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L’accordo Italia-Albania? Ottimo, nessuna criticità. Parla il prof. Esposito (Luiss)

Conversazione di Start Magazine con Mario Esposito, docente di Diritto costituzionale all'università Luiss, sull'accordo Italia-Albania

Il governo italiano di centrodestra e quello albanese (socialista) hanno siglato un accordo che prevede l’apertura di due centri di detenzione sul territorio albanese, che ospiteranno migranti, persone intercettate o soccorse in mare dalle navi italiane. A questo discusso accordo l’ufficio studi di Fratelli d’Italia ha dedicato un convegno pressol ‘Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato, che ha visto la presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dell’ambasciatore d’Italia in Albania Fabrizio Bucci, del costituzionalista Mario Esposito, e dell’eurodeputato di FdI e copresidente di Ecr Nicola Procaccini.

ACCORDO ITALIA-ALBANIA: “NON CI SONO CRITICITÀ”

“Sarebbe meglio parlare di questo accordo dopo averlo ponderato attentamente – dice il professor Esposito a Startmag -. Io non vedo grandi profili critici. Da un lato c’è l’accordo, dall’altro ci sono le norme previste per l’esecuzione e il coordinamento, predisposte proprio per far sì che l’esecuzione di questo trattato si inserisca nel resto dell’ordinamento, proprio a garanzia dei migranti”. Le imprecisioni circolate su questo accordo sarebbero numerose, secondo il costituzionalista: “Da punto di vista giuridico stiamo ascoltando tante imprecisioni, mi sembra che non ci sia una conoscenza approfondita del testo o che lo si legga in maniera volutamente deformata. Ho sentito dire che questo accordo determinava la violazione del divieto di respingimento, che determinava la deportazione degli immigrati. Cose, veramente, fuori dal perimetro normativo”.

LA GIURISDIZIONE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA È ITALIANA

La giurisdizione sui centri di accoglienza sarà italiana. Dubbi sul confine delle competenze dell’Italia e di quelle dell’Albania? Nemmeno uno. “È scritto con chiarezza. La tutela dell’ordine pubblico è competenza dello Stato italiano. Al di fuori del perimetro è dello Stato albanese. Ne parlo con riferimento alle norme – asserisce il prof. Esposito -. È un atto di grande cooperazione tra paesi. Perché l’Albania sta permettendo allo Stato italiano lo svolgimento di attività di supremazia sul proprio territorio, permettendo che si applichi il diritto italiano ed europeo. Questo è scritto a chiare lettere nell’accordo. I tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, sono quelli dello Stato italiano. Parliamo, quindi, di un aumento temporaneo del territorio italiano. In questo modo il nostro paese potrà svolgere più efficientemente l’attività che l’Italia è tenuta a svolgere, sia per ragioni costituzionali che per ragioni di normativa europea: il controllo delle frontiere e l’accoglienza delle persone. Salvo, poi, verificare se abbiano diritto al riconoscimento dello status di rifugiato o se abbiano altro diritto di rimanere e circolare sul territorio italiano. A me sembra che questo trattato sia un testo normativo garantista”.

UN UNICUM NEL PANORAMA INTERNAZIONALE 

Ci sono esempi analoghi in altre legislazioni? No, non ci sono. “È un esperimento sfidante, anche in sede giuridica. Perché riprende un vecchissimo Istituto di diritto internazionale, quello della concessione in uso del proprio territorio, da parte di uno Stato ad un altro Stato, per svolgere attività privatistiche, economiche oppure, come in questo caso, di diritto pubblico – spiega il docente di Diritto costituzionale alla Luiss -. Non era mai stato sperimentato per questioni migratorie. Mi preme sottolineare che l’accordo tra Regno Unito e Ruanda è tutt’altra cosa. Qui noi assumiamo territorio in gestione pubblicistica per lo svolgimento delle attività relative al governo dei flussi migratori. E il trattato si fa carico di precisare l’equiparazione del territorio albanese nel quale insisteranno i centri di accoglienza, al territorio italiano. In questo senso è un unicum”.

L’ACCORDO ITALIA-ALBANIA NON È L’ACCORDO REGNO UNITO – RUANDA

L’accordo tra Italia e Albania è stato affiancato a quello tra Regno Unito e Ruanda, paese nel quale, da diversi mesi, il Premier Sunak sta cercando di esternalizzare la gestione di alcuni richiedenti asilo che arrivano sulle sue coste. “L’accordo Italia-Albania fa proprio il contrario: pezzi di territorio albanese saranno legittimamente in uso allo Stato italiano per l’esercizio di funzioni pubbliche – sottolinea Esposito -. La supremazia territoriale, ai fini dell’attività di migrazione, su quel territorio la svolge lo Stato italiano, quindi, quei centri di accoglienza sono assimilati a una parte di territorio italiano”. Questo accordo comporta un temporaneo accrescimento del territori italiano, proprio l’opposto di quello che succede in Ruanda dove il Regno Unito respingeva i migranti lasciava il governo ruandese applicare le sue norme.

DECRETO CUTRO: LA DECISIONE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA NON HA EFFETTI SULL’ACCORDO ITALIA-ALBANIA

Dalla prima sezione della Corte di giustizia europea è arrivata una frenata sul decreto Cutro: per i giudici del Lussemburgo non ci sono i presupposti per decidere “con urgenza” sui trattenimenti di migranti nel Cpr di Pozzallo, nel rispetto del “decreto Cutro”, ma non convalidati dal Tribunale di Catania e di Firenze. “Su questo tema ho ascoltato delle affermazioni che mi hanno lasciato stupefatto come giurista – spiega il prof. Esposito -. La Corte di giustizia, per ora, ha deciso di non adottare procedura di urgenza per la decisione di una questione interpretativa. Quindi non sappiamo come deciderà ma sappiamo che è stata impugnata in un giudizio”. Il ministero dell’Interno, infatti, ha incaricato l’Avvocatura dello Stato di ricorrere in Cassazione. “La Cassazione dovrà decidere su questo provvedimento e sui provvedimenti sottostanti – conclude il pro. Esposito -.  Non vedo come si possa sostenere che una eventuale decisione della Corte di giustizia possa portare ad espungere il decreto Cutro e addirittura ad avere effetto diretto sull’accordo Italia – Albania. La Corte di giustizia, per il momento, ha preso una decisione puramente di processo. Siamo nell’ambito di una normativa diversa da quella che riguarda l’accordo Italia – Albania”.

Peraltro, quello che la Cassazione sta contestando riguarda, non il fatto che il decreto Cutro preveda una cauzione, o una multa, per i migranti (perché era già prevista dalla normativa europea) ma che la cauzione sia una misura unica, fissa e non graduata a seconda delle condizioni del richiedente. “Se pure dovesse, mi perdoni il termine, “saltare” il decreto Cutro, cosa vuol dire, che viene meno l’accordo Italia-Albania? Tra l’altro il ministro ha detto che stanno già lavorando a una graduazione e questo farà venire meno la ragione del contendere”.

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