La passione che lo animava nei dibattiti sull’energia era la stessa dagli anni della militanza politica in gioventù.
Identici anche il rigore intellettuale, la voglia di capire e di spiegare oltre i facili schematismi e gli slogan, il rispetto per le posizioni altrui anche quando non era d’accordo (e non te lo mandava certo a dire).
Come anche la coerenza delle idee – sul nucleare e non solo – che non era vuota testardaggine né tanto meno anticonformismo di maniera, ma atteggiamento consapevole di chi sa che le grandi trasformazioni, anzi meglio le transizioni come quella che stiamo vivendo richiedono un approccio lungimirante e sistemico, scelte ponderate e, soprattutto, tempi lunghi.
Con alcuni punti fermi: primo fra tutti che l’ambiente si difende con il progresso, non dal progresso.
L’esatto contrario di certo ambientalismo ideologico e salottiero che non perdeva occasione di criticare.
Chi negli anni lo ha seguito soprattutto su Linkedin, dove meglio che altrove poteva sviluppare sine ira ac studio ragionamenti e argomenti non sempre facili, non farà fatica a riconoscere in Umberto Minopoli un interlocutore mai banale e sempre attento. E pronto all’ennesima battaglia.
Ci mancherà.
Ciao, Umberto.