Mentre le giunge il plauso degli alleati di centrodestra, le opposizioni vanno all’attacco accusandola di “bugie” su salari e lavoro e perfino di “vittimismo” quando parla di attacchi anche ai suoi familiari, attacchi anche “sessisti” nei suoi confronti con il “silenzio e l’indifferenza” di chi “si riempie la bocca dei diritti delle donne”. Il punto politico di fondo di fronte al quale le opposizioni insorgono è l’annuncio da parte del premier, Giorgia Meloni, in una intervista all’agenzia di stampa Adnkronos, rilasciata a Davide Desario, che un altro governo da lei presieduto nel 2027 è possibile e per questo lei sta già lavorando.
Obiettivo che coglie le opposizioni impreparate, divise tra loro, più una sommatoria di estremismi che un vero fronte alternativo. Per il quale la traversata del deserto rischia di allungarsi all’infinito. “Con Trump leali ma non subalterni. No a utilizzo strumentale dell’antifascismo. Mi ripresenterò agli elettori dicendo ve lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto”, è la sintesi delle risposte di Meloni. Che sottolinea: “Governo stabile. Ma dobbiamo fare di più per la natalità e l’energia. Avanti sul premierato per rafforzare la democrazia. No a l’utilizzo strumentale dell’antifascismo”.
Il premier ricorda innanzitutto che il suo governo “è già oggi il quinto più longevo della storia repubblicana”. Prosegue: “Certamente saliremo ancora in questa classifica. È un governo stabile, che poggia su una maggioranza coesa, e questa stabilità aumenta la considerazione per l’Italia”. Poi, l’annuncio dell’obiettivo di un nuovo governo Meloni: “Voglio realizzare per intero il programma del centrodestra e potermi ripresentare agli elettori dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto. Vale per l’economia, per l’immigrazione, per la sicurezza, per il sostegno alla famiglia, per le riforme istituzionali, per la politica estera. E vale per il lavoro, perché vogliamo essere ricordati come il governo che ha aumentato il lavoro, ridotto il precariato e messo al centro la sicurezza sul posto di lavoro”.
Spiega: “Proprio su questo sono fiera che il governo abbia reperito, insieme all’INAIL, ulteriori 650 milioni su questo tema, che sommati ai 600 milioni già previsti quest’anno, portano a oltre un miliardo e 250 milioni la dotazione disponibile”. Annuncia: “Ci confronteremo l’8 maggio con le parti sociali per discutere delle proposte del governo e ascoltare quelle che ci verranno sottoposte”.
Il Ponte sullo stretto si farà? “È un punto ambizioso – risponde Meloni – del nostro programma, che condivido. Siamo stati la civiltà delle grandi edificazioni che stupivano il mondo, non possiamo intimidirci per un ponte, anche se maestoso. Dopodiché sappiamo quante difficoltà comporti, ma tutto sta procedendo nella giusta direzione”. Parole che suonano come riconoscimento dell’impegno del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, il leader della Lega, Matteo Salvini, accolte con il plauso del vicesegretario leghista, Andrea Crippa.
Per Meloni, “il premierato è la madre di tutte le riforme”. Sottolinea: “Insieme alla riforma della giustizia, all’autonomia differenziata, alla riforma fiscale è l’impianto riformatore per il quale gli italiani ci hanno votato. Andremo avanti perché vogliamo rafforzare la nostra democrazia e difendere il diritto dei cittadini a scegliere da chi farsi governare”.
Quanto alle parole del presidente Sergio Mattarella sui salari bassi, viene chiesto a Meloni cosa può e intende fare il governo per dare “una risposta alle famiglie che, sempre per citare il capo dello Stato, ‘non reggono’ l’aumento del costo della vita”. Il premier replica facendo notare una cosa passata finora un po’ inosservata: “Ho visto l’intervento del Presidente Mattarella e non ho sentito quelle parole, anche se sono state riportate da alcuni organi di stampa. Il Presidente della Repubblica ha giustamente ricordato che l’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo”. “Anche se dal 2024 – continua Meloni – si assiste ad una ripresa. Abbiamo molto terreno da recuperare, ma sono particolarmente fiera del fatto che questo governo sia riuscito ad imprimere un cambio di rotta”. Ricorda:”Fin dall’inizio del mandato abbiamo lavorato per sostenere i redditi più bassi, segnatamente quelli da lavoro. Lo abbiamo fatto con la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale, con i bonus bollette, con gli sgravi fiscali alle aziende che assumono donne, giovani, ex percettori di reddito e disoccupati di lungo corso. I dati sull’occupazione ci dicono che dall’inizio del nostro governo abbiamo avuto un milione di nuovi posti di lavoro, in gran parte a tempo indeterminato e con un record per l’occupazione femminile”.
La parte del leone inevitabilmente la fa la politica estera, a cominciare dai rapporti con gli Usa di Trump. Meloni risponde con la conferma di una linea per la quale è centrale la storica alleanza transatlantica, “senza subalternità”: “Noi siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli USA, con lealtà ma senza subalternità. L’ultimo frutto di queste buone relazioni è ad esempio l’annuncio di Trump di voler ripristinare il Columbus Day, una festa tanto cara alla comunità italoamericana, che negli ultimi anni ha subito un vergognoso attacco ideologico nel nome della cancel culture. A nome degli italiani ringrazio il Presidente degli Stati Uniti per questa scelta”.
Sui dazi e le possibili contromosse della Ue Meloni afferma: “Il confronto sta andando avanti a livello tecnico e sono contenta se il mio incontro con Trump è servito a favorire le condizioni politiche per l’avvio di un dialogo più concreto. L’Italia lavora per avvicinare le due sponde dell’Atlantico, perché crediamo nell’Occidente come sistema di valori, di alleanze internazionali e di relazioni economico-commerciali. È quello che nell’incontro alla Casa Bianca ho sintetizzato con il motto “Make the West great again”. Spiega: “Le nostre posizioni come Unione Europea devono naturalmente partire dalla difesa degli interessi dei nostri cittadini, senza mai dimenticare che soltanto insieme, Europa e America, potremo essere forti in uno scenario globale sempre più complesso”.
Poi, il premier smonta la polemica delle opposizioni anche per il fatto di essere rimasta fuori dalla celebre foto di Trump e Zelensky seduti uno di fonte all’altro a S.Pietro. Dove ha cercato di essere presente, seppur brevemente perché respinto da Trump, il presidente francese Macron. Replica Meloni: “Il fatto di essere stata criticata, nel giro di poche settimane e dalle stesse persone, per essere stata prima troppo vicina a Trump e poi troppo lontana durante i funerali di Papa Francesco, significa che quelle persone sono molto confuse ma anche che, evidentemente, il legame con gli USA era ed è imprescindibile. Come abbiamo sempre detto noi”. I fatti fanno apparire quasi come uno scherzo la richiesta che le opposizioni le facevano di scegliere tra gli Usa di Trump e l’Europa.