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Immigrazione

Le Ong sono un vantaggio logistico per i trafficanti di uomini dall’Africa. Report Servizi segreti

Nel 2022 l’immigrazione irregolare verso l’Italia è stata caratterizzata da un marcato aumento dei flussi su tutte le rotte marittime e terrestri. Cosa dice la Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza.

 

“Sebbene nel corso del 2022 l’incremento più significativo dell’attività di soccorso in mare abbia riguardato le operazioni del Dispositivo istituzionale (ad esempio Frontex, Guardia Costiera, Guardia di Finanza), si registra anche l’aumento del soccorso in mare effettuato dalle navi OnG, principalmente in area SAR libica. Le attività SAR vengono spesso pubblicizzate sui social network dai facilitatori dell’immigrazione irregolare quale garanzia di maggiore sicurezza del viaggio verso l’Europa. In tale contesto, la presenza di navigli SAR, infatti, rappresenta un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando correlativamente i profitti illeciti, ma esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate”.

E’ uno dei passaggi contenute nella Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, nel capitolo sull’immigrazione clandestina.

Ecco il capitolo integrale:

Fattori molteplici e ricorrenti di medio-lungo periodo, come l’instabilità politica, i conflitti armati, i cambiamenti climatici estremi e la forte spinta demografica, hanno contribuito a mantenere elevata, anche nel 2022, la pressione dei flussi migratori irregolari in direzione dell’Italia e dell’Europa, principalmente dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia.

In aggiunta, ulteriori eventi di natura più contingente, come gli effetti avversi della pandemia e, più recentemente, del conflitto russo-ucraino sull’economia di molti Paesi, in particolare del Medio Oriente e del Nord Africa (ove la scarsità negli approvvigionamenti di grano si somma ai timori di un peggioramento delle condizioni di vita), hanno determinato, rispetto al 2021, un aumento notevole dei flussi migratori irregolari.

Anche le conseguenze del cambiamento climatico, che si manifestano sempre più con eventi meteorologici estremi, accentuano la recrudescenza dell’immigrazione irregolare tanto da alcune regioni africane (Sahel e Corno d’Africa) quanto da alcuni Paesi asiatici, a partire dal Bangladesh, la terza nazionalità dichiarata allo sbarco sulle nostre coste.

Con particolare riferimento alle principali aree di crisi umanitarie (Siria, Afghanistan, Ucraina), che hanno contribuito ad alimentare la pressione migratoria sul nostro Paese (sia pure in termini talvolta diversi da quella generata dall’immigrazione irregolare), l’azione di monitoraggio si è concentrata sulle possibili infiltrazioni di soggetti controindicati nei flussi dei profughi in ingresso sul territorio nazionale.

In generale, in relazione alla complessità del fenomeno migratorio irregolare e all’obiettivo preminente della sicurezza nazionale, l’attenzione dell’Intelligence si è soffermata sull’analisi delle principali rotte e direttrici dell’immigrazione irregolare, sull’attivismo di trafficanti e facilitatori – incluso il profilo del falso documentale – che, individualmente o in forma associativa, alimentano i trasferimenti irregolari verso l’Italia e l’Europa.

Analoga attenzione è stata rivolta a eventuali infiltrazioni di estremisti nei flussi migratori, sebbene non siano emersi indicatori di un utilizzo strutturato dei canali dell’immigrazione irregolare per finalità di terrorismo.

Attivismo dei network criminali

La rotta del Mediterraneo centrale, caratterizzata da flussi che originano prevalentemente dalle coste libiche e tunisine, si conferma la principale direttrice di trasferimento via mare di migranti irregolari in Italia. In Libia, primo Paese di partenza su tale rotta, la presenza di strutturate reti criminali con proiezioni transnazionali, attestate soprattutto a Zuwarah, Az Zawiyah e Sabratah, rappresenta uno dei principali fattori di facilitazione dell’immigrazione irregolare verso le nostre coste ed è una delle cause del forte incremento della pressione migratoria via mare rilevato nel corso del 2022, con una offerta di “servizi” per i migranti irregolari estremamente flessibile in grado di adattarsi velocemente sia al quadro politico-securitario sia alla stagionalità delle condizioni meteo-marine. La gestione illegale del fenomeno migratorio assicura, del resto, un ritorno economico spesso anche per gli strati meno abbienti della società, rendendo la sua eradicazione estremamente complessa.

La consistente presenza in Libia di migranti egiziani, la prima nazionalità dichiarata allo sbarco sulle coste italiane, risulta ascrivibile ad alcuni fattori tra cui, non ultimo, l’esistenza di stabili connessioni tra trafficanti attestati in Libia ed Egitto. Rilevante appare anche l’esistenza di un coordinamento tra trafficanti attivi nell’Ovest e nell’Est del Paese, con particolare riferimento all’afflusso di egiziani, nonché tra reti criminali libiche e reclutatori/facilitatori dei Paesi di origine e transito dei migranti. Sono stati rilevati collegamenti anche tra gruppi criminali libici attestati ad Az Zuwarah e trafficanti tunisini attivi principalmente a Sfax (Tunisia). Un simile quadro di sinergie operative transnazionali permette di gestire in modo flessibile l’intera filiera dell’immigrazione irregolare, dai Paesi di origine sino alle località di imbarco.

Sebbene la maggioranza delle traversate origina dalle coste a Ovest di Tripoli, spesso con uno scalo in Cirenaica per imbarcare altri migranti, nel corso del 2022 si è registrata una crescente recrudescenza delle partenze direttamente dalla Cirenaica, ascrivibile, in primo luogo, al potenziamento dei sodalizi criminali locali e alla maggiore richiesta migratoria egiziana. La peculiarità di quest’ultima direttrice è l’utilizzo di “barconi” particolarmente capienti, in grado di raggiungere in autonomia le coste italiane anche con condizioni meteorologiche avverse, agevolando, così, le traversate anche nei mesi invernali, solitamente meno favorevoli a tali spostamenti.

Dalla Tunisia, secondo Paese di partenza dei flussi via mare diretti in Italia, nonché seconda nazionalità dichiarata allo sbarco sul territorio nazionale, la spinta migratoria risulta in aumento rispetto al 2021 (+ 60%) principalmente a causa della perdurante crisi economico-sociale e la vicinanza geografica alle coste italiane. Tale flusso rimane caratterizzato da una natura prevalentemente autoctona, sebbene si registri una crescente presenza, sia in termini assoluti che percentuali, di subsahariani, spesso presenti da tempo nel Paese.

L’immigrazione irregolare è gestita da gruppi criminali prevalentemente autoctoni, non strutturati, talvolta attivi nel settore ittico, dediti alla gestione di un’ampia gamma di attività criminali che vanno dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al contrabbando di tabacchi, al traffico di sostanze stupefacenti e di idrocarburi. Al riguardo, nel corso del 2022, sono emersi all’attenzione dell’Intelligence anche alcuni sodalizi criminali composti da cittadini tunisini e italiani coinvolti in vari traffici illeciti tra cui il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare.

I flussi in ingresso in Tunisia dai Paesi confinanti si confermano da Ovest (Algeria), in coesistenza con i traffici di oli minerali, di stupefacenti e di altri beni, e da Sud-Est (Libia).

Le imbarcazioni usate dai facilitatori sono, diversamente dal caso libico, natanti prevalentemente di dimensioni più contenute, meno resistenti e capienti, ma veloci e quindi difficilmente identificabili, che talvolta determinano i cc.dd. “sbarchi fantasma”, eludendo il dispositivo di controllo nazionale.

Immigrazione irregolare

Nel 2022, l’immigrazione irregolare verso l’Italia è stata caratterizzata, rispetto all’anno precedente, da un marcato aumento dei flussi su tutte le rotte marittime e terrestri. Il nostro Paese, in linea con gli anni precedenti, continua a rivelarsi la principale porta d’ingresso e transito di migranti irregolari nell’Unione Europea.

Tale fenomeno, analizzato in una prospettiva olistica che ricomprende molteplici push e pull factors di lungo e medio-breve periodo, è altresì marcatamente agevolato da un attivismo criminale – di natura associativa o individuale – presente su tutte le rotte migratorie in grado di creare un ingente indotto economico che rende le relative attività di prevenzione e contrasto più ardue.

Infine, le attuali aree di crisi umanitaria e di instabilità socio-politica continuano a spingere un notevole numero di persone a emigrare alla ricerca di migliori condizioni di vita.

immigrazione

Sulla rotta del Mediterraneo orientale, seconda opzione migratoria via mare per consistenza dei flussi dopo la rotta del Mediterraneo centrale, le partenze avvengono principalmente dalla Turchia – crocevia anche per i transiti verso l’Europa lungo la rotta balcanica e, insieme alla Libia, uno dei più grandi bacini di migranti e rifugiati – nonché, nell’ultimo anno, dal Libano. Nel corso del 2022, il Libano, a causa della grave situazione economico-finanziaria nazionale, si è attestato quale nuovo Paese di partenza. Sulla rotta marittima del Mediterraneo orientale, in cui è confermato il trend in aumento del flusso verso le coste di Calabria, Puglia e Sicilia, vengono utilizzati vari tipi di imbarcazioni, prevalentemente barche a vela e da diporto, che alimentano i cc.dd. “sbarchi occulti”.

Anche in questo caso, il fenomeno migratorio trova una sponda importante nell’attivismo di organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, principalmente curde e pakistane, con basi di supporto logistico nei principali Paesi di origine e transito dei migranti, la cui natura transnazionale rende complessa l’attività di contrasto, così come nell’utilizzo, divenuto prassi, del web e dei social network da parte degli stessi sodalizi per pubblicizzare i viaggi e i relativi servizi.

Sulla rotta balcanica terrestre, caratterizzata da un elevato numero dei rintracci di migranti irregolari, specie sul confine italo-sloveno, transitano, oltre a pakistani, bangladesi, afghani, indiani e nepalesi, anche soggetti di origine nord-africana.

Tale eterogeneità corrisponde a una realtà criminale altrettanto varia, composta prevalentemente da micro gruppi e singoli facilitatori con un basso profilo organizzativo, che semplificano il trasferimento dei migranti in relazione a singole tratte circoscritte. Le caratteristiche “morfologiche” della rotta, completamente terrestre, consente ai migranti irregolari di percorrerla talvolta anche in autonomia e con costi più contenuti, senza dover necessariamente rivolgersi ai trafficanti. In Serbia, che insieme alla Bosnia-Erzegovina è il principale punto di snodo di tale direttrice, la presenza di trafficanti originari dei Paesi dei migranti non solo favorisce il flusso migratorio, ma crea una economia informale, spesso fonte di sussistenza per gli strati meno abbienti della popolazione locale.

Anche il significativo aumento del flusso di migranti bangladesi, peraltro presenti su tutte le rotte marittime e terrestri e terza nazionalità dichiarata all’ingresso/transito in Italia, è facilitato dalla presenza di organizzazioni criminali, anche transnazionali, dedite prevalentemente al favoreggiamento degli ingressi clandestini dei connazionali.

Attività di soccorso in mare (SAR) nel Mediterraneo

Sebbene nel corso del 2022 l’incremento più significativo dell’attività di soccorso in mare abbia riguardato le operazioni del Dispositivo istituzionale (ad esempio Frontex, Guardia Costiera, Guardia di Finanza), si registra anche l’aumento del soccorso in mare effettuato dalle navi OnG, principalmente in area SAR libica. Le attività SAR vengono spesso pubblicizzate sui social network dai facilitatori dell’immigrazione irregolare quale garanzia di maggiore sicurezza del viaggio verso l’Europa. In tale contesto, la presenza di navigli SAR, infatti, rappresenta un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando correlativamente i profitti illeciti, ma esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate.

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