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Salvini

Ecco che cosa farò su legge elettorale, con Orban-Ppe e in Umbria. Parla Salvini

Intervista di Paola Sacchi, già inviata di politica a L'Unità e a Panorama, al leader della Lega, Matteo Salvini. Foto di Stefano Cavicchi

 

L’ultimo ricordo è tutto personale. Matteo Salvini, in visita a Orvieto, nel suo tour per la “liberazione dell’Umbria da 50 anni di potere rosso”, in vista delle elezioni regionali del 27 ottobre, dopo aver ammirato gli affreschi del Signorelli, pregato nella Cappella dove è custodito il  sacro panno del Santissimo Corporale (Miracolo Eucaristico del Corpus Domini), si lascia fotografare da Stefano Cavicchi del Corriere della sera, con la fidanzata Francesca, davanti al Duomo, “Questo scatto – dice al big dei fotografi – me lo tengo nel mio cuore”.

Nonostante la giornata feriale, i molti che sono tornati al lavoro, i turisti che si svegliano in genere dopo mezzogiorno, per l’ex ministro dell’Interno, per l’ex vicepremier, ora senatore Salvini, leader della Lega, dalle undici di mattina in poi è un bagno di folla e di selfie. La città della Rupe non dimentica che il suo arrivo qui solo nel maggio scorso, da ministro e segretario federale del Carroccio, dette una spinta decisiva al cambio dell’amministrazione da 60 anni — tranne una parentesi di centrodestra — governata da giunte di sinistra. La Lega fu decisiva nel centrodestra per far eleggere la prima sindaco donna di Orvieto Roberta Tardani.

Salvini, accompagnato dalla commissaria umbra della Lega Barbara Saltamartini, presidente della commissione Attività produttive della Camera, torna sui suoi passi. Che seminarono tanti voti, il 38 per cento circa in città solo alle Europee, abbinate alle comunali. Ora fa un comizio su una panchina, con la gente che lo abbraccia e gli grida: “Matteo, tieni duro, Matteo siamo tutti con te, Matteo sii tosto, mi raccomando”.

Via del Duomo è intasata, Salvini viene salutato da un signore che si alza dal tavolino all’aperto del bar Brozzi, uno dei più eleganti, ma l’imbuto si crea soprattutto in piazza del Capitano del Popolo, dove il giovedì si fa il mercato. Selfie e abbracci a tutto spiano. Cori: “Matteo, uno di noi!”. Commenti: “Aho questo è uno vero, uno che ha i voti”.

Anche la trasversalmente civile Orvieto che votò per l’ex sindaco Pd, Giuseppe Germani, lo guarda e lo ascolta con attenzione. Qui non ci sono mai state nei suoi confronti le manifestazioni scomposte di altrove. Proprio qui, dove è ricordato in una lapide apposta sulla Torre del Moro, dove “Matteo” viene intrattenuto per lunghi minuti, quanto scrisse Dante che dopo aver menzionato Montecchi e Capuleti a Verona per le sanguinose guerre che si facevano, subito dopo aggiunse come esempio di scontri feroci “Vieni a Orvieto a veder Monaldi (Monaldeschi ndr) e Filippeschi” del Libero Comune Medievale.

Ecco la mia intervista esclusiva, da giornalista anche orvietana di nascita, al senatore Salvini, passeggiando in piazza del Capitano del Popolo.

Ad Orvieto, né prima che c’era ancora un sindaco Pd e lei era ancora al governo, né ora ci sono state le manifestazioni scomposte di altrove contro di lei. È soddisfatto?

Ah lei di Orvieto? Che bello, non lo sapevo (con il senatore Salvini ci conosciamo da tanti anni, essendo la sottoscritta inviata di politica anche legologa ndr). Ma, guardi, che non solo qui a Orvieto, ma anche ieri a Spello, sempre in Umbria, non c’è stata nessuna accoglienza scomposta, al di là di qualcuno che la pensa in modo diverso, è stato però sempre tutto civile, non è accaduto niente. Nessun insulto. Ma anche l’altro ieri alla fiera della cipolla, che a me piace molto come l’aglio, è stato tutto molto bello.

Siamo, senatore, città d’arte e cultura. Ora a Roma vogliono tornare al proporzionale, ma da queste città e dalle elezioni regionali, che il centrodestra ha vinto quasi ovunque, svoltesi nel resto d’Italia è ormai radicato il sistema maggioritario dell’alternanza, lei non teme che così si creerà una dicotomia sempre più forte tra il Palazzo e il Paese reale?

Noi proporremo agli italiani, se servirà anche come referendum, un modello elettorale normale, pulito per il quale chi prende un voto in più governa. Altrimenti con il proporzionale si torna agli anni 70, agli anni 80 dove uno vota e poi cambiano 18 partiti, 18 maggioranze e poltrone. In un paese civile chi prende un voto in più governa per 5 anni, poi se ha governato bene va avanti, se ha governato male lo faranno gli altri. Ma il proporzionale non glielo facciamo fare. Se lo fanno è solo per salvarsi la poltrona e poi mi dica lei se per gli italiani l’emergenza è la legge elettorale proporzionale!

Magari è un’emergenza per i suoi avversari per cercar di far perdere la Lega e Salvini…

Ho capito, ma non è che possono star lì tre anni a cercar di tener fuori me e la Lega. Uno dovrebbe far pur qualcosa oltre a tenere sulle palle Salvini! Dovrebbe cercare di avere anche e soprattutto di avere un’idea di Italia.

La cosa che le è piaciuta di più e quella che l’ha ferita di più durante quest’estate così difficile?

Io ho le spalle larghe, mi dà fastidio quando entrano in casa mia, parlando dei miei figli, ho visto cose disgustose sia su mio figlio che su mia figlia. E quella è una roba indegna, da piccoli uomini. La cosa che mi è piaciuta di più sono questi qui che mi dicono, come ovunque, “non mollare”. Se uno non è più ministro non cambia niente. Non è il titolo che fa la persona, anzi, sono più determinato di prima. Ho più voglia di prima di restituire agli italiani la loro dignità. Perché questi hanno rubato oltre che il voto la dignità. Che Conte ormai viva a Bruxelles è qualcosa di penoso per il popolo italiano.

Lei sa che qui siamo vicini al ristorante preferito di Dick Cheney, ex vicepresidente Usa? “The Vice”, amico dell’antiquario orvietano Carlo Bianchini, adora Orvieto.

Ma come si fa a non amare Orvieto e l’Umbria in generale?! Ci sono città, borghi splendidi. Il problema, come ho ho detto alla Donatela Tesei (candidata alla Regione Umbria ndr) è arrivarci, ci sono strade e ferrovie non degne di un Paese civile. Mi domando cosa hanno fatto quelli che hanno governato per 50 anni!

Ad Orvieto però siamo fortunati, perché ci passa l’Autostrada del Sole. Ma andiamo all’Europa, nel Ppe lei entrerebbe mai, magari nell’area che fa capo all’ungherese sovranista Orban?

Orban l’ho visto e lo rivedrò tra non molto, però in Europa fino a che non cambiano le regole sull’economia, sull’immigrazione, sulla finanza, sulle banche sul commercio, sull’agricoltura, io in maggioranza non vado. Il Ppe in questo momento è quello che esprime, su indicazione della Merkel, la presidente della Commissione, io voglio vedere il cambiamento e poi ne riparliamo.

Salvini viene inghiottito dai selfie. E a piazza Gualtieri (dedicata alla famiglia del marchese orvietano senatore del Regno Filippo Antonio Gualterio) annuncia che lui intende in futuro rifare il ministro dell’Interno. Si fermano anche eleganti signore della cosiddetta “Orvieto bene”, quella di professionisti, ex possidenti terrieri, alcuni anche discendenti di famiglie blasonate, ad ascoltare il suo discorso. Si confidano con la cronista concittadina: “Guardi che noi abbiamo votato Lega, analfabeta sarà chi non l’ha fatto (ironizzano, ndr)”.

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