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Le sfide di Forza Italia con Tajani

Chi c'era e che cosa si è detto alle celebrazioni del trentesimo compleanno di Forza Italia.

 

Antonio Tajani lo ringrazia particolarmente al termine delle celebrazioni del trentesimo compleanno di Forza Italia, “30 anni – le radici del futuro”. Non era scontato che Gianni Letta, campione di silenzi e riservatezza, prendesse la parola sul palco azzurro con il simbolo del partito, di cui non ha mai avuto la tessera.

Il grande diplomatico, amico di una vita di “Silvio”, parla a nome della famiglia Berlusconi, di cui porta il sostegno a Forza Italia, e incorona di fatto Tajani per la guida del partito, in vista del congresso del 23 e 24 febbraio. Nel Salone delle Fontane all’Eur, a Roma, scorrono le immagini della discesa in campo di Berlusconi, quel video messaggio di 30 anni fa che ha cambiato la politica italiana con il celebre incipit: “L’Italia è il Paese che amo”. Vengono proiettati i suoi discorsi, i momenti salienti della sua storia, sul palco si avvicendano vecchi e nuovi dirigenti, c’ è anche Bruno Vespa che ricorda l’occasione del contratto con gli italiani stipulato nel suo studio tv. Ma l’inedito della kermesse è la “discesa in campo”, ovviamente nella proverbiale discrezione e con un ruolo di raccordo con la famiglia, di Gianni Letta, che veniva dato ormai da alcuni osservatori in ritiro dalla scena politica con la scomparsa di Berlusconi.

“È difficile – esordisce l’ex sottosegretario plenipotenziario alla Presidenza del Consiglio, dopo che viene diffuso il video messaggio di Berlusconi del 26 gennaio 1994 – vincere l’emozione dopo aver sentito quella voce, e ci vuole coraggio, forse incoscienza per dire anche solo una parola dopo un discorso che ha fatto la storia e conserva a 30 anni di distanza tutta la forza della sua ispirazione. Ci sono anche le radici del futuro, perché lì c’è l’avvenire e il successo di Forza Italia dei prossimi trent’anni e ancora trenta”.

“Mi consenta allora caro presidente – afferma l’ex braccio destro del Cavaliere rivolgendosi a lui – di rompere per una volta il silenzio e di dire una parola: grazie. Grazie di cuore caro presidente. Se siamo qui lo dobbiamo a te”. Letta lancia poi due messaggi politici. Il primo è un ‘endorsement alla guida di Tajani. “Quando Silvio il 12 giugno è scomparso, era il numero due di Forza Italia. E una delle sue ultime dichiarazioni al San Raffaele fu quella di dire: ‘In tanti anni che ho avuto Tajani al mio fianco non ha mai sbagliato un intervento o una dichiarazione”. Per cui, Tajani “può andare avanti”.

Letta ricorda che è anche “la tessera numero 3 di Forza Italia, dopo quella di Antonio Martino”. Prosegue l’ex gran consigliere del Cavaliere: “I figli di Berlusconi mi hanno chiesto di venire qui per portare La testimonianza della loro partecipazione” alla vita di Forza Italia “nel segno della continuità”. Ed ancora: “Il messaggio della famiglia di Berlusconi è: continuate cosi’. Nel segno degli ideali di Silvio Berlusconi”. La platea applaude, Letta si siede in prima fila e ascolta tutti gli altri interventi. Soprattutto quello conclusivo del segretario nazionale.

“La vittoria si avvicina, ci davano per morti ma saremo qui per i prossimi 30-60 anni”, afferma il vicepremier e ministro degli Esteri che poi rilancia le battaglie azzurre, dalle privatizzazioni alla separazione delle carriere, dalla riduzione delle tasse alla difesa della casa da qualsiasi tipo di patrimoniale. “FI fa parte del Ppe, senza FI non c’è un governo in Europa. Il successo del 10% è assolutamente raggiungibile, saranno milioni gli italiani che ci voteranno”, osserva. Lo sguardo, quindi, rivolto al futuro “perché questa non è una manifestazione nostalgica o di reduci, vogliamo essere in testa alla classifica, altro che andare in serie B. Noi partecipiamo per vincere, in questo momento serve una grande forza politica che sia credibile, non servono cantastorie ma persone con la testa sulle spalle in grado di governare il Paese”. L’entusiasmo del 1994 “ma c’è anche il profumo del consenso. Non ci sarà un altro presidente o un altro erede, Berlusconi è unico. Noi tutti siamo eredi di Berlusconi, sono i militanti di Forza Italia”, chiosa Tajani. Che rimette FI con la sua identità moderata e riformista al centro della coalizione di maggioranza con l’obiettivo di conquistare i molti elettori rimasti a casa.

Stefania Craxi, senatrice azzurra e presidente della commissione Esteri e Difesa definisce “Forza Italia a tutto titolo la casa dei riformisti”. Spiega: “È la casa per chi, come me, si riconosce nei valori e nella tradizione del socialismo riformista, che ha fatto fare passi in avanti al Paese quando ha funzionato l’incontro costruttivo e innovativo con il riformismo liberale e con quello cattolico-liberale”. Prosegue Stefania Craxi: “Forza Italia ha dato ai riformisti rispetto della loro storia e agibilità politica. Nella mia battaglia di verità e di giustizia sulla figura e l’opera di mio padre e sulla fine della prima Repubblica, ho trovato sempre al mio fianco un grande combattente: Silvio Berlusconi”. “Forza Italia ha dimostrato di esserci, e non solo con la nostalgia, ma per guardare avanti. Ho visto qui anche persone che si erano allontanate”, osserva il capogruppo azzurro al Senato Maurizio Gasparri. E Licia Ronzulli vicepresidente di Palazzo Madama a margine dei lavori dice che si andrà al congresso uniti sul nome di Tajani. Che chiama attorno a sé, per dare anche un’immagine plastica del futuro azzurro, Emilio, 14 anni, calabrese, il più giovane tesserato azzurro, Teresa in collegamento la più anziana (103 anni) e la sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi, “formatasi nel movimento giovanile di Forza Italia”. “Noi sappiamo formare le classi dirigenti”, rivendica con orgoglio il segretario azzurro. “Tutto ciò che Silvio ha amato deve continuare nel suo nome”, dice Letta. E Tajani: “Altro che retrocessione”. Nonostante pronostici nefasti e retroscena sulle sorti azzurre smentiti finora dai fatti.

L’intervento di Tajani è tutto concentrato sul partito, sul ruolo centrale che ha per rendere “l’Italia più forte in Europa”, in quanto è parte del Ppe. Le Europee saranno un appuntamento cruciale. Ma l’incoronazione da parte di Gianni Letta, a nome della famiglia Berlusconi, con una inedita “discesa un campo”, sono un buon viatico per Tajani e FI.

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