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Indo-pacifico

Perché l’Australia abbraccia l’America e abbandona la Cina. L’analisi di Fabbri (Limes)

Che cosa cambia in Europa dopo gli strepitii francesi anti Usa e perché l'Australia ha deciso di snobbare la Cina. L'approfondimento dell'analista di Limes, Dario Fabbri

 

Nei giorni scorsi l’Australia ha fatto arrabbiare la Francia. Oggetto della disputa è la decisione di Camberra di stralciare un contratto per la fornitura di sommergibili convenzionali dal valore di 90 milioni di dollari. L’Australia ha preferito dotarsi di sommergibili a propulsione nucleare di fabbricazione anglosassone.

L’ira della Francia

“La decisione è solo formalmente australiana – dice Dario Fabbri, analista di Limes, nel suo punto settimanale -. Ha scatenato l’ira della Francia che ha addirittura richiamato gli ambasciatori da Washington e da Camberra e si è lanciata nella richiesta di una maggiore autonomia di strategia dell’Europa, e dunque della Francia”. 

Il cambio di strategia e il peso di Washington

Secondo Fabbri a pesare sulla decisione australiana sarebbe stata la volontà americana sebbene la scelta che, nel 2016, portò Camberra a scegliere il fornitore francese fosse stata “benedetta” da due commissioni capitanate da esperti americani. La scelta della Francia era sembrata opportuna da un punto di vista militare e geopolitico. Ma dal 2016 molte cose sono cambiate, prima fra tutte “il contenimento marittimo degli Usa ai danni della Repubblica Popolare Cinese si è intensificato, anche intorno all’Australia che è uno dei partecipanti del QUAD, il quadrilatero securitario di cui fanno parte USA, Giappone, India e Australia”. 

Nel 2020 India e Australia scelgono il campo statunitense 

Il 2020, l’annus horribilis della pandemia, non è stato tale per le svolte geopolitiche in favore degli Usa. Nel 2020, infatti, l’India è passata ufficialmente nella sfera di influenza statunitense. “L’India da paese storicamente non allineato si è allineato agli USA – continua Fabbri -. Ma nel 2020 anche l’Australia ha scelto nettamente gli USA e non è stata una scelta banale. Anzi una scelta che riguarda da vicino l’Italia perché un paese dipendente dal punto di vista commerciale dalla Cina e a partire dal 2020 ha scelto di allontanarsi dalla Repubblica popolare danneggiando la propria economia per ragioni strategiche e scatenando l’ira della Cina e del governo di Pechino”. 

Il contenimento della Cina via mare 

Il fatto che l’Australia abbia scelto di nuclearizzare la sua flotta sottomarina, e il fatto che gli Stati Uniti e il Regno Unito siano attivamente coinvolti in questo sforzo, è un importante sviluppo sia tecnologico che strategico. “Questo movimento si inserisce in una più ampia architettura di contenimento marittimo degli USA a danno della Cina – aggiunge l’analista di Limes -.Gli USA sono poco interessati a contenere la Cina dalla terra infatti sono andati via dall’Afghanistan (l’Afghanistan confina per 90 km con la Cina) ma vogliono contenerla e soffocarla dal mare, laddove restano in forte vantaggio”.

La geopolitica degli armamenti 

Acquisire un sistema nucleare o un mezzo militare vuol dire avvicinarsi al produttore dello stesso. Quindi “rispetto al 2016 ciò che è cambiato è che non bastavano più i sommergibili francesi”. Acquistare un tecnologia miliare significa schierarsi al fianco del produttore in caso di guerra. “Non poteva bastare solo la Francia in una contesa come questa per schermare l’Australia in caso di conflitto – continua Fabbri -. Agli Usa serve che l’Australia utilizzi i propri armamenti per partecipare meglio al contenimento della Repubblica popolare”

Esistono due occidenti?

In queste ore in Europa si è sentito discutere dell’esistenza di due Occidenti, uno a guida americana e uno europeo. Tuttavia, come sottolinea Fabbri, non c’è stata nessuna presa di posizione in favore della Francia da parte di nessun paese occidentale, nemmeno europeo. “Le uniche autorità a esprimersi in favore di Parigi sono state Ursula Von der Leyen e Charles Michel, il Presidente del Consiglio europeo – specifica l’esperto di geopolitica -. Addirittura l’idea iniziale da parte delle autorità comunitarie era rinviare un confronto reso in summit con gli USA in ambito tecnologico. Un rinvio dal quale si sono sfilati i principali paesi europei, schierandosi con Washington. Visto che questo rinvio era una rappresaglia voluta dai francesi nei confronti degli Usa. L’Italia, la Germania e la Danimarca non hanno raccolto l’invito di Parigi”. Dunque non si può parlare di due occidenti ma ce n’è uno soltanto che resta legato agli USA e che ne segue le strategie soprattutto in una partita come quella contro la Cina. A prescindere dal puntare i piedi della Francia. 

Il legame sentimentale tra Francia e Usa 

Francia e Stati Uniti d’America sono due paesi storicamente e reciprocamente legati. “I litigi tra francesi e statunitensi sono sempre litigi di natura sentimentale – dice Fabbri -. Non esistono paesi legati da un legame sentimentale più di francesi e americani. Si percepiscono come nazioni gemelle, gli Usa riconoscono alla Francia di avere il carattere medesimo della cifra culturale universalistica americana, viceversa la Francia guarda agli USA come una grande Francia che ce l’ha fatta”. 

La compensazione americana nei confronti della Francia 

Secondo Fabbri la soluzione della contesa tra Usa e Francia si troverà da un lato in una generosa commessa militare e dall’altra nel sostegno americano ai dossier più cari a Parigi. “Mercoledì hanno parlato al telefono Joe Biden e Emmanuel Macron e hanno emesso un comunicato congiunto – conclude Fabbri -. All’interno c’è una promessa esplicita dell’amministrazione americana che annuncia un aiuto concreto nel Sahel in favore di Parigi. Questo è semplicemente il classico andirivieni nel rapporto tra Francia e Usa”. 

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