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Recovery Plan

Le pagelline firmate Draghi per Conte, Tria, Moavero e…

Che cosa ha detto, e che cosa non ha detto, il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa successiva alla riunione dell'Istituto centrale

Elogi espliciti di Mario Draghi per il premier Giuseppe Conte, per il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e per il titolare degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Bacchettate, invece, per esponenti della maggioranza M5S-Lega, e fors’anche per alcuni ministri e leader di partito mai citati, comunque.

Elogi e bacchettate dal sapore “politico” quelli distribuiti oggi dal presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa dopo la riunione del board dell’Istituto centrale sulla politica economica e i tassi.

Ecco le parole salienti del presidente della Banca centrale europea.

L’ELOGIO DI DRAGHI PER CONTE, TRIA E MOAVERO

“La Banca centrale europea si atterrà a ciò che hanno detto il primo ministro italiano, il ministro dell’Economia e il ministro degli Esteri, e cioè che l’Italia rispetterà le regole”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, rispondendo alla domanda se le politiche del governo e il rialzo dello spread possano richiedere misure da parte dell’Eurotower nel 2019 per evitare fenomeni di contagio. “Non abbiamo ancora visto alcun contagio”, ha aggiunto Draghi.

LE BACCHETTATE DI DRAGHI A…

“Negli ultimi mesi le parole sono cambiate molte volte e quello che ora aspettiamo sono i fatti, principalmente la legge di bilancio e la successiva discussione parlamentare”, ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, riferendosi all’Italia e alle dichiarazioni di esponenti della maggioranza M5S-Lega e di alcuni ministri (non menzionati) che hanno fatto impennare lo spread. “Purtroppo – ha detto – abbiamo visto che le parole hanno fatto alcuni danni, i tassi sono saliti, per le famiglie e le imprese” anche se “tutto ciò non ha contagiato granché altri paesi dell’Eurozona, rimane un episodio principalmente italiano”.

IL MANDATO DELLA BCE

“Il nostro mandato è la stabilità dei prezzi e il quantitative easing è uno degli strumenti con cui lo perseguiamo”, ha detto il presidente della Bce in risposta a una domanda sui timori in Italia che la fine del QE equivalga a lasciare il paese a se stesso. “Nel merito, il mandato della Bce non è assicurare che i deficit dei governi siano finanziati in qualsiasi condizione”.

Una risposta in cui esponenti della maggioranza di governo scorgono una chiusura degli auspici contenuti nel documento firmato dal ministro degli Affari europei, Paolo Savona, ha inviato a Bruxelles per conto della presidenza del Consiglio.

LE STIME DEL PIL

La Bce ha limato le stime del pil dell’area euro per il 2018 e il 2019. Lo ha svelato il presidente Mario Draghi nella conferenza sui tassi secondo cui per il 2018 le proiezioni Bce ora stimano una crescita del 2% contro il 2,1% di giugno mentre nel 2019 sarà dell’1,8% contro il precedente 1,9. Per il 2020 resta confermato un aumento dell’1,7%.

I VERI PERICOLI

Per sostenere l’inflazione sono ancora necessari misure di stimolo per via dei rischi legati al protezionismo e alle turbolenze sui mercati emergenti, ha detto Draghi assicurando comunque di prevedere che il rialzo dell’inflazione verso l’obiettivo vicino al 2% continuerà anche dopo la fine del Qe.

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