Più che confronto sul merito saranno le prove generali per Elly Schlein in particolare e per Giorgia Meloni di polarizzazione degli schieramenti e delle rispettive leadership. Ma non sarà come tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi, entrambi leader delle due coalizioni: centrodestra e Ulivo, poi Unione.
Sarà il confronto, il 23 maggio nel salotto televisivo di Bruno Vespa Porta a Porta, tra le leader dei principali partiti del centrodestra e del centrosinistra, campo largo. Meloni, premier, a capo di FdI che è il maggiore partito dell’unica vera coalizione sul campo, cioè il centrodestra che però è coalizione con leadership plurali; Schlein invece leader a capo del principale partito di sinistra, il Pd, alleato ma non sempre coalizzato con i Cinque Stelle di Giuseppe Conte, alleati e al tempo stesso sfidanti interni per la leadership del cosiddetto campo largo. Resta poi staccato il centro ora separato di Matteo Renzi e Carlo Calenda.
Insomma, il quadro pur bipolare non è così bipolarizzato come ai tempi di Berlusconi e Prodi. E il duello non avviene alla vigilia delle Politiche. Ma alla vigilia della prova generale di leadership all’interno dei rispettivi campi che avverrà alle Europee, con la presenza di ben tre leader di partito candidati, oltre a Meloni e Schlein ci sarà anche il segretario azzurro, Antonio Tajani. Elezioni dove ognuno nel centrodestra e nel centrosinistra correrà per sé con il proporzionale, accentuando la propria identità. Il duello Meloni-Schlein tanto atteso nel salotto di Vespa non a caso ha un effetto moltiplicatore.
“Matteo Salvini è pronto a confrontarsi con Giuseppe Conte, accettando l’invito di Bruno Vespa, e ha già espresso una preferenza sulle date proposte dalla trasmissione”,
fa sapere in serata una nota della Lega.
È un contesto sicuramente inedito quello in cui si prepara il duello tv tra le due leader, per la prima volta due donne alla guida dei principali partiti dei due schieramenti avversari. Un confronto che sembra particolarmente utile a Schlein alle prese di fatto anche con un referendum interno al Pd sulla sua leadership, sempre più incalzata anche dall’esterno da Conte. Mentre a Meloni la polarizzazione servirà a rafforzarsi sugli alleati. Che però a maggior ragione in vista delle Europee dove si misureranno da soli con il proporzionale è fisiologico che non siano intenzionati a concedere a Meloni lo scettro unico della leadership della coalizione che resta plurale.
Altra cosa è la premiership dettata dai numeri elettorali delle Politiche del 2022 con FdI a larga maggioranza primo partito. Non a caso a Meloni-Schlein ora dovrebbe seguire anche un Salvini-Conte e chissà forse ci saranno altri duelli.