La rottura del rapporto tra Stati Uniti ed Europa ora è sancita da un documento ufficiale programmatico dell’amministrazione Trump, anzi dal più importante documento di questo genere: la nuova National Security Strategy.
La dottrina Trump, che finora si era declinata in dichiarazioni, fatti, discorsi, adesso è un manifesto di 33 pagine che sostituisce la strategia precedente del 2022, preparata dall’amministrazione Biden.
Trump recupera la dottrina Monroe del 1823, in base alla quale ieri gli europei e oggi i cinesi devono stare alla larga dall’America. E poi aggiunge un “corollario Trump”, che estende la pretesa egemonica non soltanto al piano militare ma anche a quello geostrategico:
Negheremo ai concorrenti non appartenenti all’emisfero la possibilità di dislocare forze o altre capacità minacciose, oppure di possedere o controllare asset strategicamente vitali nel nostro emisfero
Tradotto: via i cinesi da porti e infrastrutture in tutto il Sud America, guai agli investitori stranieri che contano di accaparrarsi risorse naturali strategiche utili agli Stati Uniti.
L’Europa MAGA
Le pagine dedicate all’Europa non potrebbero essere più diverse rispetto al documento del 2022 e pongono una sfida senza precedenti ai leader europei, sia a quelli che difendono il progetto comunitario, sia a quelli che – come Giorgia Meloni – negli ultimi dodici mesi hanno sostenuto che esistesse un “Occidente” all’interno del quale potevano cooperare e prosperare tanto l’America trumpiana quanto gli europei.
L’amministrazione Trump dettaglia un progetto che non è più di cooperazione e difesa di valori comuni, come nella National Security Strategy dell’amministrazione Biden. Per gli Stati Uniti trumpiani, l’Unione europea è un problema, la Russia una priorità e le collaborazioni saranno soltanto con gli alleati fedeli su un piano ideologico.
Il capitolo si chiama “Promuovere la grandezza europea”, ma è un titolo che si spiega soltanto come un riferimento allo slogan trumpiano MAGA, Make America Great Again. Quello che gli Stati Uniti vogliono adesso da noi è un’Europa MAGA, allineata sul piano politico e sottomessa su quello economico e militare.
Nella visione dell’amministrazione, l’Unione europea è uno degli organismi internazionali che “indeboliscono la libertà politica e la sovranità”, che è responsabile delle politiche migratorie che stanno “trasformando il continente e creando conflitto”.
L’UE è anche accusata di censurare la libertà di espressione, sopprimere il dissenso politico e perfino ridurre i tassi di fecondità, col risultato di causare “una perdita di identità nazionali e autostima”.
Già in queste poche righe c’è una versione ancora più estrema dei proclami che, a febbraio 2025, aveva fatto il vicepresidente JD Vance alla Conferenza per la Sicurezza di Monaco. All’epoca, Vance aveva incontrato i leader dell’estrema destra di Alternative für Deutschland e poi aveva lamentato la repressione e la censura europea in un chiaro sostegno alle forze più radicali e antidemocratiche.
In uno dei passaggi più sorprendenti, l’amministrazione Trump arriva a usare l’argomento della sostituzione etnica per minacciare la fine della NATO:
Nel lungo periodo, è più che plausibile che entro al massimo alcuni decenni alcuni membri della NATO diventino a maggioranza non europea. In tal caso, resta una questione aperta se vedranno il loro posto nel mondo, o la loro alleanza con gli Stati Uniti, nello stesso modo di coloro che firmarono la carta della NATO.
Una frase così bizzarra per un documento ufficiale che si può interpretare soltanto con schemi non convenzionali. In pratica, gli Stati Uniti dicono che Paesi europei non abbastanza puri da un punto di vista etnico, contaminati da troppi immigrati, diventerebbero meno compatibili con la NATO. Non sarebbe più la stessa Europa che gli Stati Uniti hanno protetto per ottant’anni.
Correggere la traiettoria
Per tutte queste ragioni, si legge nella National Security Strategy, “il nostro obiettivo deve essere quello di aiutare l’Europa a correggere la sua attuale traiettoria” e per farlo gli Stati Uniti incoraggiano “la crescita di influenza dei partiti europei patriottici” che danno spunti di ottimismo.
Quello che interessa all’America trumpiana, insomma, non è un’Europa più solida, più aperta, più autonoma, magari meno dipendente dalla protezione americana.
Vogliono soltanto una Europa più sottomessa, che compri ancora armi americane, magari spendendo di più, che adegui le sue strategie commerciali a quelle degli Stati Uniti, che rinneghi i valori al centro dell’attuale progetto di Unione europea per abbracciare quelli della destra trumpiana.
In questo spirito, la priorità degli Stati Uniti per l’Europa è reintegrare la Russia nel sistema di relazioni internazionali e commerciali che l’America considera nel proprio interesse. Si parla di “ristabilire una stabilità strategica con la Russia” dopo una “rapida cessazione delle ostilità”.
Un approccio che è molto diverso da quello della prima amministrazione Trump, che nella Strategia del 2017 parlava di “contenere l’aggressione e l’eversione russa”.
Soprattutto, è un approccio incompatibile con molte delle idee europee su come gestire Mosca: la Strategia americana significa fine delle sanzioni, niente oneri eccessivi sulla Russia per ricostruire l’Ucraina, nessuna pretesa di far rispondere Vladimir Putin e il suo establishment davanti a qualche tribunale internazionale.
Soltanto affari, subito, e nell’interesse degli americani.
In un commento a caldo, lo storico militare Phillips O’Brien ha scritto:
Quel che è chiaro è che gli Stati Uniti sotto Trump non considerano più la Russia una minaccia e non intendono nemmeno più fingere di farlo. Quella formula non viene mai pronunciata e non vengono predisposti piani militari per dissuadere la Russia (e non c’è nulla di specifico neppure sulla Cina).
Almeno questa parte della lunga messinscena, iniziata dopo il disastroso discorso di Vance e l’agguato a Zelensky nello Studio Ovale che si è rivelato un boomerang, può dirsi conclusa.
Ora Trump sembra mettere Meloni e gli altri leader europei di fronte a una scelta netta: chi si allea con il mondo MAGA e lavora per indebolire i valori e il progetto europeo, riceverà il pieno sostegno degli Stati Uniti.
Chi si muove nella direzione opposta, chi è europeista nel senso di Emmanuel Macron e rivendica un’autonomia strategica dell’Unione, è un nemico dell’interesse nazionale americano e come tale verrà trattato.
Gli equilibri politici dentro l’Unione si stanno muovendo, ormai il Parlamento e la stessa Commissione europea si basano su una maggioranza ufficiale di larghe intese con Socialisti Popolari e Liberali, e su una di fatto, quando necessario, che si sbilancia verso destra. Dunque tutta l’Europa si sta spostando più a destra, ma non nei modi e con gli obiettivi che la Strategia americana auspica.
L’America trumpiana non vuole che ci sia un’Unione europea più allineata, vuole che ci siano Paesi più allineati senza l’ingombro dell’Unione, come si capisce da un passaggio del documento che parla di Europa come “gruppo di nazioni allineate”, senza alcun riferimento alla dimensione comunitaria.
Eppure l’Unione europea esiste, e per una singolare coincidenza temporale, proprio nel giorno della pubblicazione della National Security Strategy americana ha fatto una di quelle cose che il documento di Washington considera più problematiche: ha sanzionato X, la piattaforma social di Elon Musk, con 120 milioni di euro di multa per violazione degli obblighi di trasparenza e tutela degli utenti previsti dal Digital Services Act, una di quelle leggi che i trumpiani considerano repressive della libertà di espressione.
Giovedì, poi, la Commissione ha lanciato anche un’indagine antitrust su META per come l’azienda sta integrando l’intelligenza artificiale nel sistema di messaggistica WhatsApp: “Dobbiamo assicurarci che cittadini e imprese europee possano beneficiare pienamente di questa rivoluzione tecnologica e intervenire per impedire che i grandi operatori digitali dominanti abusino del loro potere per escludere dal mercato i concorrenti innovativi”, ha detto la commissaria Teresa Ribera.
L’antitrust, come la politica commerciale, è uno dei pochi ambiti dove la Commissione europea ha veri poteri autonomi, e finora li ha esercitati. E infatti il terreno di scontro con l’amministrazione Trump è stato – al netto delle polemiche più verbali che di sostanza sui dazi – soprattutto sulle regole per le imprese tecnologiche.
Difendere mercato unico, concorrenza, privacy e dati degli europei però ormai non è più una questione separata dal resto, cioè dall’Ucraina, dalla spesa militare, dalla NATO, dalle interferenze politiche.
I leader europei e i funzionari di Bruxelles hanno sempre presentato il rispetto delle regole in campo digitale come una dimostrazione concreta dell’ordine fondato sullo Stato di diritto e sull’apertura che l’Unione europea voleva costruire.
Dunque non sanzioni politiche alle piattaforme americane in quanto tali, ma regole uguali per tutti fatte rispettare dalla Corte di giustizia.
Adesso Trump e i suoi cambiano il quadro di riferimento: gli Stati Uniti non sono più un partner dialogante che accetta quello schema, non sono più neppure la potenza garante sul piano della sicurezza di quell’esperimento di crescita inclusiva e pacifica che è stata l’Unione europea finora.
Con la nuova National Security Strategy gli Stati Uniti sono un nemico esterno e aggressivo dell’Unione europea come progetto politico.
Spetta ora ai leader europei, nei singoli Stati membri, ma anche ai cittadini, capire come adeguare le proprie aspettative e le proprie scelte a un mondo nel quale gli Stati Uniti ci trattano come nemici.
Il concetto di “nazionalismo occidentale” che Giorgia Meloni aveva provato ad accennare come possibile sintesi del rapporto tra Europa e America viene spazzato via da questa nuova National Security Strategy che contempla solo la logica dell’America First e richiede atti di sottomissione agli altri.
Se un’identità europea esiste, adesso è il momento giusto per farla emergere in contrapposizione alla visione del mondo che l’amministrazione Trump ha delineato in questo documento.
(Estratto da Appunti)




