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Perché è anche una guerra bancaria quella tra Serraj e Haftar in Libia

Tutte le ultime novità sulla Libia e sulla contrapposizione anche economica e bancaria fra Serraj e Haftar

Prosegue la battaglia di Tripoli tra l’Esercito nazionale libico fedele al generale Khalifa Haftar e il Governo di accordo nazionale (Gna) riconosciuto dall’Onu e guidato da Fayez el-Serraj.

Domenica le forze aeree dell’Lna hanno bombardato i quartieri residenziali e le strutture pubbliche della capitale, come ha confermato durante una conferenza stampa, il portavoce del Gna, generale Mohamed Qanunu. Secondo Qanunu alcuni scontri sono avvenuti nel campo di al-Naqlia sulla strada per l’aeroporto internazionale di Tripoli, dove le truppe dell’Lna hanno subito molte perdite. Inoltre le forze aeree della Gna hanno effettuato all’alba di sabato otto missioni di combattimento che hanno bersagliato veicoli e personale Lna e supportato le forze di terra del Gna.

HAFTAR NON VUOLE CESSARE GLI SCONTRI

Una soluzione sembra, tuttavia, lontana alla situazione libica. Il generale Haftar in un’intervista al giornale francese Journal de Dimanche ha detto a chiare note che “per tornare a una soluzione politica, bisogna prima mettere fine alle milizie. Finché le milizie e i gruppi terroristici andranno avanti”, il conflitto “non può essere risolto. Abbiamo dovuto ricorrere a mezzi militari per aprire un percorso politico”. L’uomo forte della Cirenaica ha però dichiarato di non voler continuare la guerra e di auspicare un “risultato rapido” anche se non ha intenzione di ritirare le truppe da Tripoli come gli chiede Serraj.

RISCHIO DI CRACK FINANZIARIO

Non è tutto. A preoccupare di più è il rischio di crisi bancaria che potrebbe verificarsi in Libia che rischia di complicare ancora di più la situazione nel paese e allagare il divario tra Tripolitania e Cirenaica. Come riporta l’organizzazione non governativa e no-profit International Crisis Group (Icg) “mentre le forze fedeli al comandante Khalifa Haftar combattono i gruppi armati nella Libia occidentale fedeli al governo di Tripoli, una crisi bancaria trascurata ed esplosiva potrebbe ulteriormente destabilizzare il paese”, avvertono gli esperti dell’Icg.

Ad aprile la Banca centrale della Libia con sede a Tripoli ha iniziato ad applicare restrizioni nei confronti delle banche della Cirenaica, che insieme coprono il 30 per cento delle esigenze bancarie commerciali del paese. “Tali restrizioni si profilavano prima dell’offensiva di Haftar, che in parte potrebbe essere stata ispirata dalla faida bancaria radicata nella divisione politica della Libia del 2014. Se la Banca centrale stringesse ulteriormente le misure restrittive, ciò comprometterebbe la capacità del governo dell’est di pagare i dipendenti e le forze di Haftar”, avverte l’Icg.

IL RISCHIO DI STOP ALLE ESPORTAZIONI PETROLIFERE

La conseguenza principale di quanto si sta verificando a livello bancario, sottolinea ancora l’Icg è che il generale Haftar potrebbe essere spinto a fermare le esportazioni di petrolio dalle aree sotto il suo controllo e ad innescare quella che l’International Crisis Group definisce una guerra economica. “Il superamento di tale crisi richiede un accordo tra la Banca centrale di Tripoli e la sua filiale orientale di Bengasi, che opera autonomamente dal 2014, su come contabilizzare le transazioni bancarie commerciali. I partner internazionali della Libia dovrebbero lavorare per raggiungere questo obiettivo”, sottolinea l’Icg.

Tuttavia, spiegano gli esperti della Ong, le autorità di Tripoli non hanno interesse a risolvere la crisi bancaria perché “sanno di avere il vantaggio dell’accesso esclusivo ai fondi statali derivanti dalle vendite di petrolio, e che una concessione da parte loro salverebbe le stesse banche che hanno aiutato a finanziare le forze ora li assediano”.

ICG CONSIGLIA CESSATE IL FUOCO E DIALOGO

Questo possibile scenario, si legge proprio nel rapporto, “finirebbe per rendere più profonda la spaccatura di fatto tra est e ovest,  tutti questi sviluppi complicherebbero enormemente gli sforzi per raggiungere una soluzione politica al conflitto libico nel suo complesso”. Per evitare questa situazione, la relazione del gruppo di crisi sollecita i gruppi rivali nell’est e nell’ovest della Libia ad accettare un cessate il fuoco e quindi avviare negoziati tra le sezioni rivali della Banca centrale per regolamentare come tenere conto delle transazioni finanziarie nell’est della Libia.

SOLO LA RIUNIFICAZIONE DEI GOVERNI PUO’ PORTARE STABILITA’

In definitiva,” solo la riunificazione dei governi rivali e delle istituzioni statali della Libia, compresi quelli finanziari, può portare la stabilità che i suoi cittadini bramano. È probabile che il ricongiungimento con mezzi militari su cui sembra che Haftar e i suoi sostenitori stiano scommettendo si ritorcerà contro. La promessa di una soluzione finanziaria potrebbe fare la differenza. I partiti libici devono concordare un cessate il fuoco e riportare i negoziati politici sulla strada giusta”, ha concluso l’Icg.

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