Giorgia Meloni invitata da Elly Schlein a maggiore responsabilità e ad abbassare i toni. Sembra di stare in una commedia dell’assurdo, nei tragici giorni dell’assassinio di Charlie Kirk. Parti rovesciate.
Il premier che è stata ripetutamente insultata, bersaglio di offese di stampo sessista, messa a testa in giù sui social da troll di sinistra e pentastellati, senza mai o quasi mai ricevere la solidarietà della leader del principale partito di opposizione sarebbe quindi ora lei – riassumiamo con parole nostre – l’irresponsabile che fomenta l’odio? Eppure non risulta che Schlein abbia fatto neppure un distinguo rispetto ai Cinque Stelle anche di fronte ai gravi insulti di una senatrice pentastellata al ministro degli Esteri, vicepremier, Antonio Tajani. Che durante la festa dei giovani azzurri invita “tutti ad abbassare i toni, a cominciare dal presidente Giuseppe Conte”.
Ma sottolinea, alludendo alla sinistra: “Troppi cattivi maestri. Basta con questo linguaggio violento”. Ma torniamo a Meloni. Il premier non ci sta ed esprime tutta la sua indignazione nei confronti del comportamento di una sinistra, che peraltro, ricorda la cronista, solo dopo ore ha condannato l’assassinio di Kirk, molto legato a Trump. Meloni contrattacca: la sinistra smetta di “giustificare l’odio politico” perché “il clima, anche qui in Italia, sta diventando insostenibile”.
Nel suo intervento alla festa nazionale dell’Udc Meloni parla delle reazioni e commenti seguiti all’assassinio del 31enne attivista, vicino al presidente Usa. Avverte: “L’odio e la violenza politica stanno tornando drammaticamente una realtà, facendo venire molti nodi al pettine. Kirk faceva paura perché quando non hai argomenti temi chi ne ha. Io l’ho visto accadere molte volte. A chi non ha argomenti rimane solamente l’arma della criminalizzazione, l’arma dell’ingiuria, l’arma dell’impresentabilità dell’avversario, l’arma della violenza che inizia sempre come violenza verbale ma qualche volta diventa anche violenza fisica”.
Meloni si indigna per alcuni “spaventosi” commenti come quello di “Piergiorgio Odifreddi, intellettuale della sinistra, che ha detto sparare a Martin Luther King e sparare a un rappresentante Maga non è la stessa cosa”. Ricorda con orgoglio: “Io vengo da una comunità politica che è spesso stata accusata, ingiustamente, di diffondere odio e che è stata accusata, guarda un po’, dagli stessi che oggi tacciono, minimizzano o addirittura giustificano o festeggiano l’omicidio premeditato, intenzionale, a sangue freddo di un ragazzo di 31 anni che aveva la colpa di difendere con coraggio le sue idee”. Poi l’affondo: “Io credo che sia arrivato il momento di chiedere conto alla sinistra italiana di questo continuo minimizzare o addirittura di questo continuo giustificazionismo della criminalizzazione, della violenza nei confronti di chi non la pensa come loro”. “È ora di dire chiaramente che queste tesi sono impresentabili, pericolose, irresponsabili e antitetiche a qualsiasi embrione di democrazia”. Infine, un interrogativo inquietante: “Significa che dobbiamo immaginare di abbassare le pene se si tratta di un esponente di destra perché le sue idee sono ritenute impresentabili?”.
La replica delle opposizioni. “Io sono stata tra le prime a dire che l’assassinio di Kirk è qualcosa di tremendo e che non c’è posto per la violenza nella politica, da qualsiasi parte provenga. Oggi ci ha messo il carico la presidente del Consiglio che addossa a tutta la sinistra la responsabilità di quello che è accaduto. È da irresponsabile alimentare e fomentare ancora un clima incandescente”, attacca la segretaria del Pd Elly Schlein intervenendo alla festa del ‘Fatto quotidiano’. “Siamo assolutamente contro qualsiasi forma di violenza, qualsiasi forma di linguaggio aggressivo, qualsiasi forma di odio. Io invito il governo a moderare i toni, a smetterla, parlo di Tajani, Ciriani, Meloni, di alimentare questo vittimismo, paradossalmente dicendo di abbassare i toni e contribuendo invece ad alzarli”, aggiunge il leader M5S Giuseppe Conte, che non si è ancora scusato con Tajani. Segue il commento di Angelo Bonelli (Avs) che giudica le parole del premier “indegne e gravissime”. E Matteo Renzi: “È l’ora di finirla di strumentalizzare e di fare la vittima su tutto”. E questo anche dopo che un senatore del suo partito Iv ha attaccato per la sua assenza di tre giorni, e senza impegni istituzionali, Meloni in vacanza con la figlia a New York raggiunta con un aereo di linea, in forma privata, a sue spese. E ancora, non è mai arrivata la solidarietà del Pd a Daniele Capezzone, direttore editoriale di “Libero Quotidiano” e al direttore del “Tempo” Tommaso Cerno per le inchieste sui legami di un mondo di sinistra con Hamas e sul fondamentalismo islamico.
Che dire? Non condannare che il presidente del Consiglio venga messa sui social a testa in giù da settori e troll di sinistra e grillini o dare dell'”influencer prezzolato di Israele” al capo della Farnesina, oltre che mandare a processo, ancora in corso, l’altro vicepremier Matteo Salvini, per aver difeso i confini nazionali, sono cose da Paese normale?
Forse sì, purtroppo, per una sinistra che sembra tornata alla deriva “gruppettara” sessantottina. E non riesce a mettere una linea netta contro la violenza, come ebbe il coraggio di fare il vecchio, e dalla parte sbagliata della storia, Pci con violenza e terrorismo, rompendo con “l’album di famiglia”, citato da Rossana Rossanda. E questo a costo del sacrificio di un operaio dimenticato, Guido Rossa ucciso dalle Br, che lui aveva denunciato perché si erano infiltrate in fabbrica.