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Umbria

Perché ho detto addio alla sinistra in Umbria

Intervista di Paola Sacchi all'imprenditrice Donatella Belcapo

“La sinistra in Umbria ci ha deluso, si è chiusa nelle stanze, nei circoli, senza dare risposte concrete mentre il mondo andava avanti. Il problema non sono io che ho strappato con la sinistra, ma è quello di intere comunità che in Umbria si sono sentite prese in giro. L’unico partito credibile è quello dell’alternativa. La rincorsa delle ideologie è ormai questione da salotti. Un partito che non sa più ascoltare è destinato a scomparire”.

Elezioni in Umbria domani, domenica 27 ottobre. Ecco una storia emblematica della crisi di credibilità del cosiddetto “potere rosso”, che domina la Regione da 50 anni.

Signora Donatella Belcapo, nota imprenditrice di Orvieto, lei è cresciuta in una storica famiglia del Pci, profondo rosso. Cosa l’ha spinta a candidarsi nella lista “Umbria civica”, che appoggia la candidata di tutto il centrodestra, senatrice della Lega Donatella Tesei, alla guida della Regione?

Sono cresciuta in una famiglia straordinaria, al di là delle idee politiche che possiamo aver più o meno espresso in maniera palese nella nostra storia umana e professionale. Sono cresciuta in una famiglia dove mi hanno insegnato i valori del rispetto, della condivisione e dell’impegno civico inteso come disponibilità ad ascoltare e contribuire a dare una risposta alle persone. Mi sono sempre impegnata perché questo avvenisse e purtroppo troppe volte, soprattutto negli ultimi anni, non siamo stati capaci di mantenere gli impegni che ci eravamo presi.

Perché?

Questo avveniva, nella maggior parte dei casi, perché chi si era preso l’onere e l’onore di rappresentarci preferiva congelare i problemi invece che risolverli. Oppure, faccio l’esempio della mia città, decidendo che Orvieto arrivava sempre dopo Perugia, Terni e via dicendo. Un meccanismo perverso che alla fine ti mette di fronte ad una scelta, la scelta che tutti noi dobbiamo compiere quando le cose non vanno, quando i problemi si trascinano senza una soluzione; semplicemente la scelta di cambiare. Ed in politica non si cambia per se stessi, ma per il bene di una comunità.

Cosa l’ha convinta di più a schierarsi con l’avvocato Tesei, candidata del centrodestra, ex sindaco di Montefalco?

Ho scelto di sostenere Donatella Tesei, perché senza stare troppo dietro alle chiacchiere e a ripensamenti, ha assunto un impegno preciso nell’affrontare le questioni stringenti del nostro territorio e sono sicura che una volta eletta sarà in prima linea per risolverle.

Lei è già consigliere comunale, eletta con una lista “terzista”, dopo le ultime elezioni di Orvieto, dove a maggio ha rivinto il centrodestra. Orvieto fu la prima roccaforte rossa a crollare in Umbria quasi 10 anni fa, fu poi ripresa dal centrosinistra. Ed ora è tornata al centrodestra, a trazione Lega, con il sindaco Roberta Tardani (Fi). Cosa l’ha indotta allo strappo definitivo con la sinistra?

Probabilmente la domanda più che a me dovrebbe essere fatta a un’intera città che a distanza di 10 anni ha per ben due volte bocciato la proposta del centro-sinistra. Altra cosa è la mia decisione di dimostrare la necessità di un cambiamento radicale rispetto ai sistemi politici che per anni hanno relegato Orvieto non solo a non sedersi nemmeno in panchina,
ma a non essere mai convocata per le “partite” che contano.

Come si spiega questa emarginazione all’interno di una stessa Regione già emarginata di suo a livello nazionale?

Non può esserci più qualcuno che da Roma, Perugia o Terni scelga come ci si deve comportare, come affrontare i problemi, con quali strumenti e chi deve candidarsi. Non è Donatella Belcapo che “ha strappato” con questo sistema, ma sono tante comunità in Umbria che si sono stufate di essere prese in giro.

Dove hanno fallito il Pd e affini, dopo i risultati delle vecchie giunte umbre Pci-Psi, i cui risultati fino alla fine degli anni ’80 furono elogiati anche all’ estero?

Accostare il Pd alla storia del Pci, del Psi, mettiamoci anche la Dc, è forse un delitto all’onorabilità di chi in quegli anni si è impegnato per amministrare la nostra città e la nostra Regione. Credo, sinceramente che sia un paragone anacronistico.

Che le hanno detto durante questa campagna elettorale i suoi ex compagni di partito di una volta?

Ma sinceramente gli amici non diventano mai ex, con loro parliamo e ci confrontiamo tutti i giorni. Devo ammettere che in tanti la pensano come me. Altri che hanno speso il loro tempo per discutere della mia scelta probabilmente o hanno poco da fare, oppure in fin dei conti hanno preferito parlare di me perché magari mancavano di coraggio nel proporre le idee per l’Umbria.

Qualcuno le ha dato un po’ stalinianamente della “traditrice”? Oppure qualcun altro le ha dato, invece, ragione?

Se esistesse una bilancia, penso che il piatto penderebbe dalla parte di chi crede che dopo la storia recente della Regione Umbria l’unico partito credibile è l’alternativa e il cambiamento. Gli altri penso che debbano solo chiedersi non solo il perché della mia scelta, ma di quella che diverse centinaia di persone hanno fatto lo scorso maggio a Orvieto e probabilmente faranno domani, domenica 27 ottobre.

Pensa che ci sarà un travaso di voti dal rosso antico di una volta, in una Regione dove la sinistra è da mezzo secolo al governo, al verde leghista, all’azzurro di Forza Italia e a Fratelli d’Italia?

Penso che la gente sia stufa di essere presa in giro e che ormai la rincorsa delle ideologie è solo una questione di salotti. Chi fatica ad arrivare alla fine del mese, chi ha un figlio di 30/40 anni a casa che non lavora, chi deve fare 3/4 lavori per mantenere la famiglia, non pensa troppo al colore del voto, ma intanto si è stufato di dare fiducia a chi per troppi anni lo ha deluso.

Si prevede che molti voti ex pci già transitati per i 5s finiscano ora al centrodestra. Che aria tira?

Sono convinta, dopo essermi mossa in questi giorni per la campagna elettorale, che le persone vogliono sentirsi protagoniste, vogliono riconoscere in un progetto e in una proposta politica la possibilità di migliorare lo stato attuale delle cose. So solo che tanta gente vuole cambiare il modo di amministrare questa Regione e insieme sono convinta che ci riusciremo.

Era meglio il Pci del Pd?

Era meglio ed è meglio il partito che sa dialogare con le persone e dare risposte concrete, quando un partito smette di farlo è un partito destinato a scomparire. Forse il Pd che ho conosciuto io proprio nel momento che aveva le possibilità di dialogare con la gente si è chiuso nelle proprie stanze, ha lasciato fuori un mondo che è andato avanti, mentre nei circoli di Perugia e Roma si rimaneva indietro.

Ritiene quello umbro un test nazionale molto simbolico dell’alleanza di governo tra Pd, sinistre varie e 5s? Il premier Giuseppe Conte ha detto che “sarebbe esagerato definire questa una Regione”.

Più che un test politico appare un test sul livello di “comprensione” della proposta politica. Mettere insieme (caso “Sanitopoli” ndr) denuncianti (5 Stelle) e denunciati (Pd) è un esperimento che va oltre la politica. Vediamo come va a finire, ma penso che il risultato ormai sia chiaro. L’ Umbria è una Regione piccola, però il “piccolo ma bello” ormai non può essere più considerato un valore aggiunto. L’Umbria deve trovare strade diverse che le permettano di competere in Europa e nel mondo.

Mi posso permettere di farle una domanda molto personale? In famiglia i suoi come hanno presa la sua scelta?

Sono cresciuta e vivo in una famiglia straordinaria, credo che questo basti a rispondere alla domanda. La mia famiglia è la cosa più preziosa alla quale tengo infinitamente e credo che sia proprio questa la nostra forza. Forse in troppi in queste settimane hanno parlato della mia famiglia senza neppure chiedersi se quello che dicevano fosse vero o falso, ma lo hanno detto. Io rispondo dicendo che domani, domenica 27 ottobre, saremo a pranzo tutti insieme come sempre e che sorrideremo guardando i primi risultati.

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