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Salvini

Meloni saluta la coalizione di centrodestra?

Temi e priorità della conferenza programmatica "Italia, Energia da liberare" di Fratelli d'Italia, il partito presieduto da Giorgia Meloni. La nota di Paola Sacchi

 

È l’appuntamento dell’orgoglio di una forza che, partita dal 4 per cento, è arrivata in testa ai sondaggi. Appuntamento al Nord, a Milano, dove non era esattamente di casa come a Roma. E’ la conferenza programmatica “Italia, Energia da liberare”, con cui Fratelli d’Italia si candida a guidare il Paese, ma Giorgia Meloni non strappa con gli alleati, che sostengono il governo Draghi. Li sfida certamente, ma non ne parla. Il centrodestra, inteso come coalizione intera, di governo e opposizione, è assente nel suo discorso al MiCo di Milano.

Se questo è certamente ulteriore segno della sfida, della freddezza dei rapporti con Lega e Forza Italia dai giorni del Mattarella bis, cosa che ha fatto descrivere la conferenza di Milano come il “lancio di un’Opa sul centrodestra”, può però essere interpretato anche come il segno della volontà e necessità di tenere un canale aperto.

Soprattutto in vista delle Amministrative, che registrano la grave spaccatura in Sicilia. Matteo Salvini si è detto pronto a un vertice in presenza del centrodestra “anche domani” e ha fatto un appello “perché il centrodestra resti unito ovunque, siamo già uniti nella gran parte dei Comuni al voto”. Ma, intanto, Meloni, di fronte ai suoi oltre 4500 delegati, pensa a consolidare FdI, promette: “Saliremo ancora, ma continuando a tenere, come gli alpini, i piedi ben piantati per terra”.

Fissa FdI nella cornice di una forza “conservatrice”, “patriottica”, che a Milano ha chiamato a discutere personaggi esterni, da Giulio Tremonti a Marcello Pera, Carlo Nordio, Luca Ricolfi, esponenti del mondo dell’economia come Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Terna, Matteo Zoppas.

Rivendica, Meloni, che riserva gli strali più duri ai ministri Luigi Di Maio e Roberto Speranza, la qualità della classe dirigente di Fratelli d’Italia. Ribadisce l’asse atlantico: “Nessuna svolta, è dalla fine degli anni 40 che la destra ha questa collocazione”, la difesa dell’Ucraina: “Se soccombesse, il vero vincitore non sarebbe la Russia di Putin, ma la Cina capital-comunista e l’Europa finirebbe probabilmente in una posizione di subordinazione”.

Ma ne ha anche per Biden e chiede a Usa e Ue meccanismi di compensazione per i Paesi che più risentiranno delle sanzioni: “Non facciamo i muli da soma dell’Occidente”. Quanto all’Europa, la presidente di FdI rilancia la “Confederazione”, in armonia “con le Nazioni”. Dalla parte dell’Occidente, quindi, che però “si è venduto l’anima” e per un nuovo “Risorgimento” che “faccia tornare l’Italia una grande nazione”.

Per la politica interna è soprattutto la politica dei Cinque Stelle sul reddito di cittadinanza nel mirino di Meloni che rimette al centro “il merito”. Parla anche della diminuzione della pressione fiscale, “a partite dalle tasse sul lavoro”.

I temi, seppur declinati con toni e sfumature diverse, sono gli stessi degli alleati del centrodestra di governo. In più Meloni annuncia che FdI farà la campagna elettorale per le Politiche del 2023 anche con il suo cavallo di battaglia per la riforma presidenzialista.

Il centrodestra andrà unito all’appuntamento?

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