LE PILLOLE DI FINK, CEO DEL FONDO BLACKROCK, CHE SPIAZZANO IL CORSERA (CHE LO INTERVISTA…)
Il Corsera intervista il ceo del fondo BlackRock e titola: "Il populismo dei politici? Alimenta l’inflazione". Ma nel testo Larry Fink dice anche: "L’unico modo in cui possiamo risolverli (i deficit pubblici, ndr) è attraverso la crescita, non con le strette di bilancio".
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 9, 2024
"Se l’invasione da parte della Russia finirà male per l’Ucraina, ciò avrà un impatto sull’Europa. Dovremo tutti adattarci, ma questo significa che la vita di tutti deve finire?». (Larry Fink, ceo del fondo BlackRock)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 9, 2024
IL SOLE SPEGNE LE POLEMICHE SUGLI ANNUNCI ELETTORALI
Fonte: Il Sole 24 ore pic.twitter.com/tAmvBplRkj
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
I NUMERI DI BORGO EGNAZIA
Resort Borgo Egnazia. 526 posti letto, fatturato 2023 a 63 milioni di euro, più 20% previsto quest’anno. 900 addetti occupati nelle due strutture della famiglia Melpignano (Borgo Egnazia e Masseria San Domenico) per il 90% pugliesi. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
CARTOLINE DAGLI STATI UNITI
Una corte d’appello federale della Louisiana ha bocciato le nuove regole di trasparenza imposte dalla Securities and Exchange Commission a hedge fund e private equity, tra i cavalli di battaglia del chairman dell’authority Gary Gensler. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 7, 2024
"Negli Usa 272mila nuovi posti ma la disoccupazione va al 4%. A maggio assunzioni sopra le attese: il mercato del lavoro è in forte espansione ma aumentano i disoccupati per la prima volta dopo 27 mesi e ridimensionano le speranze dei tagli Fed". (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
PRANDINI TERRORIZZATO
"Viviamo in un mondo dove il prezzo dei cereali viene deciso in un solo posto, cioè al mercato di Chicago, oltre il 50% degli stock è in mano alla Cina e la Russia è il terzo produttore globale". (Ettore Prandini, presidente di Coldiretti)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
Ue. "Se col regolamento sulla diminuzione degli agrofarmaci diminuisco anche la capacità produttiva dell’agricoltura, io divento importatore di prodotti trasformati provenienti da altri continenti, che nulla hanno a che fare con la nostra dieta". (Ettore Prandini, Coldiretti)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
I GELATI SI SCALDANO
"Ogni anno venduti in Italia 3,7 miliardi di gelati confezionati. Giro d’affari verso i 2 miliardi di euro per un settore che con 4.500 addetti ha raggiunto l’obiettivo della destagionalizzazione del prodotto, ormai considerato sempre più sano dal punto di vista nutritivo".(Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
FACILE FARE I LIBERISTI CON I SOLDI STATALI
Nel 2023 la liberista Fondazione Einaudi ha ricevuto da ministeri ed enti pubblici (Cnr) 647mila euro. (fonte: sito della Fondazione Einaudi)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 7, 2024
IL BIS DI LUCIANO BENETTON
"Nel 2018, Luciano Benetton "concede" un'intervista al Corriere della Sera: "Sono tornato in azienda. I manager non l'amavano". In sostanza dice che fu sbagliata la scelta dei manager a cui aveva affidato la Benetton e di dover tornare a gestirla direttamente". (Giorgio Meletti)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 6, 2024
VASCO ROSSI NERO SU GIORGIA
"Vasco Rossi infiamma San Siro punzecchiando Giorgia Meloni e “i farabutti che governano il mondo”". (Fatto quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
EFFETTO CARELLI SULL’ESPRESSO
L'Espresso. "Carelli ha fatto sparire un pezzo di Turano su Salvini titolato “Il nodo infrastrutture. Il ministro capovaro sfortunato”. (…) Un Carelli ancora in versione ad aveva già bloccato un pezzo di Tecce sul viceministro Leo e uno di Turco su Schlein". (Il Fatto)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
COME SI VOTA AL FOGLIO
"Come votano i foglianti? Stati Uniti d’Europa 13 voti. A seguire, Azione con 7 voti. Pd con 6 voti. Forza Italia con 4 voti. Fratelli d’Italia con 3 voti. Pace Terra e dignità (my god!) con 2 voti. Avs con un voto. Tre schede bianche. Una scheda nulla". (Il Foglio)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
DAGOSPIA O DAGOSLURP?
Fonte: Dagoslurp pic.twitter.com/geNVGRAFMZ
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 7, 2024
GIORNALISMI
Finalmente qualcuno intervista Luigi Di Maio pic.twitter.com/uHhW36Fc2O
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
Fonte: Il Post
Mio commento: Urbano Cairo è un genio… pic.twitter.com/75ZztTnHQx
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 9, 2024
La libertà editoriale è salva: Romano Prodi continua a firmare editoriali sul Messaggero pic.twitter.com/uf4j8FwAnm
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) June 8, 2024
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL FATTO QUOTIDIANO SU ESPRESSO E CARELLI:
Censura all’Espresso. Il nuovo direttore, Emilio Carelli, arrivato dopo la cacciata di Enrico Bellavia, ci ha messo solo cinque giorni per dimostrare come è cambiata l’aria e come vuol fare il giornale, per conto dei proprietari, il gruppo Ludoil Energy della famiglia Ammaturo, che l’avevano rilevato da Danilo Iervolino. La sera di mercoledì, al momento della chiusura in redazione del primo numero da lui firmato come direttore, Carelli ha fatto sparire un pezzo su Matteo Salvini, già impaginato e titolato: “Il nodo infrastrutture. Il ministro capovaro sfortunato”. Firmato dall’inviato Gianfrancesco Turano, che raccontava come Salvini puntasse, per le Europee, su cantieri e opere pubbliche da inaugurare come spot elettorale. Anche grazie al mare di denaro arrivato con il Pnrr. Ma inaugurazioni, annunci e ritardi hanno finito per trasformare lo spot in un flop per Matteo, aggravato dai contrasti con Giorgia Meloni. Il pezzo è stato giudicato da Carelli troppo critico nei confronti del ministro delle Infrastrutture e inadatto al momento: non si deve attaccare un leader politico prima delle elezioni. Così il pezzo sarebbe stato eventualmente rimesso in pagina la settimana successiva (ma ormai invecchiato e fuori contesto). Niente articoli politici prima del voto. Il pezzo forte del numero, in edicola da oggi, doveva essere infatti un appello al voto e contro l’astensione chiesto a tutti i leader politici. Saltato, perché a rispondere alla richiesta di Carelli sono stati soltanto Salvini, Tajani, Renzi e Conte. Già nel suo discorso d’insediamento, Carelli aveva spiegato di essere favorevole alle grandi opere e al ponte sullo Stretto, uno dei cardini della politica di Salvini.
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI GIANNI TROVATI DEL SOLE 24 ORE:
C’è un fattore importante a distinguere la vigilia del voto europeo di oggi e domani dai suoi più immediati precedenti: invece di poter utilizzare soldi pubblici per misure che aiutano il consenso, Governo e maggioranza si sono trovati invischiati a pagare i conti del passato e costretti quindi a una serie di misure impopolari poi affannosamente contrastate dalle narrazioni sui 100 euro della Befana o sul taglio alle liste d’attesa in sanità.
Il 25 maggio del 2014 le urne delle Europee si aprirono poche ore prima del debutto in busta paga del bonus Renzi, 80 euro netti al mese per oltre 11 milioni di lavoratori dipendenti, introdotto il 24 aprile dal decreto 66: uno stanziamento di quasi 10 miliardi all’anno, finanziati all’inizio con spending review e rivalutazione delle quote Bankitalia e poi mantenuti anche ricorrendo all’extradeficit negoziato con Bruxelles. Impossibile misurare il peso di quel bonus sul voto, che comunque portò il Pd guidato dall’allora neopremier al 40,8% grazie a poco meno di 11,2 milioni di voti: livelli da cui poi i Dem si sono tenuti sempre molto lontani. Cinque anni dopo, l’appuntamento con le Europee arrivò il 26 maggio: da meno di due mesi erano in vigore le due misure bandiera del primo Governo Conte, il gialloverde, grazie al decreto 4 del 2019 che aveva diviso a metà i 14 miliardi all’anno previsti per finanziare il reddito di cittadinanza caro ai Cinque Stelle e Quota 100 voluta dalla Lega.
In quel caso fu proprio il Carroccio a volare al 34,26% con quasi 9,2 milioni di voti, altezze inedite prima e mai ripetute poi. E anche allora a dominare la scena fu il disavanzo, creato a sportellate con Bruxelles, anche se poi i saldi reali riuscirono a riportarlo all’1,6% del Pil voluto in origine dall’allora ministro dell’Economia Giovanni Tria e raggiunto grazie a stime iniziali molto larghe sulla spesa; perché altrove tenere i conti in ordine è un punto d’onore, da noi invece la maggioranza volle esibire il deficit come si fa coi muscoli.
I miliardi di spesa pubblica sono volati fitti anche negli ultimi mesi. Ma si è trattato di quelli già spesi, e in larga parte imprevisti, dal Superbonus pensato dal Governo Conte-2 e poi prorogato dall’Esecutivo Draghi, che ha fatto volare il deficit 2023 al 7,4% del Pil e ora ricade a botte di quasi 40 miliardi l’anno sul debito del 2024-26.