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Putin Russia Dopo Navalny

Mire e problemi di Putin

Che cosa succede davvero in Russia con Putin dopo la morte di Navalny e l'intervista di Carlson. L'analisi di Francesco D'Arrigo, direttore dell'Istituto Italiano di Studi Strategici "Niccolò Machiavelli".

La morte di Aleksei Navalny, il principale oppositore politico del presidente Vladimir Putin, ed i messaggi lanciati nell’intervista concessa al giornalista trumpiano Tucker Carlson sono una ulteriore dimostrazione che il regime è debole, la sua economia in estrema difficoltà a causa delle sanzioni e Putin teme e reprime con estrema brutalità qualsiasi forma di dissenso. L’uccisione di Navalny è un messaggio chiaro per qualsiasi oppositore politico, per la società civile e per chiunque osi sfidare il regime autoritario e antidemocratico putiniano.

La campagna elettorale per le presidenziali della Federazione russa del 2024 è iniziata e le elezioni sono tali solo per modo di dire: il voto si svolgerà anche nei territori ucraini occupati illegalmente, perché nonostante non si tratti di elezioni libere e gli oppositori politici vengano eliminati anche fisicamente, Putin le vincerà anche questa volta e le considererà una approvazione della sua “operazione militare speciale” in Ucraina, perché i regimi dittatoriali pretendono la legittimazione dal popolo.

Lo show organizzato in favore del presidente russo dal giornalista Tucker Carlson, recentemente licenziato da Fox News perché ha contribuito a diffondere teorie complottiste suprematiste e fake news sui brogli che avrebbero favorito il presidente Joe Biden nelle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America del 2020, ha certamente rappresentato un’occasione imperdibile per il presidente Putin. Parlare in lingua inglese per oltre 2 ore, direttamente e senza alcun contradditorio, a centinaia di milioni di ascoltatori in tutto il mondo, gli ha permesso di diffondere il suo revisionismo storico ed un lungo elenco di distorsioni, manipolazioni e falsificazioni degli eventi, che fanno parte della strategia di information warfare e political interference del Cremlino nelle prossime elezioni Usa ed europee.

Quali sono stati i 10 principali messaggi lanciati dal presidente Putin durante la pseudo-intervista di Carlson?

1.  Ha nuovamente ribadito che l’Ucraina è uno “Stato artificiale” creato da Lenin e Stalin ed ha avanzato rivendicazioni territoriali sulle sue terre, proponendo di dividerla trasferendo quelle che chiama le “terre storiche” degli Stati vicini rispettivamente alla Russia, alla Polonia, all’Ungheria, alla Romania

“… Secondo i protocolli Molotov-Ribbentrop, parte di questi territori passarono alla Russia, compresa l’Ucraina occidentale. La Russia, sotto il nome di Unione Sovietica, tornò così ai suoi territori storici…

… l’Ucraina sovietica ha ricevuto un enorme numero di territori che non hanno mai avuto nulla a che fare con essa, in primo luogo la regione del Mar Nero…

…Dopo la Seconda guerra mondiale, l’Ucraina ha ricevuto un’altra parte non solo dei territori polacchi prima della guerra – oggi Ucraina occidentale – ma anche parte dei territori ungheresi e parte di quelli rumeni. Una parte dei territori è stata sottratta anche alla Romania e all’Ungheria e questi territori sono entrati a far parte dell’Ucraina sovietica e sono ancora lì. Pertanto, abbiamo tutte le ragioni per dire che, ovviamente, l’Ucraina, in un certo senso, è uno Stato artificiale creato per volontà di Stalin. In questo senso, naturalmente, devono restituire queste loro terre …”

2.  Pretende che l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, interrompa la fornitura di armi e assistenza militare all’Ucraina

“…se volete davvero fermare i combattimenti, dovete interrompere la fornitura di armi – tutto finirà nel giro di poche settimane, ecco tutto”.

Alle affermazioni del leader della maggioranza del Senato Usa – Chuck Schumer, che ha detto che gli Stati Uniti devono continuare a finanziare l’Ucraina, o alla fine i soldati americani dovranno combattere in Ucraina, il presidente Putin ha risposto con la sua solita minaccia di escalation e blandendo l’Amministrazione Biden: “… si tratta di una provocazione, per di più a buon mercato. Non capisco perché i soldati americani dovrebbero combattere in Ucraina. Se qualcuno ha il desiderio di inviare truppe regolari, questo porterà certamente l’umanità sull’orlo di un conflitto globale molto serio. È ovvio.

Gli Stati Uniti ne hanno bisogno? Per cosa? A migliaia di chilometri dal territorio nazionale! Non avete niente da fare? Avete un sacco di problemi al confine, problemi con l’immigrazione, problemi con il debito nazionale – più di 33 trilioni di dollari. Non c’è niente di meglio da fare – avete bisogno di combattere in Ucraina?”.

3.  Putin è preoccupato per l’effetto delle sanzioni e soprattutto per la riduzione delle esportazioni di gas russo verso l’Europa e chiede di  ripristinarli

“… Nord Stream 1 è stato danneggiato, ma l’altra pipeline è viva e vegeta e può fornire gas all’Europa, ma la Germania non la apre. C’è un’altra via del gas che attraversa la Polonia, Yamal – Europa, che può essere percorsa da un grande flusso. La Polonia l’ha chiusa e sta approfittando dei tedeschi, ricevendo denaro dai Fondi europei, e il principale donatore di questi fondi paneuropei è la Germania. La Germania finanzia la Polonia che però ha chiuso le vie del gas per la Germania. Per quale motivo? Non capisco. Chiedeteglielo. Le persone lì sono molto incompetenti…”.

4.  È sensibile alle sanzioni dell’Occidente contro le riserve valutarie russe, definendole “un colpo alla potenza americana, un enorme segnale di allarme per il mondo intero”

” …Il dollaro è l’arma principale per mantenere il potere degli Stati Uniti nel mondo.

 Guardate cosa sta succedendo nel mondo. Anche tra gli alleati degli Stati Uniti, le riserve di dollari stanno diminuendo. Tutti guardano a ciò che sta accadendo e iniziano a cercare modi per proteggersi. Ma se nei confronti di alcuni Paesi gli Stati Uniti applicano misure restrittive come la limitazione dei pagamenti, il congelamento dei beni e così via, questo è un enorme allarme e un segnale minaccioso per tutto il mondo…

Gli Stati Uniti hanno deciso di limitare i nostri pagamenti in dollari. Penso che sia un’assurdità assoluta, dal punto di vista degli interessi degli Stati Uniti stessi, dei contribuenti degli Stati Uniti. Perché è un colpo all’economia statunitense e mina il potere degli Stati Uniti nel mondo…”.

5.  Putin afferma che l’Occidente è storicamente condannato al declino

“… nel 1992, a mio avviso, la quota dei Paesi del G7 nell’economia mondiale era del 47%, e nel 2022 è scesa, credo, a qualcosa come il 30%. La quota dei Paesi BRICS nel 1992 era solo del 16%, ma ora supera il livello dei “sette”. E questo non è legato a nessun evento in Ucraina. Le tendenze nello sviluppo del mondo e dell’economia globale sono quelle che ho appena citato, e questo è inevitabile.

Questo continuerà ad accadere: come il sorgere del sole, è impossibile fermarsi…”.

6.  Putin ha annunciato l’intenzione di sbarazzarsi delle persone che considera “nazisti” – denazificazione – tra cui Vladimir Zelensky (che ha già tentato di fare eliminare fisicamente)

“…Il Presidente, l’attuale Presidente dell’Ucraina di oggi, viene applaudito dal Parlamento canadese, gli fa una standing ovation! Come possiamo dire di aver sradicato completamente questa ideologia se ciò che vediamo accade oggi? Questo è il significato di denazificazione nella nostra concezione. Dobbiamo sbarazzarci di quelle persone che abbandonano questa teoria e questa pratica nella vita e cercano di conservarla: ecco cos’è la denazificazione. Questo è ciò che intendiamo…”.

7.  Putin ha annunciato l’immutabilità degli obiettivi principali della sua guerra contro l’Ucraina: l’eliminazione della sua statualità e la completa assimilazione degli ucraini

“… In questo senso, ciò che sta accadendo è, in una certa misura, un elemento di guerra civile. E tutti in Occidente pensano che i combattimenti abbiano separato per sempre una parte del popolo russo dall’altra. No, la riunione avverrà. Non è andata da nessuna parte.Perché le autorità ucraine stanno rinnegando la Chiesa ortodossa russa? Perché non unisce il territorio, ma l’anima, e nessuno potrà dividerla…”.

8.  Ha evidenziato la sua disponibilità a negoziare con l’Occidente e l’Ucraina, alle sue condizioni, e di condividere quanto negoziato nell’accordo di Istanbul, bloccato dal primo ministro britannico Boris Johnson

“… Abbiamo negoziato con l’Ucraina a Istanbul, ci siamo accordati, lui lo sapeva. Inoltre, il capo del gruppo negoziale, il signor Arakhamia, credo sia il suo cognome, ha persino apposto la sua firma preliminare sul documento di cui vi sto parlando. Ma poi ha dichiarato pubblicamente al mondo intero: “Eravamo pronti a firmare questo documento, ma il signor Johnson, allora primo ministro della Gran Bretagna, è venuto, ci ha dissuaso e ha detto che era meglio combattere contro la Russia.

 … abbiamo negoziato un ottimo documento a Istanbul, che è stato siglato dal capo della delegazione ucraina. La sua firma è apposta su un estratto di questo accordo – non su tutto, ma su un estratto. Ha apposto la sua firma e poi ha detto: “Eravamo pronti a firmare e la guerra sarebbe finita molto tempo fa, un anno e mezzo fa. Ma il signor Johnson è venuto a dissuaderci e abbiamo perso questa occasione…”.

“… Un anno e mezzo fa avremmo potuto fermare queste ostilità, fermare questa guerra, ma gli inglesi vi hanno convinto a rifiutare. Dov’è ora il signor Johnson? E la guerra continua…”.

“…Non è meglio trovare un accordo con la Russia? Arrivare a un accordo, comprendendo già la situazione che si sta sviluppando oggi, comprendendo che la Russia combatterà per i suoi interessi fino alla fine e, comprendendo questo, di fatto, tornare al buon senso, iniziare a rispettare il nostro Paese, i suoi interessi e cercare soluzioni? Penso che sia molto più intelligente e razionale…”.

“…Se l’amministrazione Zelensky in Ucraina ha rifiutato di negoziare, presumo che lo abbia fatto su istruzioni di Washington. Ora, se a Washington si accorgono che questa è una decisione sbagliata, che la abbandonino…”.

9.   Putin ha annunciato uno degli obiettivi della sua proposta negoziale: mantenere tutti i territori ucraini occupati

“…Sapete, questo è l’argomento dei negoziati che nessuno vuole condurre con noi, o, più precisamente, vogliono farlo, ma non sanno come. So cosa vogliono – non solo lo vedo, ma so anche cosa vogliono, ma non riescono a capire come farlo. L’abbiamo pensato e portato nella situazione in cui ci troviamo. Non siamo stati noi a portarlo a questo punto, ma i nostri “partner” e avversari. Bene, ora che pensino a come ribaltare la situazione. Noi non ci rifiutiamo”.

 10.   Ha annunciato la sua disponibilità a trattare (negoziare) sullo scambio del giornalista americano Evan Gershkovich, preso in ostaggio, con l’ufficiale dei servizi speciali russi killer professionista Vadim Krasikov, che ha ucciso il ceceno Zelimkhan Khangoshvili a Berlino nel 2019

“… in linea di principio siamo pronti a dire che non escludiamo la possibilità di farlo con una contromossa dei nostri partner. E quando dico “partner”, intendo soprattutto i rappresentanti dei servizi speciali. Sono in contatto tra loro e discutono di questo argomento. Non abbiamo alcun tabù sul fatto di non risolvere questo problema. Siamo pronti a risolverlo, ma ci sono alcune condizioni che vengono discusse attraverso i canali dei partner tra i servizi di intelligence. Mi sembra che possiamo essere d’accordo su questo. I contatti ci sono, lasciamoli lavorare. Possiamo arrivare a un accordo ora, ma dobbiamo solo negoziare…”.

Analizzare dettagliatamente l’intero monologo del presidente Putin richiede spazio e tempo considerevoli, perché vi sono molti altri temi che ha affrontato, come i motivi secondo i quali la Russia abbia “sciolto” l’URSS in nome della “cooperazione e alleanza con l’Occidente”. Sull'”inganno” della Russia da parte dell’Occidente, che ha “promesso” di non espandere la NATO a Est. Sul suo “disaccordo” con l’espansione della NATO, sull'”appropriazione militare” del territorio ucraino da parte della NATO e sulle “basi militari NATO” in Ucraina. Si è espresso sulla leadership ucraina, che sotto il completo controllo degli Stati Uniti, ha improvvisamente annunciato che non avrebbe applicato gli accordi di Minsk e parallelamente, sviluppato strutture militari della NATO con il pretesto di creare centri per l’addestramento e la riqualificazione del personale, creando basi militari americane e inglesi sul territorio dell’Ucraina, creando minacce per la Federazione russa. Ed ancora, ha incolpato gli Stati Uniti ed i suoi satelliti di sostenere il terrorismo nel Caucaso settentrionale.

Si è lungamente soffermato sul ruolo della CIA nel fomentare l’opposizione in Russia, nel sostenere la rivoluzione di Maidan, sul sabotaggio del Nord Stream, sul “colpo di Stato” in Ucraina nel 2014 ed ovviamente su come gli ucraini abbiano iniziato la guerra nel Donbass nel 2014 e nel 2022, e che lui abbia deciso di porvi fine nel 2022.

Ha anche affermato che la Federazione russa ha una cultura orientata alle persone “… in tutte le religioni mondiali di cui ho appena parlato e che sono religioni tradizionali della Federazione Russa, i valori principali sono molto simili, se non addirittura uguali. Le persone che professano religioni diverse in Russia considerano la Russia la loro Madrepatria – non hanno un’altra Madrepatria. Siamo insieme, questa è una grande famiglia. E i nostri valori tradizionali sono molto simili. è noto a tutti l’atteggiamento “attento” delle autorità russe nei confronti della cultura e delle religioni dei popoli conquistati: quando la Russia si è espansa e ha assorbito altri popoli che professano l’Islam, il buddismo, l’ebraismo, la Russia è sempre stata molto leale nei confronti di quei popoli che professano altre religioni…

…le autorità russe sono sempre state molto attente alla cultura e alla religione dei popoli che entravano nell’Impero russo … “.

Ovviamente l’intervista si conclude ribadendo l'”impossibilità” di una vittoria militare dell’Occidente sulla Russia: “… per qualche motivo, tutti si illudono che la Russia possa essere sconfitta sul campo di battaglia – per arroganza, ma non da una grande mente”.

Da questa lunga pseudo-intervista, oltre alla narrazione putiniana della guerra di aggressione, mai dichiarata, della Russia contro l’Ucraina, si possono certamente estrapolare i risvolti ideologici di una lettura della realtà che non è più soltanto geopolitica ma anche religiosa. L’aspirazione del presidente Putin è quella di costruire un nuovo ordine mondiale contro l’Occidente globalizzato – nemico della civiltà russa.

Per portare a termine questo progetto, il regime putiniano sta utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione, ad iniziare dalla potenza della Chiesa Ortodossa (trasnazionale), di cui è Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Vladimir Michajlovic Gundjaev – Kirill (Cirillo I) – che guida 165 milioni di fedeli sparsi per il mondo ed ha “benedetto” la guerra di Putin all’Ucraina. Grande amico del presidente sin da quando entrambi erano agenti del KGB, dal suo stretto legame con la Chiesa, Putin utilizza una nuova visione teologica per attirare nell’orbita di Mosca i cittadini russofoni dei territori perduti della ex Unione Sovietica. Una forma di soft power che trasforma la fede in nazionalismo e legittimazione imperiale, che unitamente alla minaccia rappresentata dalla Proxy War Strategy russa (interamente affidata a gruppi di miliziani privati ed utilizzata con successo nell’invasione della Crimea e del Donbass) destano profonda preoccupazione negli Stati baltici.

Il Cremlino attua una politica estera sempre più aggressiva sino ad essere diventata un’espansione imperialistica che sta cogliendo impreparato l’Occidente, che al di là dell’invasione ucraina ha assunto dimensioni globali e spaziali, andando dal Medio Oriente (oggi la Russia è presente anche a Gaza) all’Africa, all’Asia, al Sud America, all’Artico e che si sta rafforzando anche nello Spazio. Un espansionismo legato al gruppo Wagner ma soprattutto al dispiegamento di forze militari nelle aree di crisi. Una dottrina politico-militare che utilizza senza alcun limite le diverse forme di guerra ibrida, che permettono di effettuare attacchi meno cruenti ma dagli effetti altrettanto devastanti con la cyber warfare, che usa la destabilizzazione politica, la guerra psicologica, senza escludere la forza militare tradizionale.

In questo preoccupante scenario di radicale rigetto dell’Occidente da parte del presidente Putin, le sconcertanti dichiarazioni sulla NATO dell’ex presidente americano e candidato repubblicano alle prossime elezioni – Donald Trump – rappresentano un grave degrado della leadership politica del partito Repubblicano ed un potenziale sprone per l’ideologia di sopraffazione dell’ex colonnello del KGB, che dopo aver soffocato ogni forma di libertà al popolo russo, che la ama quanto noi occidentali, ha fatto ripiombare l’Europa nel buio della guerra.

Senza una mobilitazione diplomatica e militare dell’Unione Europea, molto più forte di quella che abbiamo visto finora, in grado di farle assumere un ruolo attivo nelle crisi che che stanno stravolgendo gli assetti geopolitici, l’Ucraina non sarà in grado di sopravvivere. Senza una presa di coscienza del pericolo che una resa all’espansionismo russo comporterebbe per la nostra sicurezza collettiva, la strategia di Mosca di guadagnare tempo e di puntare sulla stanchezza dei governi e dell’opinione pubblica rischia di dare i suoi frutti. Non possiamo permettere che ciò accada.

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