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Le 3 encicliche di Papa Benedetto XVI

Durante i suoi 8 anni di Pontificato, Joseph Ratzinger ha promulgato tre lettere encicliche sui temi di Dio come amore ('Deus caritas est'); sul valore della speranza ('Spe salvi'); e sulla giustizia sociale ('Caritas in veritate'). Ecco sintesi e testi integrali

 

Durante i suoi 8 anni di Pontificato, Joseph Ratzinger ha promulgato tre lettere encicliche sui temi di Dio come amore (‘Deus caritas est’); sul valore della speranza (‘Spe salvi’); e sulla giustizia sociale (‘Caritas in veritate’).

La prima enciclica di Papa Benedetto XVI

‘Deus caritas est’ (Dio è amore), in 42 paragrafi, è del 2006: tratta dell’essere umano che, creato a immagine di Dio che è amore, è in grado di fare esperienza dell’amore; dare se stesso a Dio e agli altri (aga’pe), ricevendo e vivendo l’amore di Dio nella contemplazione. Questa vita di amore è visibile nell’esempio della vita dei santi come madre Teresa di Calcutta e la Vergine Maria, ed è la direzione che i cristiani abbracciano quando credono che Dio li ama in Gesù Cristo.

La prima parte è stata scritta da Benedetto XVI in tedesco, nella sua lingua madre, nell’estate del 2005, mentre la seconda metà si dice sia stata ricavata da scritti incompleti lasciati dal suo predecessore, papa Giovanni Paolo II. L’enciclica era stata firmata da Papa Ratzinger il giorno di Natale del 2005, tuttavia fu promulgata in latino soltanto un mese dopo. è stata tradotta in italiano, inglese, francese, tedesco, polacco, portoghese e spagnolo. Inoltre è la prima enciclica a essere pubblicata da quando la Santa Sede ha richiesto il diritto d’autore sugli scritti ufficiali del Pontefice.

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La seconda enciclica di Papa Benedetto XVI

‘Spe salvi’ (Salvati nella speranza), tratta la virtù della speranza ed è stata pubblicata il 30 novembre 2007. Partendo dalle definizioni presentate nei testi paolini, petrini, e da alcuni padri della Chiesa, Benedetto XVI mette a confronto la speranza cristiana, che consente di sperimentare gia’ nel presente quel che ancora attende dal futuro, con le forme moderne di speranza basate invece sulle conquiste tecnologiche o sulla politica; quindi la fiducia in Dio che viene sostituita dalla fede nel progresso.

Ma le speranze terrene – mette in evidenza l’enciclica – oltre ad essere proiettate in un ipotetico quanto incerto futuro, anche quando vengono realizzate diventano gia’ superate, non riuscendo per loro natura a dare quella gioia che puo’ venire solo da una prospettiva infinita, quale è offerta appunto da Dio tramite Cristo.

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La terza enciclica di Papa Benedetto XVI

‘Caritas in veritate’ (L’amore nella verità), è stata firmata il 29 giugno 2009, festa dei santi Pietro e Paolo, e pubblicata il 7 luglio 2009. In essa il Papa ha voluto proseguire gli insegnamenti della Chiesa in seno alla giustizia sociale. Ha rilevato che da molto tempo si è aggiunta anche l’economia “all’elenco dei campi in cui si manifestano gli effetti perniciosi del peccato”, e ha invitato i cristiani a riscoprire l’etica delle relazioni commerciali ed economiche.

Nel contesto dell’enciclica, Benedetto XVI ha duramente criticato gli eccessi dell’accumulazione capitalista e richiamato alla necessita’ di uno sviluppo integrale degli individui come lavoratori e dell’economia come strumento di contribuzione al bene comune.

Nel quadro della lettura ratzingeriana dei cambiamenti socio-economici, che si inserisce in decenni di sviluppi e ragionamenti della dottrina sociale cattolica, l’economia contemporanea rischia di privare l’uomo della sua centralità nel creato, nell’azione sociale e nello sviluppo integrale delle comunita’. Compito dell’uomo, quindi, è proteggere tale centralità e l’impostazione valoriale, di matrice cattolica, che la nobilita; nonchè garantire la prevalenza delle logiche di comunità sulla ricerca fine a sè stessa del profitto.

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