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Pistola Pozzolo

Le news su Crosetto, La Russa, Pozzolo, Gualtieri, Confcommercio e Ferragni

Crosetto, La Russa, Pozzolo, Gualtieri, Confcommercio, Ferragni e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

L’AMERICA SGASA

 

ORA PER LA RUSSA LA STAMPA E’ MOLTO BELLA

 

I MISSILI TRA FOGLIO E CROSETTO

DAVVERO LA MARINA HA SOLO 63 MISSILI?

LA PISTOLA DEL PISTOLA

 

VERTICI ATOMICI

 

COMUNICATORI AFFETTUOSI

 

I SALDI DI CONFCOMMERCIO

 

BORSINO FERRAGNI

 

CARTOLINA DALLA CINA

 

CARTOLINA DALLA RUSSIA

 

CARTOLINA DALL’EGITTO

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL FOGLIO:

“E pensare che la nostra Marina militare dispone solo di 63 missili”. Qualche giorno fa Guido Crosetto durante una commissione Difesa si è lasciato sfuggire questa numerica riflessione che ha colpito un po’ tutti i presenti. Parole accompagnate da un certo moto di preoccupata rassegnazione. Il ministro stava commentando quanto accaduto nelle scorse settimane nel Mar Rosso, quando il cacciatorpediniere USS Thomas Hudner ha distrutto alcuni droni lanciati dalle aree controllate dai ribelli houthi, nello Yemen. Per l’occasione, la Marina militare degli Stati Uniti ha sganciato un’ottantina di missili. Una potentissima pioggia di fuoco, una dimostrazione di forza. “E noi invece ne abbiamo solo 63, di missili”, è stata la chiosa di Crosetto. Un’affermazione che apre uno spaccato sugli armamenti dell’Italia tra commesse, lunghissimi tempi di consegna e investimenti. Mare, cielo e terra: la situazione non è ottimale. Anzi. Lo sanno bene all’Aeronautica, ma anche all’Esercito, dove il parco carri armati, per fare un esempio, non è proprio tutto arruolabile (solo il 20 per cento dei mezzi è in condizioni ottimali).

La situazione per quanto riguarda i missili è preoccupante, confermano al Foglio fonti vicine alla Marina militare italiana. Pesano i costi dell’approvvigionamento di armi dal valore milionario – aggravati dall’aumento dei prezzi delle materie prime – e che rendono sempre meno sostenibili le guerre combattute contro sistemi d’arma che, invece, valgono poche migliaia di euro. Il problema è vero al punto che persino la più forte e moderna marina al mondo, quella americana, ha notato come la guerra nel Mar Rosso contro gli houthi nasconda un problema di sostenibilità economica. Il mese scorso, alcuni funzionari della Difesa americana hanno confessato a “Politico” che la necessità di trovare più alleati possibili nella guerra contro i ribelli dello Yemen risponde anche a ragioni economiche. Se si usa un missile da oltre 2 milioni di dollari per abbattere un drone suicida di fabbricazione iraniana dal valore di qualche migliaio di euro (gli Shahed-136, i più cari, costano appena 20 mila dollari) è difficile sostenere uno sforzo militare prolungato.

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