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Le news su Berlusconi, Gubitosi, Musk, Santanchè, Violante e non solo

Che cosa si dice e che cosa non si dice su Berlusconi, Gubitosi, Musk, Santanchè, Violante e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

LA SINFONIA DEL GIORNALE PER I BERLUSCHINI

 

IL PENSIERO TEUTONICO DI MUSK

 

LA PRIVACY DEI MASSONI

 

L’ECCENTRICO LIBERISMO DELLA FONDAZIONE EINAUDI

 

COME E’ STATO EVITATO IL ROSSO DELLA LUISS

 

LE RECENSIONI FARLOCCHE SUI RISTORANTI SARANNO INFORNATE

 

LE REGIONI CI SALVERANNO CON NUOVI TAXI?

 

I PERENNI DOLORI DI STELLANTIS

 

LE NUOVE PENE DI SANTANCHE’

 

COME VA LA CASSA CON SCANNAPIECO

 

ISPI RINGRAZIA I SOCI ISPI

 

LE SINERGIE LEONARDO-MULTIVERSITY APPARECCHIATE DA UN VIOLANTE MULTITASKING

 

CENA DI TRAVERSO

 

CARTOLINE DA BRUXELLES

 

 

QUISQUILIE & PINZILLACCHERE

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU TAXI E NCC:

Le Regioni possono rilasciare licenze per il noleggio con conducente, a patto di metterle a gara. Con la sentenza 206/2024 depositata ieri (redattore Antonini) la Corte costituzionale chiude una complessa vicenda che ha opposto la Regione Calabria alla presidenza del Consiglio, e che soprattutto ha permesso di andare a fondo delle conseguenze del deficit strutturale di concorrenza nel trasporto pubblico non di linea.

La storia nasce nell’aprile del 2023, quando la Calabria con la legge regionale 16 ha autorizzato fino a 200 nuove vetture a noleggio con conducente affidandole direttamente a Ferrovie della Calabria srl, azienda in house della Regione. Nella decisione di ieri i giudici delle leggi stabiliscono che la decisione di rilasciare le nuove licenze è corretta, mentre non lo sono le modalità attuative che dribblano il passaggio invece obbligatorio della gara pubblica. Ma il punto, si diceva, è più complesso.

La decisione depositata ieri stabilisce prima di tutto che le Regioni possono intervenire direttamente nel rilascio delle autorizzazioni, superando la competenza esclusiva comunale prevista dalla legge 21 del 1992 (articoli 5 e 8). E lo fa giudicando «la rigida previsione contenuta nella risalente disciplina introdotta nel 1992 cedevole rispetto a successive leggi regionali che definiscano un assetto più articolato e attuale, in funzione della tutela di un livello di interessi che riguarda importanti potenzialità di sviluppo dell’intero territorio regionale». La possibilità è offerta dalla riforma del Titolo V del 2001, che pur essendo ormai datata è comunque intervenuta dopo l’archeologica legge del 1992. Già in altri settori, per esempio nel commercio, la Consulta aveva

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI REPUBBLICA SU CDP:

In tre anni la gestione della Cassa Depositi e Prestiti di Dario Scannapieco ha riportato il capitale disponibile a 2 miliardi dai 300 milioni lasciati dal predecessore Fabrizio Palermo, grazie a un miliardo di dismissioni e a minori dividendi distribuiti. I crediti nello stesso periodo sono aumentati del 14%, le risorse mobilitate sono già arrivate a 69 miliardi contro i 65 previsti, il tutto grazie a una struttura che è rimasta snella, il rapporto cost/income è al 10%. Tutto ciò, grazie anche all’aumento dei tassi di interesse che ha permesso di remunerare molto meglio i circa 250 miliardi di risparmio depositati sul conto corrente di tesoreria per stabilizzare il debito pubblico, e che ha consentito per la prima volta alla Cdp di superare i 3 miliardi di utile netto nell’esercizio 2023. Numeri che probabilmente hanno avuto un peso nella riconferma di Scannapieco alla guida operativa della Cdp, avvenuta la scorsa estate.
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