L’attacco in Israele “ha raggiunto tutti i suoi obiettivi”, ha detto il capo delle forze armate dell’Iran. Israele afferma invece di aver abbattuto il 99% dei droni e dei missili, un successo garantito dal sostegno della contraerea di Usa, Gran Bretagna e Giordania. Ma secondo l’Ispi “l’Iran ha cercato ancora una volta di evitare uno scontro totale con Israele”. E Andrea Margelletti, presidente del Cesi, chiosa: “Gli iraniani si sono tenuti a un livello medio di risposta e hanno detto che per loro, se Israele non risponde, è finita qui perché l’azione è legata ai fatti di Damasco e non a Gaza”.
Ma quindi l’attacco dell’Iran contro Israele è stato un successo o un flop?
Ecco fatti, analisi e approfondimenti.
LA REAZIONE DELL’IRAN CONTRO ISRAELE
L’atteso attacco iraniano su Israele, come rappresaglia per il raid dello Stato ebraico sul consolato di Teheran a Damasco, è stato effettuato nella notte. Il portavoce dell’Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha affermato che il 99% dei circa 300 proiettili lanciati dall’Iran contro Israele durante la notte sono stati intercettati dalle difese aeree. “Si tratta di un risultato strategico molto significativo – ha dichiarato – la minaccia iraniana si è scontrata con la superiorità aerea e tecnologica dell’Idf”. Le forze di difesa israeliane hanno spiegato che Teheran ha lanciato circa 170 droni contro Israele, e nessuno è entrato nello spazio aereo dello Stato ebraico. Inoltre sono stati lanciati 30 missili da crociera e 120 missili balistici. Alcuni fra questi hanno raggiunto la base aerea di Nevatim nel sud di Israele che ha subito “lievi danni” alle infrastrutture, ma continua a svolgere i suoi compiti.
CHE COSA DICE ISRAELE
“Li abbiamo intercettati, li abbiamo respinti. Insieme vinceremo”, ha scritto sui social il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Il servizio di emergenza israeliano ha affermato che non ci sono segnalazioni di feriti “diretti” a causa degli attacchi iraniani ma 31 persone sono state curate per aver subito ferite lievi mentre si dirigevano verso i rifugi o che hanno avuti attacchi di panico durante gli attacchi di droni e missili.
LE PAROLE DI BIDEN
Il presidente americano Joe Biden ha ribadito che il sostegno americano a Israele è “incrollabile” ma, allo stesso tempo, ha precisato che gli Stati Uniti non sosterranno alcun contrattacco israeliano contro l’Iran dopo l’azione di questa notte. Appelli alla moderazione sono arrivati anche dall’Unione Europea e dalla Cina. Pechino ha espresso “profonda preoccupazione” per l’escalation e ha chiesto ai Paesi “influenti” nella regione di svolgere un ruolo costruttivo per la pace. Intanto la Presidenza italiana del G7 ha convocato per il primo pomeriggio di oggi una videoconferenza a livello leader, per discutere dell’attacco iraniano contro Israele.
LA POSIZIONE DELL’IRAN
L’Iran, tramite una lettera inviata dal suo rappresentante alle Nazioni Unite, ha dichiarato che l’azione è stata portata avanti “sulla base dell’articolo 51 dell’Onu relativo alla legittima difesa”. Per Teheran la questione “può dirsi conclusa” ma “se il regime israeliano dovesse commettere un altro errore, la risposta dell’Iran sarebbe notevolmente più severa” e porterebbe a un conflitto con “il regime canaglia israeliano”, dal quale gli Stati Uniti “devono stare lontani”.
L’ANALISI DELL’ISPI
L’effetto sortito dall’attacco iraniano sembra essere stato molto limitato, ha commentato l’Ispi nel suo focus a caldo dopo la mossa iraniana. “L’attacco iraniano di sabato notte è stato una risposta poco più che simbolica agli oltre 30 comandanti dei pasdaran uccisi da Israele in Siria dal 7 ottobre a oggi – si legge nell’analisi dell’Ispi – La scelta iraniana di attaccare con missili e droni direttamente dal proprio territorio, senza appoggiarsi a paesi più vicini a Israele – come la Siria – ha permesso a Tel Aviv di intercettare e abbattere con più facilità la gran parte della minaccia iraniana. Questo sembra suggerire che, nonostante l’attacco fosse per Teheran inevitabile, l’Iran ha cercato ancora una volta di evitare uno scontro totale con Israele. Se da un lato l’abbattimento dei droni e missili terra-terra iraniani potrebbe contenere la reazione israeliana, dall’altro l’impegno diretto di Teheran nel conflitto regionale ha portato le piazze arabe e musulmane a vedere nell’Iran il loro nuovo campione. Dall’operazione di sabato notte la Repubblica islamica ottiene un importante ritorno di immagine che potrebbe spendere nei prossimi mesi/anni allargando il soft power del cosiddetto “Asse della resistenza””.
I COMMENTI DI MARGELLETTI E ALEGI
“Quando si lancia un attacco di questa portata non si può parlare di azione dimostrativa ma c’è anche l’altra squadra. Gli iraniani si sono tenuti a un livello medio di risposta e hanno detto che per loro, se Israele non risponde, è finita qui perché l’azione è legata ai fatti di Damasco e non a Gaza. Quindi saranno i prossimi passi di Israele a dettare il futuro della situazione”, ha affermato a LaPresse Andrea Margelletti, presidente Cesi.
Dei 300 droni/razzi lanciati da Iran, pochissimi hanno colpito Israele. (1) chiara superiorità tecnologica Israele; (2) importante collaborazione USA e UK, ma anche Giordania e Arabia Saudita; (3) politica aggressiva a 360° isola Iran; (4) Israele ha più amici quando si difende.
— Gregory Alegi (@gregalegi) April 14, 2024