Il Regno Unito e l’Unione europea hanno deciso di aprire “un nuovo capitolo” della loro relazione per mettersi alle spalle la Brexit e lanciare una partnership rinnovata per rafforzare la sicurezza dell’Europa e la prosperità dei loro cittadini.
Ue e Regno Unito aprono un nuovo capitolo
“È un momento storico”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per illustrare l’accordo del “reset” delle relazioni post Brexit: “Stiamo voltando pagina”. Per il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, “è un nuovo capitolo”. “È tempo di guardare avanti. Di andare oltre dibattiti e battaglie politiche vecchi e stantii per trovare soluzioni pratiche e di buon senso”, ha detto il premier britannico, Keir Starmer.
Malgrado il solito braccio di ferro su temi come la pesca, Donald Trump ha fornito un argomento formidabile a favore dell’imperativo di rimettere le relazioni tra il Regno Unito e l’Ue su un binario completamente diverso. La guerra commerciale del presidente americano, il potenziale ritiro dal sostegno all’Ucraina, il suo disimpegno dalla sicurezza dell’Europa, e la moltiplicazione delle minacce esterne al continente hanno incoraggiato tutti a cercare compromessi. “I tempi stanno cambiando. L’ordine internazionale basato sulle regole è sotto attacco”, ha spiegato Costa. “L’Ue e il Regno Unito sono fornitori di stabilità globale. Dobbiamo essere i guardiani dell’ordine internazionale basato sulle regole”, ha aggiunto Costa.
Tre documenti per un “reset”
Il reset nelle relazioni tra Regno Unito e Unione europea prende la forma di tre documenti firmati a Londra durante il summit tra Starmer, Costa e von der Leyen.
Il primo è una dichiarazione congiunta molto politica sull’impegno comune a favore dell’ordine internazionale basato sulle regole, la democrazia, il rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto, il commercio aperto, il sostegno all’Ucraina nella guerra di aggressione della Russia.
Il secondo documento è la nuova “Partnership di difesa e sicurezza”, che regola la cooperazione e le consultazioni in diversi settori. Serve soprattutto al Regno Unito per poter partecipare su un piano paritario al piano di riarmo lanciato dall’Ue. La Partnership “è un primo passo per la partecipazione del Regno Unito in SAFE”, ha spiegato von der Leyen, ricordando che sarà necessario “un secondo passo”, cioè un accordo più specifico sulle modalità della presenza e sul contributo finanziario di Londra.
Ma è il terzo documento – il cosiddetto “common understanding” – che fa infuriare i Brexiters. E’ lì che il “reset” si concretizza sul piano giuridico ed economico, fissando le regole su temi come il commercio, la pesca, l’energia o il sistema di scambio di emissioni ETS.
Le linee rosse della hard Brexit sono state superate
Diversi diplomatici europei hanno insistito nello spiegare che nessuna delle linee rosse poste dal Regno Unito o dall’Ue nei negoziati per il “reset” è stata superata. Vero: Keir Starmer non ha violato la sua promessa elettorale di non riportare il suo paese nel mercato interno o nell’unione doganale dell’Ue.
Le dichiarazioni dei diplomatici europei sono destinate a proteggere Starmer dalle accuse di aver tradito la Brexit. Tuttavia il primo ministro britannico ha superato le linee rosse della “hard Brexit” che erano state fissate da Boris Johnson al momento dell’accordo di uscita. Pur di eliminare i controlli sanitari e fitosanitari sui prodotti agro-alimentari, il Regno Unito ha accettato l’allineamento normativo e la giurisdizione della Corte di giustizia dell’Ue non solo per l’Irlanda del nord, ma per tutto il paese. Londra dovrà adeguarsi in modo semi automatico alla legislazione europea nel settore, come fanno la Norvegia o la Svizzera, senza avere voce in capitolo nel processo decisionale dell’Ue.
Anche sulla pesca, l’accesso alle acque britanniche concesso fino al 2038 è il superamento delle linee rosse di Boris Johnson sono state superate. Nigel Farage ha accusato Starmer di aver “posto fine all’industria della pesca” britannica.
L’Ue dimentica la sua linea rossa sulla mobilità giovanile
L’Ue aveva assicurato che i giovani sarebbero stati al cuore della sua posizione negoziale per il “reset” delle relazioni con il Regno Unito. Ma la posta in gioco sulla difesa era troppo alta per mettere a rischio un accordo a causa delle migliaia di giovani che vorrebbero studiare oltre Manica. Il documento più concreto adottato – il cosiddetto “common understanding” – si limita a una serie di vaghe promesse per negoziati futuri sulla mobilità giovanile, i cui termini sono tutti da stabilire, e sull’ingresso del regno Unito nel programma Erasmus+.
Per il momento gli studenti dovranno continuare a pagare le elevatissime rette delle università britanniche. I giovani europei dovranno comunque continuare a chiedere un visto per entrare nel Regno Unito anche per un periodo limitato di tempo.