Pochi giorni fa, il 14 settembre, sarebbe stato il compleanno di Tiziano Terzani. Lui non c’è più da quasi vent’anni ma non lo hanno dimenticato quelli che hanno letto i suoi articoli o i suoi libri e nemmeno chi ha avuto il privilegio di conoscerlo per lavoro. Per tutti Terzani era il reporter eccezionale che aveva descritto meglio di chiunque altro la caduta di Saigon e la fine della guerra in Vietnam. E poi lo scrittore di rara sensibilità di “Un indovino mi disse”. Ma era soprattutto una grande persona per cultura e signorilità dei modi.
Senza giri di parole: uno dei migliori e non soltanto nel giornalismo. Aiuta a capirlo “L’età dell’entusiasmo”, scritto da sua moglie Angela Terzani Staude (Longanesi, 400 pagine, 25 euro). Il sottotitolo, “La mia vita con Tiziano”, potrebbe far pensare a un libro quasi autobiografico ma sarebbe un’interpretazione sbagliata. In realtà, è il racconto di un’esistenza sempre vissuta in due. Di fatto la storia di una famiglia come, forse, dovrebbero esserlo tutte e invece non ce ne sono molte. Angela e Tiziano si conoscono a Firenze quando hanno entrambi circa diciotto anni. Vengono da mondi diversi. Lei da un ambiente colto di artisti e intellettuali. Lui ha alle spalle l’officina meccanica del padre ex partigiano e la cultura se l’è guadagnata con il massimo dei voti sui banchi di scuola. Il rapporto resiste a una prima lunga lontananza quando Angela frequenta l’università in Germania e Tiziano la Normale di Pisa. E’ una prova di solidità che si ripeterà sempre e in circostanze ben più difficili come nei mesi in cui Terzani è sui campi di battaglia vietnamiti e sua moglie nella casa di Singapore.
L’Asia, le corrispondenze di guerra e i pericoli non compaiono subito nella loro vita. Appena dopo la laurea, per ragioni familiari, Terzani deve mettersi a lavorare rinunciando a borse di studio interessanti. Con il suo curriculum universitario non gli è difficile trovare rapidamente un buon impiego. E non è un’azienda qualsiasi quella che lo assume: è quella guidata da un genio come Adriano Olivetti, è un’industria all’avanguardia nella tecnologia tanto da far paura ai colossi americani ma è anche una realtà con grandi valori morali e un’attenzione al sociale che non uguali. Il che s’intreccia alla perfezione con gli ideali in cui crede Terzani. La sua carriera inizia in maniera brillante. Ma il suo sogno non è stare dietro una scrivania.
Il grande cambiamento arriva grazie a un viaggio di lavoro in Sudafrica. Terzani inizia a fare foto e a scrivere articoli. Sono i suoi primi reportage. Collabora con varie testate ma la vera svolta avviene all’inizio degli anni ’70 quando “Der Spiegel” lo incarica di aprire l’ufficio di corrispondenza a Singapore da cui dovrà seguire tutto l’Estremo Oriente. A cominciare dalla guerra in Vietnam. Non è un cambiamento facile. Soprattutto per Angela. Ma è un nuovo inizio. Non soltanto di una brillante carriera ma soprattutto di una diversa vita insieme che li porterà ad affrontare viaggi e spostamenti. Sempre con quel grande entusiasmo fatto di solidarietà e serenità che ad Angela e Tiziano Terzani non è mai mancato.