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Vi dico cosa resterà del pensiero di Papa Ratzinger

Benedetto XVI: "Questo Papa intellettualmente gigantesco e fisicamente umile è stato un “eretico” nel tempo del religiosamente corretto, del sincretismo, del misticismo fai da te, dell’ecumenismo vuoto, del dialogo con tutti e con nessuno". L'analisi di Giulio Meotti, giornalista e saggista

 

(“Addio, gigantesco ultimo Papa d’Occidente”, l’analisi tratta dalla newsletter di Giulio Meotti)

Nella fase di massimo splendore dell’Occidente, Joseph Ratzinger, che ha sempre avuto il coraggio di smuovere acque chete, scorgeva le ombre di un imminente tramonto. La sua lampada ha illuminato la faccia nascosta del Vecchio Continente. Temi che dopo essere stati al centro del nostro dibattito pubblico per tanti anni, oggi sembrano non attrarre più l’interesse di cattolici e laici: l’inviolabile dignità della persona umana, la legge naturale, il carattere incondizionato dell’obbligazione morale, il significato della libertà.

Era grande, Ratzinger, anche perchè non appena parlava e scriveva accresceva la mappa dei nemici, dentro e fuori la Chiesa, fra i progressisti, i cattolici liberal, i musulmani, l’Onu, i giornali, gli intellettuali, gli accademici. Ratzinger era preoccupato dalla possibilità che l’Occidente cadesse in un nuovo periodo buio proveniente dai laboratori scientifici, dai media mendaci, dalla perversione dell’istruzione universitaria, dalla corruzione della democrazia parlamentare, dalla crescita insidiosa dell’influenza ideologica delle Nazioni Unite – tutti quei pilastri della “dittatura del relativismo” contro cui questo piccolo uomo bianco aveva combattuto per mezzo secolo.

Ecco i punti da Benedetto XVI indicati nel processo di autodistruzione della cultura occidentale: la ragione ridotta a ragione scientifica; l’oblio della cultura giudaico-cristiana; la verità che deriva dalla sua sola riproducibilità tecnica; la felicità sostituita dal benessere; il “nichilismo dal volto umano”; il mondo pensato come un immenso villaggio vacanze e desideri; il sesso come fonte di rivelazione escatologica; e, per dirla con Ratzinger stesso, “l’ammutolire di ciò che è autenticamente umano”.

Ratzinger si sarebbe battuto contro il nichilismo in molte sue forme: l’equivalenza delle culture, l’Europa che esalta la comfort zone del relativismo, l’Europa che manifesta per la pace anche quando è sotto i colpi della Jihad islamica, l’Europa succube dalla neolingua orwelliana, l’Europa che si dice laica mentre pratica una forma intollerante di ideologia laicista, l’”anti-Genesi” come la definí lui.

Questo Papa intellettualmente gigantesco e fisicamente umile è stato un “eretico” nel tempo del religiosamente corretto, del sincretismo, del misticismo fai da te, dell’ecumenismo vuoto, del dialogo con tutti e con nessuno, del cattolicesimo che la cultura dominante vuole remissivo, piegato, sconfitto, marginale. Un pellegrino della modernità che ha attraversato il vecchio mondo europeo segnato dalla mancanza di respiro, dal vuoto, dalla derisione, dal nulla.

Tutto il pontificato di Ratzinger è stato una difesa della civiltà occidentale o, più semplicemente, dell’Occidente. Ma non c’è una sola sfida da cui Ratzinger sia uscito apparentemente vincente, come se il nichilismo dovesse essere il solo destino dell’Occidente, come se la seduzione fosse così smisurata che potesse trovare soddisfazione soltanto nell’annientamento, in quell’immagine-Medusa del nichilismo che sembra sempre più pertinente per l’uomo occidentale. “Benedetto XVI ha tentato, e ha fallito, di rievangelizzare l’Europa” ha scritto lo storico delle religioni Philip Jenkins.

Leggi che insidiano il diritto naturale sono approvate anche nelle roccaforti cattoliche europee, l’Europa è ovunque un deserto di macerie post-cristiane, nessuno osa più mettere in discussione l’Islam come fece Benedetto a Ratisbona e la “dittatura del relativismo” si è saldata al mercato.

Il piccolo uomo vestito di bianco che ha svettato come un gigante del pensiero e che ha denunciato l’Europa malata di denatalità e di languore multiculturale è stato sconfitto ed è questo l’annuncio più inquietante e scandaloso, il compimento catastrofico di un intero ciclo storico, chiamato “Occidente”, arrivato alla resa dei conti finale con se stesso.

Agli occhi dei secolaristi dell’Europa e dell’America del Nord, Ratzinger era l’ultimo ostacolo di fronte a quella che egli stesso aveva chiamato “dittatura del relativismo”. Lo si è visto anche dopo il suo scritto sul legame fra pedofilia e Sessantotto. Mai un papa era stato nuovamente attaccato quanto dopo quel saggio negli ultimi anni.

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