apparato Speciale del Fplp e tre membri di al-Fatah rivendicando sotto la sigla Settembre Nero il dirottamento di un aereo con trasporto degli ostaggi all’aeroporto di Tel Aviv.
Analoga rivendicazione venne per il dirottamento effettuato il 30 maggio 1972 da tre membri dell’Armata Rossa Giapponese, che per conto del Fplp uccisero, sempre all’aeroporto Ben Gurion, 31 civili e ne ferirono 50 prima di essere uccisi dalla polizia. Il 16 agosto 1972 nella stiva di un aereo El Al in partenza da Fiumicino per Tel Aviv esplose un ordigno nascosto in un giradischi portato da due ragazze inglesi, alle quali era stato regalato a Roma da due “iraniani”, in realtà palestinesi di Settembre Nero. L’aereo riuscì ad atterrare, evitando la strage. I due terroristi furono liberati dopo appena due mesi in carcere.
Nel 1973, quando De Angelis aveva 13 anni, ci furono due casi in Italia. Il 5 settembre i servizi segreti arrestarono in un appartamento di Ostia cinque palestinesi, sequestrando loro due lanciamissili terra-aria Strela, destinati ad abbattere un aereo El Al come ritorsione per l’abbattimento di un aereo civile libico da parte israeliana a febbraio. Tra gli arrestati c’erano anche dirigenti, quali Amin al-Hindi (responsabile dei servizi segreti di al-Fatah), Ahmed Grassau e il braccio destro di Khalaf Atif Bseiso, responsabile della pianificazione ed esecuzione delle operazioni di Settembre Nero. L’organizzazione non tardò a minacciare rappresaglie se i suoi uomini non fossero stati rilasciati. Il 17 dicembre i palestinesi uccisero a Fiumicino ben 32 innocenti in un attentato di cui quest’anno ricorrono i 50 anni.
La guerra del Libano rimescolò alleanze e massacri. Vale la pena di ricordare che nel febbraio 1983 la Commissione Kahan attribuì la strage di Sabra e Shatila (settembre 1982) alla Falange libanese di Elie Hobeika. Quale che sia l’attendibilità su questo tema di una commissione governativa israeliana, è in questo contesto che De Angelis trasforma il nemico dal “sovietico” Arafat alle “jene di Sharon”.
Goodbye, Marcello
Per chi ha avuto la pazienza di seguirmi fin qui (ma anche per chi salta direttamente alla fine) dovrebbe essere chiaro perché non è opportuno che Marcello De Angelis si occupi della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Non si tratta solo dell’evidente antisemitismo di chi inneggia alla strage di Monaco, ma del più sottile anti-italianismo di chi inneggia a un’organizzazione che compiva attentati in Italia e uccideva cittadini italiani. In altre parole, non c’è bisogno di essere ebrei per scandalizzarsi del riciclaggio di De Angelis da parte della destra al governo. Basta essere italiani.