Il governo di Mario Draghi aveva una strategia. Criticabile, ma era una strategia.
Green Pass come strumento per limitare il più possibile i contagi e incentivare la vaccinazione.
Ed era stata una scelta imposta il 23 luglio da Draghi a partiti e burocrazie ministeriali.
Questa sera si potevano fare due scelte. 1) Continuare con il Green Pass per “emmerder” (cit.) i non vaccinati fino in fondo. 2) Introdurre l’obbligo vaccinale per tutti i maggiorenni.
Si è scelto di non scegliere e il risultato è un mix abborracciato stile governo Conte 2.
Il pilota non c’è più. Probabilmente stufo e interessato ad altri palazzi.
Nell’ultimo mese, il “deep state” nostrano (chiedo scusa perché lo sto nobilitando con questa definizione) si è adoperato con successo per tornare a governare sul politico Draghi.
Decreti a ripetizione e confusi. Regole selettive impossibili da applicare o seguire perché troppo complicate e mutevoli. Misure populiste inutili su Ffp2 mentre il problema è la mancanza di capacità su test antigenici e molecolari.
Il tutto condito dai capricci dei partiti.
Fino a un mese fa Draghi rimetteva ordine con “non vi va bene, me ne vado”, ora non può più.
Troppo vicini al 24 gennaio.
Vedremo se questa tattica funziona. Ma la debolezza e l’auto candidatura non giocano a suo favore.
La pandemia ha messo in luce quanto la superficialità, l’incompetenza e l’improvvisazione abbiano preso il sopravvento nella gestione pubblica dell’Italia.
Nemmeno la retorica vittimistica o trionfalistica sul primo lockdown riesce più a nascondere la realtà.
Due eccezioni.
Le due eccezioni sono state la campagna vaccinale e il Green pass del governo DI Mario Draghi.
Una terza eccezione che oggi è messa alla prova è la scuola aperta. Mi auguro che su questo non ci siano cedimenti.
La scuola deve essere l’ultima a chiudere.
(estratto da una serie di tweet di David Carretta)
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