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Centrodestra

Le contraddizioni anti italiane e anti governo sui migranti

Le opposizioni in Italia appoggiano la Francia? La nota di Paola Sacchi

 

Che Giorgia Meloni si farebbe dettare la linea da Matteo Salvini, suo vicepremier, e che un tweet del leader leghista e ministro delle Infrastrutture abbia particolarmente inciso sulla crisi con la Francia, appaiono da parte di esponenti delle opposizioni, da Emma Bonino a Carlo Calenda, più che argomentazioni un tentativo di demonizzare al solito Salvini (l’ex ministro dell’Interno che ridusse gli sbarchi ed è finito a processo), per tentare di farne un capro espiatorio. E cercare di dividere la maggioranza. Ma soprattutto sembra un arrampicarsi sugli specchi, a fronte di uno scontro di rilievo europeo dove Pd, +Europa e Terzo polo fanno la parte dello spettatore. Senza avanzare proposte per la soluzione della crisi migratoria.

Se rappresentanti del Pd sembrano paradossalmente tifare per la Francia di Macron, dove esponenti socialisti si ritrovano di fatto insieme a forze di destra contro il rispetto delle regole stabilite nella Ue per l’accoglienza, Calenda e Bonino, comunque, criticano la Francia per le accuse molto pesanti rivolte all’Italia.

Ieri lo stesso Salvini è sceso in campo per ribadire: “Sono in totale sintonia con quello che il presidente Meloni e il ministro Piantedosi stanno facendo. Inutile che cerchino di farci litigare, non hanno capito”. E ha lanciato una stoccata: “Spiace che le opposizioni tifino contro l’Italia”.

Al di là di eventuali errori comunicativi del governo, accusato di enfatizzazione dell’iniziale sì francese all’accoglienza della nave Ong Ocean Viking, di eventuali “incomprensioni” (Meloni ha ricordato di aver detto solo un “grazie” alla Francia, che non ha smentito l’impegno per molte ore), toni e risposte d’Oltralpe sono andati molto oltre.

La sostanza è che, come ha detto Meloni, la Francia disattende gli accordi, dei 3500 migranti che erano nelle intese sono stati accolti 38.

Il punto è che le opposizioni si muovono come se non abbiano ancora accettato il responso elettorale e non abbiano letto il programma unitario del centrodestra nel quale si ribadisce la linea ferma sulla necessità di rimettere sotto controllo l’immigrazione clandestina, con l’Italia che nel corso dell’anno ha accolto 90.000 migranti.

Se Salvini ha battuto di più il tasto sui suoi decreti sicurezza fatti al Viminale, con l’allora capo di gabinetto e oggi successore all’interno Matteo Piantedosi, Meloni ha insistito sulla richiesta di accordi con I Paesi africani dove selezionare le richieste. Ma nella sostanza, sempre linea ferma sull’argomento.

Quel programma è stato sottoscritto anche da Forza Italia che con Silvio Berlusconi ha usato sul tema sempre fermezza ma toni declinati in modo diverso, forse più diplomatici e con maggiori accentuazioni sull’aspetto umanitario. Ma, andando sempre alla sostanza dell’obiettivo di riporre la questione sotto controllo, i leader della coalizione sono d’accordo. Antonio Tajani, ministro degli Esteri, vicepremier con Salvini, e coordinatore azzurro ha subito giudicato quella francese una “reazione sproporzionata”. Di cui la stessa premier si è detta colpita per “l’aggressività”. Tajani è vicepresidente del Ppe, di cui Manfred Weber è il leader che significativamente è giunto a Roma a portare solidarietà a Meloni e il suo governo, lanciando il monito che “l’Italia non deve essere lasciata sola, serve la solidarietà di tutti”.

Il presidente del Ppe, di cui Forza Italia è il principale partito italiano, di fatto ha lanciato così in Europa anche una sfida egemonica alle forze di destra che come è accaduto in Francia non si mostrano poi nei fatti solidali con le richieste di accoglienza del governo italiano a sua volta di centrodestra o di destracentro che dir si voglia.

Isolate, intanto, le voci che si levano dal centrosinistra, come quella autorevole dell’ex ministro dell’Interno, il dem Marco Minniti, oggi alla guida della Fondazione MedOr, in passato criticato anche nel suo stesso partito, che, in un’intervista a La Stampa riconosce la validità del tema del rispetto delle regole degli accordi Ue per l’accoglienza, pur criticando il centrodestra perché, a suo avviso, si muove soprattutto “sull’onda dell’emergenza”, mentre “è necessario un piano per l’Africa”. Parole quelle di Minniti apprezzate dal sottosegretario leghista all’Interno, Nicola Molteni. E Salvini ricorda anche gli appelli del “Papa e di Mattarella” per l’assunzione di responsabilità di tutta la Ue.

Mentre la Francia con il ministro degli Esteri Catherine Colonna lancia nuove accuse all’Italia, il cui comportamento viene giudicato “inaccettabile”, l’Italia e gli altri Paesi del Mediterraneo, Grecia, Cipro, Malta, con il ministro Piantedosi e i suoi omologhi all’Interno dei rispettivi stati, emettono una nota comune in cui pongono un alt ad una situazione che li ha lasciati “soli” ad affrontare il problema. Ma si dissocia la Spagna del premier socialista Pedro Sanchez. Un Paese che però anche con il socialista José Luis Zapatero si è distinto per una linea molto dura per il rispetto delle frontiere. E i confini dell’Italia, punta Sud dell’Europa nel Mediterraneo, coincidono con quelli dell’Europa, come Meloni e esponenti della maggioranza come l’azzurro Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, hanno ricordato.

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