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Le ultime putinate di Trump

Parole e mosse di Trump sull’Ucraina che non convincono l’Ue. Il taccuino di Guiglia

 

Ieri a Londra e a Bruxelles, oggi a Roma. Quant’è amaro il viaggio del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, costretto a incontrare e serrare le fila coi leader dei maggiori Paesi europei da quattro anni al suo fianco. Zelensky parla a chi rappresenta i governi di Gran Bretagna e Francia, Germania e Italia, dell’Unione europea affinché il sempre più distante -non solo per l’Atlantico di mezzo-, Donald Trump “intenda”.

Intenda quanto sia assurdo, nel giusto tentativo del presidente statunitense di trovare una via per fermare l’orribile guerra contro l’Ucraina, prendere per buono il solo punto di vista dell’aggressore, Vladimir Putin. E ignorare – di più: sbeffeggiare -, quello degli aggrediti e degli europei a loro sostegno.

“E’ ora che l’Ue ascolti Trump”, arrivano a dire senza falsi pudori le autorità di Mosca, tanto la loro posizione di invasori di un Paese sovrano nel cuore dell’Europa non sia nei fatti contrastata, né nelle parole deplorata, dall’inquilino della Casa Bianca.

Del resto, il “piano Trump” per far cessare il conflitto, sembra suggerito in russo pur scritto in inglese, tanti e tali sono i punti a beneficio di Mosca. Che infatti apprezza lo sforzo nordamericano profuso, intimando all’Europa con sarcasmo di ascoltare “il paparino Trump”.

Ma quanto può essere surreale la realtà dei fatti capovolta. Nonostante la persistente e pesante violenza contro gli ucraini, Putin ha da poco omaggiato il Mahatma Gandhi, riconosciuto padre della non violenza. “Sosteneva i principi che la Russia difende”, ha pure spiegato.

E ora Mosca incrimina diversi dirigenti di Kiev per genocidio della popolazione russa o russofona del Donbass a partire dal 2014.

E’ lampante, dunque, che lo Zar stia “fingendo di cercare la pace”, come mette in guardia Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue.

Chiedendo, inoltre, in sintonia con l’appello di 7 Paesi, di usare le enormi riserve russe congelate in Europa per finanziare l’aiuto all’Ucraina e poter trattare con Putin da una posizione europea di forza.

Europea, ma sempre meno occidentale, se Trump continua a sfilarsi, lanciando contumelie ai suoi alleati, anziché a chi il conflitto ha promosso. Ma nessun presidente d’America né democratico né repubblicano, di oggi o di ieri in piena guerra fredda, ha mai avuto nei confronti del regime russo un atteggiamento tanto accondiscendente e privo di valori – l’americanissimo valore della libertà -, come quello di Trump per Putin.

Tocca al presidente francese, Emmanuel Macron, indicare il punto della paradossale situazione: “Il problema principale è la convergenza con gli Usa sull’Ucraina”. Gli europei poi ricordano che Putin non è aduso a rispettare gli accordi.

Riportare Trump nella sua “famiglia” occidentale, ecco l’intento. “L’importanza dell’unità europei-Usa per la pace in Ucraina”, sottolinea la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla vigilia di ricevere Zelensky. “Kiev non può rinunciare a territori”, ammonisce il presidente aggredito.

Convincere Trump per convincere Putin è la sfida sempre più complicata.

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova)

www.federicoguiglia.com

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