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Draghi

Caos Draghi?

La lettera dell'avv. Antonio De Grazia.

 

Gentile direttore,

oggi il vostro umile scribacchino ha le paturnie.

“In Parlamento si vota tutto, con il dissenso di qualche irregolare. Sinceramente non vorrei essere il Presidente votato da un Parlamento così. Però, si sa, o Draghi o il caos… Io mi chiedo se Draghi e il caos non siano la stessa cosa”.

Questa è l’opinione del prof. Alessandro Mangia, ordinario di Diritto Costituzionale alla Cattolica di Milano.

Ho l’impressione che una sequenza di eventi abbia causato un grave deficit costituzionale, una patologia nel nostro sistema democratico.

La riforma del Parlamento, con la riduzione di Senatori e Deputati, ha dimezzato la centralità, il luogo di discussione per eccellenza: il Parlamento attuale è un moribondo senza futuro, con scosse irrazionali, tenuto in vita da onorevoli abbarbicati (non tutti, per fortuna) alla cadrega e dalla camera iperbarica dei moniti del Presidente Mattarella.

Vi è poi l’umiliazione dei Parlamentari: l’imbarazzante Conte-bis, con l’emissione dei dpcm e delle altre spregiudicatezze paralegislative, ha di fatto ridotto il controllo democratico del Parlamento, con plurimi voti di fiducia e le dirette tv sudamericane.

Il terzo evento è la discesa in campo di Mario Draghi, il Drago della Provvidenza, con grande reputazione internazionale (il whatever it takes di ispirazione Usa e Fed): il tecnico che avrebbe risolto i problemi, l’apritisesamo del nuovo miracolo italiano.

Ma Mr. Draghi, l’americano, ha deluso, soprattutto dopo l’inizio del semestre bianco: ha determinato la paralisi della politica dei partiti, ha iniziato a sbertucciare la Lega e Salvini, causandone il tracollo nei sondaggi. Ha poi congegnato una debole e timida legge di bilancio, senza una congrua riduzione del fardello fiscale (necessaria dopo due anni di pandemia), ma ha mantenuto l’oscenità del sussidio di cittadinanza (è illogico chiamarlo reddito: il reddito è il péndant di un impiego, di un lavoro; non si scherza con le parole). Ha infine lasciato mano libera al ministro della Salute e al CTS.

Forse Mr. Mario Draghi non ha più la lucidità del whatever it takes? È forse un tecnico sopravvalutato, e digiuno della politique politicienne?

Ahimé, potrebbe avere ragione il prof. Mangia: Draghi è il caos.

Così è, se vi pare.

Un caro saluto.

Avv. Antonio de Grazia

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