Per quanto avvertito dai tanto odiati occidentali con una tempestività vanificata dai suoi servizi ancora nominalmente di sicurezza, e ne abbia catturato gli autori materiali, Putin cerca altrove i responsabili della strage che ha fatto sinistramente augurare a Mosca il suo quinto mandato presidenziale. Responsabili delle 143 vittime già accertate e di quelle in attesa con i dati degli ospedali che non possono, non debbono essere i carnefici del pur dichiarato terrorismo islamista, con tanto di proclami e di foto dei miliziani mandati in missione nel teatro della mattanza.
No. L’ossessionato Putin e le marionette che gli stanno intorno hanno bisogno di coinvolgere in qualche modo nella tragedia russa, e anche personale dell’autocrate se avesse davvero cognizione dei propri compiti al Cremlino, gli ucraini sfuggiti sinora alla sua guerra di “denazificazione”. O di purificazione dalle abitudini o aspirazioni occidentali di vita, come ha detto il Patriarca di Mosca benedicendo l’invasione e tutto il resto che ne è seguito e ne segue ancora.