Nel XX secolo gli Stati Uniti d’America sono stati paragonati alla grande Atene di Pericle: modello perfetto di democrazia all’interno e schiacciante potenza imperialista verso l’esterno. L’accostamento può sembrare un po’ forzato ma qualcosa di vero c’era. Da Cuba al golpe in Cile, dal Vietnam all’invasione dell’Iraq, gli USA, in quanto campioni della libertà, si sono assunti il ruolo di gendarme del mondo. Oggi non è più così semplice. L’assalto a Capitol Hill fa temere per la democrazia interna. E la potenza internazionale statunitense deve fare i conti con numero sempre più elevato di tensioni e conflitti che è impossibile controllare.
Quali siano davvero i problemi e le contraddizioni degli USA lo racconta perfettamente Antonio Di Bella con “L’impero in bilico. L’America al bivio tra crisi e riscossa” (Solferino, 224 pagine, 16,50 euro). La prima e fondamentale caratteristica del libro è che non si ferma al prossimo 5 novembre, giorno delle elezioni presidenziali che tutto il mondo attende con il fiato sospeso per sapere se alla Casa Bianca andrà Joe Biden o Donald Trump. Tanto meno Di Bella si sofferma più del necessario sulla pantomima delle primarie di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi ma il cui esito era sostanzialmente già scontato.
Si raccontano, invece, dettagliatamente tutte le inquietudini dell’America. Per quanto sconvolgente l’assalto a Capitol Hill non avviene per caso ma è il risultato di un malcontento che qualcuno ha voluto fare crescere e strumentalizzare. Ed è il sintomo di una società che si è progressivamente disgregata e ha più paure che certezze. E in maniera un po’ approssimativa si può identificare l’accentuarsi di questo processi con la fine della guerra fredda e il venir meno di stabili punti di riferimento. Nemmeno la politica dà più le stesse garanzie di coerenza di una volta.
Come scrive Antonio Di Bella i “cambi di casacca” sono diventati sempre più frequenti. Cosa impensabile ai tempi di Kennedy o anche di Nixon, dal 1993 a oggi 83 parlamentari sono passati dal partito democratico a quello repubblicano e altri 23 hanno fatto il percorso inverso. C’è poco da stupirsi poi se gli elettori americani hanno meno fiducia nella credibilità della loro classe politica. Ma “L’impero in bilico” è una sorta di viaggio fra tutte le criticità che oggi l’America vive quotidianamente.
E Di Bella, che conosce approfonditamente gli USA per averci vissuto e lavorato come corrispondente per tanti anni, ha il merito di andare fuori dal coro sottolineando come da ogni problema nascano atteggiamenti contradditori. L’immigrazione non si ferma con un muro ma non si fa abbastanza per l’integrazione dei nuovi arrivati, Neppure il cosiddetto “politicamente corretto” è immune da colpe ed errori. E poco coerente è pure il comportamento dei mass media che a parole invocano la privacy e poi sbattono il mostro in prima pagina. In sintesi, non è un momento facile per un grande paese come l’America. Ma, anche se va detto con una certa prudenza, resta la fiducia che saprà passare dalla crisi alla riscossa.