Che cosa succede in Libia? E come si muovono Francia e Italia? Ecco le ultime novità tra fatti, indiscrezioni e approfondimenti.
LA DOPPIA MORALE DELLA FRANCIA SULLA LIBIA
Con una mossa politica che è rivelatrice fino in fondo del sostegno di Parigi all’offensiva militare del generale Khalifa Haftar contro Tripoli, la Francia ieri notte ha bloccato un progetto di dichiarazione dell’Unione europea che avrebbe chiesto al generale di fermare l’offensiva contro la capitale della Libia. Una bozza del documento era stata preparata ieri dal Servizio Esterno dell’Unione ed è stata fatta circolare fra tutti gli stati membri.
Secondo la Reuters, che ha anticipato la preparazione del testo, la Ue avrebbe sostenuto che l’attacco lanciato da Haftar “sta mettendo in pericolo la popolazione civile, sta danneggiando il processo politico e rischia di creare una nuova escalation con serie conseguenze per la Libia e la regione intera, incluse nuove minacce di terrorismo”.
Capito? La Francia ha BLOCCATO la dichiarazione congiunta UE affinché Haftar fermasse la sua offensiva su Tripoli e per una composizione pacifica del conflitto.
Dopo di che, mandate a fan*** chi sproloquia dicendo che non è vero delle grinfie francesi sulla Libia. https://t.co/NeO9s1JCKZ— Italian Politics (@ItalianPolitics) April 11, 2019
CHE COSA HA DETTO CONTE ALLA CAMERA SULLA LIBIA
“In questi mesi sono stato, e sono in questi stessi giorni ed ore tuttora in contatto diretto, con i due principali attori libici, il presidente Serraj e il generale Haftar (con quest’ultimo nelle scorse ore ho avuto un contatto attraverso un suo emissario), così come con gli altri protagonisti del panorama politico interno”, ha affermato il premier Giuseppe Conte nell’audizione alla Camera sulla crisi in Libia. “Il mio sostegno al governo di Accordo nazionale è andato in questi mesi di pari passo con una forte azione di ‘moral suasion’ volta a identificare ogni possibile spazio di intesa politica con gli altri attori”, ha detto ancora il premier italiano.
GLI ULTIMI SVILUPPI IN LIBIA SECONDO CONTE
“Gli ultimi sviluppi in Libia e in particolare l’escalation militare sono motivo di forte preoccupazione per l’Italia, così come lo sono e devono esserlo anche per tutta l’Europa e per l’intera Comunità internazionale”, è l’allarme di Conte. “Il succedersi degli scontri e l’aumento dei morti – stimati in alcune centinaia – e di feriti, ma anche degli sfollati, segnalano un concreto rischio di crisi umanitaria che va scongiurato rapidamente. L’emergenza umanitaria, con conseguenze sui flussi migratori, così come il riaffacciarsi dello spettro dell’insorgenza terroristica dimostrato dal recente attentato perpetrato da Daesh a Fuqaha, impongono determinazione e rapidità di azione”, ha detto ancora.
L’APPOGGIO ALL’ONU
“Ho ribadito – e ribadisco ora in quest’aula – il nostro pieno sostegno al Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres e al suo Rappresentante speciale Salamé per riportare le parti al tavolo negoziale e riattivare il processo politico guidato dalle Nazioni Unite, che la Conferenza di Palermo era riuscita a riportare al centro dello sforzo internazionale. Al momento la nostra Ambasciata a Tripoli resta operativa e a pieno regime. Anche il personale militare italiano presente in Libia non è stato evacuato. I nostri interessi sul terreno sono parimenti tutelati”, ha concluso Conte.
CHE COSA HA SCRITTO REPUBBLICA
“Alle cinque del pomeriggio di lunedì scorso un piccolo aereo decolla dall’aeroporto di Ciampino. Proviene dall’hangar riservato ai servizi segreti. E prende una direzione sorprendente: punta verso la Libia. Lo scalo internazionale di Tripoli è stato bombardato poche ore prima, ma questo trireattore Falcon segue una rotta diversa: si dirige verso Bengasi, la capitale del generale Haftar, l’uomo forte che ha lanciato l’offensiva per conquistare la Tripolitania. Sullo schermo di Flightradar, il sito che permette di monitorare i voli, l’aereo scompare subito prima di arrivare alla costa, come fanno solo i velivoli impiegati nelle missioni top secret. Ed è partendo da questa traccia che Repubblica ha ricostruito la trattativa imbastita dall’Italia per cercare di fermare l’escalation di violenza in Libia”, ha svelato oggi il quotidiano Repubblica.
CHI C’ERA NELLA DELEGAZIONE DELLA CIRENAICA A ROMA
C’era anche il figlio del generale Khalifa Haftar, ha scritto l’Adnkronos, nella delegazione che lunedì scorso ha incontrato a Roma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Agli emissari libici il premier, che dall’inizio della crisi ha sempre mantenuto un profilo molto attivo, avrebbe ribadito le sollecitazioni del governo italiano a trovare una soluzione che scongiuri lo scontro armato tra le diverse fazioni in campo. La notizia della presenza del figlio di Haftar – e quella rilevantissima del consigliere politico-economico di Haftar (una sorta di ministro cirenaico della Difesa) confermano le indiscrezioni riportate da Repubblica sull’incontro riservato con Conte.
L’AUDIZIONE DI CARTA AL COPASIR
Un punto della situazione sulla Libia (ma anche sul dossier G5-Huawei alla luce della golden power rivista in occasione della firma del Memorandum sulla Via della Seta) sarà fatto – secondo le indiscrezioni di Start Magazine – dal direttore dell’Aise, Luciano Carta, nel corso di un’audizione nel tardo pomeriggio di giovedì 11 aprile al Copasir.