Tre gruppi di leader si dividono sulle politiche migratorie – Il Consiglio europeo di domani potrebbe concludersi senza conclusioni sul tema delle politiche migratorie. Per i capi di stato e di governo “è la discussione più sensibile”, ci ha detto ieri un alto funzionario dell’Ue: “ci sono punti di vista diversi nella stanza”. Secondo il funzionario, ci sono “tre gruppi dentro il Consiglio europeo. Quelli che pensano che si devono adottare conclusioni dettagliate per inviare un messaggio chiaro su cosa fare. Il secondo campo vuole menzionare solo alcune questioni generali. Alcune delegazioni dicono che non vogliono conclusioni”. Nei cinque anni di Charles Michel, il Consiglio europeo non è riuscito ad adottare conclusioni una sola volta: nel giugno del 2023 sul tema delle migrazioni, quando il premier ungherese, Viktor Orban, e l’allora premier polacco, Mateusz Morawiecki, rifiutarono di dare il loro sostegno al nuovo Patto su migrazione e asilo. Giovedì alcuni leader chiederanno di anticipare l’entrata in funzione del Patto. Altre insisteranno sulle partnership con paesi terzi. Altre ancora chiederanno di esplorare soluzioni innovative, in particolare sui rimpatri. Su questi punti “c’è convergenza”, ma “si deve avere l’unanimità”, ci ha detto il funzionario. E “alcune delegazioni potrebbero bloccare solo le conclusioni” del Consiglio europeo. “Ci saranno tensioni politiche e ideologiche”, ha confermato un diplomatico.
Giorgia convoca un caucus sulle politiche migratorie – Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, sta organizzando una riunione ristretta con alcuni altri leader giovedì mattina per coordinare le posizioni da tenere al Consiglio europeo sulle politiche migratorie. Oltre all’Italia dovrebbero partecipare i primi ministri di Danimarca, Paesi Bassi e Polonia.
La Commissione conferma: i “return hubs” di von der Leyen sono illegali – Una portavoce della Commissione ieri ha confermato che i “return hubs” sostenuti dalla presidente Ursula von der Leyen sono illegali, secondo l’attuale legislazione dell’Ue. Ma la Commissione sta comunque valutando la possibilità di rendere “giuridicamente possibile” deportare i migranti irregolari verso paesi terzi, dove dovrebbero essere rinchiusi in campi in attesa di essere effettivamente rimpatriati nel loro paese di origine. In una lettera ai capi di stato e di governo in vista del Consiglio europeo, von der Leyen ha annunciato la sua intenzione di “esplorare” modalità per “sviluppare “return hubs fuori dall’Ue”. “Oggi non è giuridicamente possibile nell’Ue inviare un immigrato illegale in un paese terzo” diverso da quello di origine, ha spiegato la portavoce della Commissione. “Per renderlo possibile, il diritto dell’Ue dovrebbe regolare la possibilità dell’invio forzato di un migrante illegale in un paese diverso dal suo paese di origine (…), È una cosa che stiamo considerando”, ha aggiunto la portavoce. “Questo piano mina indirettamente il diritto all’asilo, la solidarietà e il patto migratorio appena adottato”, ha commentato l’eurodeputata dei Verdi Tineke Strik: “Nella pratica non funzionerà ed è disumano. È incredibile che la Commissione, in quanto “custode dei trattati”, si stia svendendo alle idee tossiche degli Stati membri”.
Gli ingressi irregolari calano del 42 per cento nei primi nove mesi dell’anno – Il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere dell’Unione Europea è sceso del 42 per cento nei primi nove mesi di quest’anno, secondo i dati preliminari pubblicati da Frontex. Da gennaio a settembre il numero di ingressi irregolari è stato di 166 mila. I cali più significativi sono stati registrati sulle rotte dei Balcani occidentali e del Mediterraneo centrale (rispettivamente del 79 per cento e del 64 per cento). Ma una parte dei flussi si è trasferita su altre rotte. La rotta dell’Africa orientale che porta alle isole spagnole delle Canarie ha registrato un aumento del 100 per cento degli ingressi, che sono saliti a oltre 30 mila. Quella Mediterraneo orientale ha registrato un aumento del 15 per cento degli ingressi, con oltre 45 mila attraversamenti. Frontex evidenzia anche un incremento del 192 per cento degli attraversamenti irregolari alla frontiera terrestre orientale con la Bielorussia per un totale di 13 mila ingressi. I dati dell’agenzia dell’Ue mostrano anche un flusso in uscita: nei primi nove mesi dell’anno 47.514 migranti sono stati individuati mentre cercavano di attraversare la Manica per raggiungere il Regno Unito.
(Estratto dal Mattinale Europeo)