“INCHIESTA SU CROSETTO”. ECCO IL TITOLO DEL GIORNALE DI SALLUSTI CHE HA FATTO IMBESTIALIRE IL MINISTRO
Per questo titolo, Crosetto ha querelato Il Giornale diretto da Sallusti pic.twitter.com/cMLPmfkaGU
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 7, 2023
IL PUNTO DEL GIORNALE SU CROSETTO IN PROCURA
"Quando parlava di «incontri di una corrente» […], Crosetto parlava di convegni pubblici di Md […]? O si riferiva a una sorta di complotto clandestino […]? Nel primo caso non ci sarebbe nulla di illecito, almeno sul piano penale. Nel secondo sì". (Luca Fazzo, Il Giornale)
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IL PUNTO PUNTUTO DI BRICCO (SOLE 24 ORE) SULL’EX ILVA
Il disastro dell’ex Ilva? Il risultato di: miopia della classe dirigente politica, irresponsabilità morale e prevalenza dell’interesse aziendale di Arcelor Mittal, cecità delle policy europee, incapacità di maneggiare problemi complessi da parte dei nostri governi. (Paolo Bricco)
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LE PUNTUALISSIME (AL CENTESIMO) PREVISIONI DI CONFCOMMERCIO
7 milioni gli italiani che nel we dell'8 dicembre pernotteranno almeno una notte in strutture turistiche e case in affitto breve per una spesa di circa 2,7 miliardi, emerge dall'Osservatorio Turismo di Confcommercio.
Sono inebriato dalla precisione di codeste stime econometriche
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 7, 2023
PATRIARCATO VERDE
Le frizioni nei Verdi continuano a tenere banco. Cinquantaquattro iscritti al partito hanno scritto un documento di solidarietà all’ex co-portavoce Eleonora Evi ponendo l’accento sulla gestione «patriarcale» del partito e accusando il leader Angelo Bonelli. (Corriere della sera)
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IL SALOTTO DI SIGNA
Dal cioccolato Lindt a Peugeot, ecco il salotto (amaro) del crack Signa. L’impero di René Benko, travolto da 25 miliardi di debiti, raccoglieva il gotha: gli eredi di Lauda, il super consulente Roland Berger e il ceo Porsche. (Simone Filippetti, Sole 24 ore)
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AHI AI, DICE LA BOE
AI. Il rischio, secondo la Financial Policy Committee della BoE, è una «mentalità di gregge», che porti molte banche e aziende finanziarie a seguire le stesse indicazioni e prendere le stesse decisioni, distorcendo il mercato e minando «la stabilità del sistema». (Sole24 ore)
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DASSU’ APPLAUDE MELONI SULLA CINA
"Se la firma del Memorandum con la Cina sulla Via della Seta (2019) era stata gestita male, l’uscita dell’Italia è stata invece gestita bene". (Marta Dassù, direttore di Aspenia)
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CARTOLINE DALLA FRANCIA
Francia. Fine dell’egalitarismo post-sessantottino, dello sforzo di apprendimento collettivo e della concertazione con allievi e genitori: si torna a bocciare, le classi vengono divise in tre gruppi a seconda del livello degli allievi (i bravi con i bravi, e così via). (Corsera)
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Francia. «La scuola di oggi produce troppi fallimenti e pochi successi. Lasciare alunni di livello diverso nella stessa classe condanna alcuni alla stagnazione e impedisce agli altri di prendere il volo». (Gabriel Attal, ministro dell'Istruzione, 34 anni)
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CARTOLINA DALL’AMERICA
Con 51 voti contrari e 49 favorevoli, i Repubblicani hanno affossato al Senato un provvedimento straordinario da 111 miliardi di dollari, 50 dei quali destinati al supporto all’Ucraina. (Nyt)
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IL PUNTO DI DOTTORI SULL’UCRAINA
"Il problema dell’Ucraina non è tanto la carenza di sostegno economico, anche se la postura USA è un serio fattore di difficoltà ulteriore. La questione vera è la scarsità di personale militare. Hanno sempre meno soldati". (Germano Dottori, Limes)
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COSA SUCCEDE FRA USA E UCRAINA SECONDO DARIO FABBRI
Come va la controffensiva dell’Ucraina? L’analisi di Dario Fabbri, direttore della rivista Domino pic.twitter.com/7JDHySloL3
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Gli americani stanno creando antagonisti interni in Ucraina a Zelensky, dice Dario Fabbri, direttore della rivista Domino, al quotidiano l’Unità. pic.twitter.com/kBZseOpxQu
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CASO CROSETTO-GIORNALE: i lanci di agenzia
“Ieri ho avuto un incontro con il Procuratore Capo di Roma. Un incontro cordiale ed istituzionale nel quale abbiamo parlato del tema da me sollevato nell’intervista al Corriere della Sera. Oggi quasi tutti i quotidiani danno dell’incontro una rappresentazione corretta. Il Giornale invece inventa di sana pianta un titolo gravemente diffamatorio, totalmente falso costruito evidentemente con il solo intento di infangare”. Lo afferma in una nota il Ministro della Difesa Guido Crosetto.
“Un atto gravissimo per il quale ho dato immediatamente mandato di denunciare in ogni sede possibile – continua – La cosa più grave è che non si può trattare di un errore perché a tutti è stato chiaro che si trattava di un colloquio per chiarire i concetti da me espressi anche nelle sedi istituzionali. Il titolo e l’articolo del Giornale rivelano invece la chiara volontà di mistificare la realtà e trasmettere un messaggio, lo ripeto, tanto diffamatorio quanto falso, inaccettabile. Non posso ora esimermi dal capirne la ratio e soprattutto i mandanti”.
“Mi sembra che il ministro sia molto nervoso e quando uno è nervoso perde la lucidità. L’articolo che abbiamo pubblicato è perfetto; il titolo è una sintesi come tutti i titoli lo sono, l’inchiesta è sulle parole di Crosetto, non su Crosetto. L’inchiesta è sul tema sollevato da Crosetto e credo che questo lo capisca anche uno stupido”. Così il direttore del ‘Giornale’ Alessandro Sallusti commentando all’Adnkronos le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto che ha annunciato una querela al quotidiano che oggi ha titolato in apertura ‘Inchiesta su Crosetto’ in riferimento al colloquio avuto ieri dallo stesso titolare del dicastero di via XX Settembre con il procuratore di Roma dopo le sue dichiarazioni sulla giustizia.
“Aspetto la sua querela, mi chiedo come mai non abbia querelato anche il ‘Corriere della Sera’ che lui sostiene aver fatto un titolo, una sintesi eccessiva del suo pensiero – continua Sallusti riferendosi all’intervista al ministro in cui si è sollevato il caso – Evidentemente ha qualche timore a querelare il ‘Corriere della Sera’ e pensa di avere gioco facile a querelare giornali che gli sono sempre stati vicini nella sua azione”. Riguardo alle affermazioni di Crosetto che intende capire la ratio e “soprattutto i mandanti” del titolo ritenuto diffamatorio, Sallusti conclude: “Questo fa parte del nervosismo che lo rende poco lucido. Io non so quali sono i mandanti di Crosetto, so che io non ho mandanti”.
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Estratto dell’articolo di Luca Fazzo per “il Giornale”
A dieci giorni dalle sue parole sulla «opposizione giudiziaria» che rappresenta «l’unico grande pericolo» per Giorgia Meloni e il governo di centrodestra, arriva un confronto in Procura a Roma tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e il procuratore capo Francesco Lo Voi. Ma, al momento, il titolare della Difesa non sarebbe indagato.
Come era inevitabile, la clamorosa denuncia di Guido Crosetto sui pericoli che il governo di centrodestra correrebbe ad opera di iniziative di una «corrente» della magistratura non rimane senza conseguenze, neanche dopo le precisazioni del ministro della Difesa nel corso del suo intervento del giorno dopo alla Camera.
Perché è chiaro che se davvero sta accadendo quanto evocato da Crosetto nella sua intervista al Corriere della sera di venerdì scorso, questo potrebbe configurare più di un reato. E la Procura della Repubblica di Roma non poteva fare finta di niente.
Così ieri Crosetto viene convocato e interrogato personalmente dal procuratore capo Francesco Lo Voi. Il ministro entra a Palazzo di giustizia alle 18,10 e ne esce un’ora e mezza dopo. È una durata modesta, depurata dai tempi tecnici di apertura e rilettura del verbale. Se ne può dedurre che durante l’interrogatorio non si sia entrati nel dettaglio di fatti specifici. Ma è solo una supposizione, visto che da entrambi i fronti – la Procura e l’entourage del ministro non vengono forniti ulteriori chiarimenti.
Tra i pochi dati certi c’è che l’esponente di Fratelli d’Italia è stato sentito come persona informata sui fatti, ovvero testimone, e che le domande di Lo Voi vertevano tutte sulle recenti esternazioni di Crosetto: l’intervista al quotidiano milanese, la nota autografa del giorno successivo, l’intervento in aula a Montecitorio. Ma, nonostante la rapidità dell’incontro, Crosetto avrà dovuto – e stavolta con tutti i rigori del ruolo di testimone – fornire una interpretazione autentica del suo pensiero […]. Quando parlava di «incontri di una corrente» […], parlava di convegni pubblici di Magistratura democratica […]? O si riferiva a una sorta di complotto clandestino […]? Nel primo caso non ci sarebbe nulla di illecito, almeno sul piano penale. Nel secondo sì. Bisognerà ora capire se il doveroso intervento di Lo Voi è stato sufficiente a uscire dal dilemma. […]