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Perché i giornalisti non hanno dato la notizia dell’arresto di Cecilia Sala in Iran? La staffilata di Merlo (Repubblica)

Cecilia Sala? Arresto silenziato per giorni? "Se ci sono stati dei colleghi che erano a conoscenza della notizia e, sottoposti a una pressione da parte del governo, la notizia l'hanno nascosta questo è un errore che tutti i nostri padri del giornalismo ci rimprovererebbero", ha detto su La7 l'editorialista del quotidiano Repubblica, Francesco Merlo

Ecco che cosa ha detto l’editorialista del quotidiano la Repubblica, Francesco Merlo (nella foto), nel corso della trasmissione In Onda su La7 del 29 dicembre 2024 sull’arresto di Cecilia Sala in Iran:

“Mi ha un po’ inquietato il fatto che sono passati dieci giorni prima che si sapesse la notizia. Una notizia che era molto teatrale perché l’arresto è stato molto teatrale, prelevata in un albergo, quindi un minuto dopo il governo italiano era a conoscenza di quello che era accaduto. Eppure, c’è stata una discrezione, un segreto, un silenzio di dieci giorni che apparentemente è stato motivato con la protezione della vita dell’ostaggio, perché adesso sappiamo che si tratta di questo.

Ma in realtà tutto è cominciato ieri [il 28 dicembre, ndr], quando si è cominciato a raccontare la vicenda, come sempre i fatti non esistono. Quindi, l’idea che il governo abbia nascosto per dieci giorni una notizia così importante è un’idea che non capisco perché non si può davvero immaginare che ci sia stata una trattativa diplomatica segreta, visto che dopo dieci giorni non si conoscono neanche i capi di imputazione, sia pure pretestuosi, nei confronti di Cecilia Sala. Forse io addirittura immagino che si voleva in qualche maniera confermare la politica accomodante che noi abbiamo da tempo verso l’Iran e quindi che si temeva di guastare tutto questo.

E poi l’idea che Tajani di nascosto risolva un problema di questo genere, anche sapendo le divergenze forti che ci sono fra Tajani e i servizi segreti visto che Tajani si è opposto – l’hanno raccontato tutti i giornali – alla nomina di Elisabetta Belloni a ministro degli Affari europei, e quindi la mia impressione è che sia stata – non voglio usare termini grossi – un po’ ridicola questa sospensione di notizie per dieci giorni e che non capisco perché le notizie innanzitutto bisogna darle. In un Paese dove i segreti non esistono, per dieci giorni la vita dell’ostaggio arrestato in Iran, in un carcere, in una cella di isolamento, è stata veramente a rischio.

È sempre così, l’idea che le cose si facciano di nascosto, che non ci sia un rapporto con l’opinione pubblica, è un’idea tipica di questo governo, che non si capisce. Anche quando ci fu la vicenda Salis, sulla cui attività politica si può dare il giudizio che si vuole, anche allora dicevano ‘non è possibile, bisogna abbassare i toni, bisogna non parlarne’, però le manette – quegli schiavettoni orribili – gliele tolsero perché ci fu una reazione dell’opinione pubblica e poi la liberarono sempre per questo, cioè è esattamente il contrario, il fatto che adesso si cominci a capire e a sapere fa capire che si comincia a sapere e a capire quando le notizie si raccontano.

E poi tutto questo ha coinvolto anche dei colleghi, peggio mi sento, perché se ci sono stati dei colleghi che erano a conoscenza della notizia e, sottoposti a una pressione da parte del governo, la notizia l’hanno nascosta questo è un errore che, tra l’altro, tutti i nostri padri del giornalismo ci rimprovererebbero”.

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