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Le guerre in 10 mappe

“Le 10 mappe che spiegano il mondo” di Tim Marshall letto da Tullio Fazzolari

L’unica certezza, dopo ormai quattro mesi, è che la guerra continua. Quasi ogni giorno si ha notizia di millantati successi russi e di probabili contrattacchi ucraini. Nulla è chiaro sugli sviluppi del conflitto mentre è evidente che qualunque trattativa di pace stenta a partire. Ma, com’è comprensibile, l’attenzione mondiale è tutta concentrata sull’Ucraina e così rischiano di passare in secondo piano altri avvenimenti che minacciano lo scenario politico internazionale. Affiorano alleanze inquietanti come quella fra Russia e Iran. La Libia è di nuovo in fiamme. La Cina non recede dall’intenzione di annettersi Taiwan. E di conseguenza il Giappone, che è già la quinta potenza militare del mondo, vara un gigantesco programma di armamenti.

“Le 10 mappe che spiegano il mondo” di Tim Marshall (Garzanti, 324 pagine, 15 euro) fa conoscere quali sono i focolai che potrebbero compromettere gli equilibri mondiali. Non ci sono nel libro previsioni catastrofiche. Anzi, si auspica che non accada mai nulla. Ma si fornisce una bussola per orientarsi nell’enorme e spesso caotica mole dell’informazione quotidiana. Per esempio, leggendo un titolo che parla delle isole Senkaku consente di capire che si tratta del contenzioso fra Cina e Giappone che coinvolge però anche Taiwan e Stati Uniti. E’ il tipo di back ground  che è mancato prima dell’aggressione russa all’Ucraina quando, per dirla tutta, non erano in molti a sapere dove si trova il Donbass.

Marshall, giornalista inglese che è stato inviato di guerra e commentatore di politica estera per la televisione, vanta una lunga competenza acquisita sul campo durante la quale si è convinto che senza una conoscenza della geografia non si è in grado di capire la storia e nemmeno l’attualità per non parlare delle complesse strategie internazionali. E per risolvere il problema Marshall usa in tutti i suoi libri il metodo delle “mappe”. Senza sminuire il suo lavoro si potrebbe dire che ha rivalutato e reso adeguato ai tempi il vecchio sistema dell’atlante storico che si usava a scuola. Operazione tutt’altro che banale e, soprattutto, di grande utilità perché rende più accessibile la geopolitica.

Con “Le 10 mappe che spiegano il mondo” (che in pochi anni ha avuto ben diciassette edizioni) Marshall descrive altrettante aree di criticità per gli internazionali. Si parte dalla Russia di cui per altro si era occupato recentemente con un altro saggio sulla guerra in Ucraina. Ma di fatto non c’è angolo del pianeta che possa sentirsi completamente al riparo dai rischi. L’Europa ha problemi interni che, dietro una facciata di unanimità, riaffiorano ogni volta che si verificano difficoltà. Gli Stati Uniti devono decidere come riposizionarsi nel ruolo di superpotenza. La Cina non sa come conciliare le ambizioni di crescita economia con quelle di espansione territoriale. Perfino il Polo Nord va monitorato: l’unica attrezzata per controllarlo è la Russia ma considerata l’importanza strategica dell’Artide sarebbe una minaccia per il resto del mondo. E probabilmente prima di leggere Marshall non se ne era accorto nessuno.

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