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Barbano

Le news su Barbano, Caltagirone, Dagospia, Vespa e non solo

Che cosa si dice e che cosa non si dice su Barbano, Caltagirone, Dagospia, Reputation Manager, Vespa e non solo

 

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LE NEWS DEL MESSAGGERO DI CALTAGIRONE

EVVIVA LA REPUTESCION DEI MANAGER

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GLI SCHIZZI DELL’OPEC

LE CARNI BIANCHE NON VANNO IN BIANCO

CALCIO FEMMINILE NEL PALLONE?

CARTOLINA DALLE MALDIVE

CARTOLINA DAGLI STATI UNITI

CARTOLINA DALLA FRANCIA

IL MESSAGGINO DELL’FBI

CHE COSA FORNIRÀ L’ITALIA ALL’UCRAINA (DOPO LE EUROPEE…)

GIORNALISMI

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI REPUBBLICA SUL QUOTIDIANO IL MESSAGGERO:

Un editoriale non gradito, perché troppo europeista e critico nei confronti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Ma anche l’intenzione di puntare molto sulla politica nazionale e fare una serie di interviste ai leader a ridosso del voto per le Europee solo dal vivo e non con domande e risposte scritte: anche a rischio di esclusioni eccellenti se i vertici dei vari partiti si rifiutano di fare interviste dal vivo. Ci sarebbero queste motivazioni alla base del siluramento, improvviso, del direttore del Il Messaggero Alessandro Barbano in piena campagna elettorale e nonostante la nomina arrivata poco più di un mese fa per volere di Azzura Caltagirone. Una decisione, quella di revocare l’incarico a Barbano, presa infatti da padre di Azzurra, Francesco Caltagirone.

L’editore non avrebbe gradito l’editoriale pubblicato in prima pagina ieri da Barbano: un editoriale molto europeista che invita la premier Giorgia Meloni a puntare sull’Unione europea e che manda messaggi anche al vicepremier. A quel Matteo Salvini che sta portando avanti una campagna contro l’Europa tanto che dalla Lega sono partite bordate anche contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha invitato a essere «più europeisti». «Fare l’Europa non vuol dire contrapporsi agli altri o chiudersi nei confini», scrive Barbano citando il governatore di Bankitalia Fabio Panetta. «Fare davvero l’Europa significa individuare la giusta misura del rapporto tra valori e prezzo dei diritti… Se queste sono le coordinate della sfida è lecito chiedersi in che misura possono farne parte e giocarla insieme quei soggetti politici che chiedono più Europa e quelli che, come Giorgia Meloni, vogliono cambiarla». Poi la stoccata sia a Meloni ma soprattutto a Salvini: «Per questo è giusto dire, come fa il capo dello Stato, che con il voto dell’8 giugno consacriamo la sovranità europea, che non è alternativa a quella nazionale».

Dopo questo editoriale pare che ci siano state telefonate di fuoco tra il direttore e l’editore, che comunque non avrebbe gradito anche altri passaggi della direzione di Barbano: l’idea di puntare molto sulla politica nazionale a discapito della cronaca; e l’ipotesi di intervistare tutti i leader, anche dell’opposizione, prima del voto e senza domande e risposte scritte. Secondo una prima ricostruzione di Dagospia Barbano si sarebbe rifiutato di fare una intervista con domande scritte alla premier Giogia Meloni.

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