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Craxi

La storia di Craxi e del Psi nei quadri di Deanna Milvia Frosini

L'articolo di Paola Sacchi.

 

C’è anche il quadro fatto arrivare da Hammamet, dove tornerà, che raffigura Bettino Craxi con la sahariana dell’esilio, l’espressione pensierosa e sofferente, un cellulare, “l’unico strumento di comunicazione con la sua Italia lontana”, dice la figlia Stefania.

Accanto, i quadri con Sandro Pertini, i martiri del socialismo riformista e liberale, dai fratelli Rosselli a Giacomo Matteotti ritratto da solo nell’aula parlamentare, “solo, perché abbandonato dal massimalismo socialista e dai comunisti”, ricorda Stefania Craxi che, con la omonima Fondazione da lei creata e presieduta da Margherita Boniver, non si è dimenticata dell’artista, autrice di questi quadri, la gran parte dei quali erano nella sala Nenni dove si riuniva la direzione del disciolto Psi in Via del Corso a Roma: la pittrice, il cui percorso si intrecciò con quello di intellettuali come Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Dacia Maraini, è Deanna Milvia Frosini, scomparsa un anno fa.

Ora la mostra dei suoi quadri, donati alla Fondazione Craxi, dal titolo “Pagine di storia della libertà – Il pantheon socialista” inaugurata ieri è esposta alla Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, in Piazza della Minerva 38 a Roma. Sarà possibile visitarla gratuitamente da oggi 25 febbraio al 31 marzo, il lunedì e il venerdì. Frosini, personaggio “schivo e riservato”, come ricorda la senatrice Craxi e con lei il direttore generale della Fondazione Nicola Carnovale, pagò la sua amicizia fino alla fine con lo statista socialista in termini di riconoscimento della sua capacità di artista iperrealista, “dalle forme descrittive nette e chiare”, dai “colori vivi” e “la passione per la natura sempre presente”, ricorda la scrittrice Maraini.

Deanna, dice Carnovale, ha potuto usufruire della legge Bacchelli (di sostegno agli artisti) grazie all’iniziativa di Stefania Craxi, la figlia del leader che volle da premier quella “legge di civiltà”. Eppure, come ricorda Stefania, “Deanna è l’artista dei ritratti dei presidenti della Repubblica esposti a Palazzo Chigi”. Ora l’obiettivo è trovare una casa permanente ai quadri di Frosini, fatti restaurare. Vittorio Sgarbi, all’inaugurazione della mostra, alla quale hanno mandato un messaggio il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, proporrà che quella “casa” la si trovi nella sua Ferrara, per altro “anche la città del ministro”.

Attraverso alcune opere dell’artista, scomparsa lo scorso maggio , che soggiornò per lunghi periodi a Hammamet negli ultimi anni di Craxi, e nota al grande pubblico per essere stata la ritrattista dei presidenti della Repubblica, la Fondazione vuole “ricordare con il linguaggio della sua pittura, connotato dalla pura e semplice verità visiva del mondo e della storia, personalità di primo piano della centenaria epopea del socialismo italiano, la cui vicenda umana ancor prima che politica ha segnato le pagine più nobili ed esaltanti della storia dell’Italia unita e della vicenda repubblicana”. Da Matteotti a Giuseppe Di Vagno, Bruno Buozzi, Carlo e Nello Rosselli, personalità come Anna Kuliscioff, Filippo Turati e Sandro Pertini, protagonisti che hanno legato il loro nome a grandi battaglie civili e sociali come Loris Fortuna. Il tutto sotto lo sguardo di Frosini.

“Guardate i ritratti di Deanna. C’è l’ossessione del volto in ogni volto. Cosa esprimono i ritratti di Deanna? Lo stupore di essere espressivi”, scrisse dell’artista Moravia. La mostra, chiosa Stefania Craxi, “riannoda i fili di una storia che rese il nostro Paese più libero e democratico”.

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