Cambio della guardia alla Nato: l’olandese Mark Rutte assume oggi la carica di Segretario generale dell’Alleanza, sollevando il norvegese Jens Stoltenberg dopo “un decennio difficile”, segnato dal ritorno della guerra in Europa, dal confronto con la Russia, dal fallimento in Afghanistan e dalla prova della presidenza di Donald Trump, che rimane una fonte di incubi se dovesse tornare alla Casa Bianca dopo le elezioni di novembre.
RUTTE AL POSTO DI STOLTENBERG ALLA NATO
Un ex primo ministro succede a un ex capo di governo. Questo era il requisito fissato da Washington. Per il resto, i due uomini sono molto diversi. Freddo e solido, il norvegese Jens Stoltenberg, a 64 anni, è proprio come il quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles. Queste due qualità, in un momento di tensione e antagonismo con Mosca, hanno convinto i leader dei 31 paesi della Nato a chiedergli, nel giugno 2023, di prolungare il suo mandato alla guida dell’organizzazione per un altro anno, in assenza di un consenso sui contendenti alla sua successione.
I PASSI DI STOLTENBERG
È stato necessario pregarlo, persino torcergli il braccio, per convincerlo ad accettare, perché il rinnovo doveva essere accettato di comune accordo. “Stoltenberg è il massimo comune denominatore in un contesto di forti divisioni e differenze sull’Ucraina”, ci ha spiegato un diplomatico europeo. “Stoltenberg non lo chiedeva, ma si è dimostrato solido nella crisi”, ha sottolineato. Il norvegese fa gli interessi degli Stati Uniti, piace ai turchi, i francesi hanno imparato ad apprezzarlo e fa comodo ai tedeschi. Gli europei dell’Est volevano il posto, ma sanno di dover aspettare. I britannici si sono messi fuori gioco uscendo dall’Ue con la Brexit.
COSA CAMBIA NELLA NATO CON RUTTE
Il posto di Segretario generale va a un europeo – gli Stati Uniti hanno il comando militare – e i membri dell’Ue, forti del loro numero (23 su 32 dopo l’adesione di Finlandia e Svezia) lo hanno assicurato a uno di loro. La scelta è caduta su Mark Rutte, 57 anni, liberatosi dopo la caduta del suo governo. L’uomo è sfuggente e al contempo facilmente avvicinabile. Ma, dietro il suo sorriso ironico, Rutte è tutt’altro che un dilettante. Membro del club dei “frugali” quando era a capo del governo olandese, è un negoziatore duro e fatica a nascondere i suoi modi populisti e sprezzanti, che gli sono valsi molte inimicizie nei paesi meridionali dell’Ue.
CHI E’ MARK RUTTE
L’olandese ha dimostrato di possedere le qualità necessarie per l’incarico di fronte agli oppositori alla sua nomina. Ha giurato fedeltà al presidente turco Recep Tayyip Erdogan e ha concluso un accordo poco onorevole con il primo ministro ungherese, Viktor Orban, esonerando l’Ungheria da ogni sostegno all’Ucraina e autorizzando a condurre una “missione di pace” clientelare da Vladimir Putin, da cui acquista petrolio e gas. Orban sarà il problema principale di Rutte. La Nato è un’alleanza creata nel 1949, al culmine della guerra fredda con l’Urss, per garantire la difesa dei suoi membri. Tutti per uno, uno per tutti. Ma questo motto viene messo in discussione dal governo ungherese a causa della sua vicinanza a Putin. In caso di invasione russa, è improbabile che “l’Ungheria opponga resistenza”, ha dichiarato la scorsa settimana Balázs Orbán, uno stretto collaboratore del primo ministro. La dichiarazione ha raggelato l’atmosfera alla Nato e solleva la questione dello status dell’Ungheria all’interno dell’Alleanza. Mark Rutte dovrà rispondere rapidamente a questa domanda, che è stata elusa dal suo predecessore.
COSA FARA’ RUTTE ALLA NATO
Il lavoro non è affascinante. L’Alleanza non ha soldi e poche risorse proprie. Dipende totalmente dai suoi Stati membri. Il Segretario generale ha ruolo che va dallo strizzacervelli al sensale. Deve parlare con tutti, ascoltare, trovare un terreno comune, allentare le tensioni, negoziare compromessi, non dire mai più di quanto sia stato autorizzato a comunicare e non mettersi mai al centro della storia. “Mark Rutte ha l’esperienza e il know-how necessari. Ha guidato governi di coalizione e sa come scendere a compromessi quando necessario”, ha sottolineato Jens Stoltenberg in una delle sue ultime apparizioni pubbliche durante il suo tour di addio. I due uomini si conoscono dal 2010 e Jens Stoltenberg ha dichiarato di avere “piena fiducia in lui”.
Nulla predisponeva il flemmatico norvegese a prendere nel 2014 le redini dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, un’alleanza militare formata nel 1949 dagli Stati Uniti e da 11 Paesi europei per difendersi dall’Unione sovietica. Negli anni 1970, da adolescente, Stoltenberg lanciava pietre contro l’ambasciata americane per denunciare la guerra in Vietnam. Poi si è avvicinato ai circoli radicali ostili alla Nato e alla Comunità europea. Da ministro, ha protestato contro gli esperimenti nucleari francesi a Mururoa partecipando a una staffetta ciclistica Oslo-Parigi nel 1995.
(Estratto dal Mattinale europeo)