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Salvini

La sinistra difende l’Italia o la Francia?

La querelle tra Francia e Italia sui migranti e le reazioni dei partiti. La nota di Sacchi

 

Lo scontro si accentua, è il più forte dall’epoca dei gilet gialli quando ci fu una crisi diplomatica causata dell’appoggio alle proteste da parte dei Cinque Stelle. Giorgia Meloni risponde in modo risoluto, ma senza toni di sfida, a Emmanuel Macron e ai ministri d’Oltralpe che, dopo aver la lanciato accuse pesanti, come quella di “disumanità”, invitato di fatto gli altri Paesi Ue a non rispettare i patti dell’accoglienza, ritengono sia “venuta meno la fiducia”. E spediscono gendarmi alla frontiera. Il premier si dice “colpita” dalla reazione “aggressiva, incomprensibile, ingiustificata”. Fornisce le cifre sulla redistribuzione: “L’Italia ha accolto 90.000 migranti, la Francia 38, in Europa 117”. E lancia un monito: “L’Europa vuole isolare l’Italia o gli scafisti?”. Interviene il Capo dello Stato che richiama la necessità per la “crisi migratoria” di “scelte condivise” dell’Europa, di “coesione” nella risposta e pone l’accento su una “politica lungimirante per la Regione Africana”. Sergio Mattarella sottolinea, di fatto rispondendo ai ministri francesi, il valore della “fiducia” nella “casa comune europea”. Suona come una risposta dai toni molto diplomatici a certi toni estremi. E la parte dedicata alla politica per l’Africa è un punto che Meloni e il centrodestra hanno più volte toccato.

Una visita a sorpresa a sostegno del premier è quella del presidente del Partito Popolare Europeo, il tedesco Manfred Weber, sostenitore nella campagna elettorale di Forza Italia, con tanto di visita a Arcore da Silvio Berlusconi, con un endorsement esteso a tutta la coalizione. Weber a colloquio con Meloni a Palazzo Chigi afferma che “l’Italia non può esser lasciata sola dalla Ue”. Una visita la sua che si incunea nello scontro ingaggiato dalla Francia, dove Macron è sotto accusa da parte della destra, con l’Italia. L’uscita di Weber di solidarietà al governo Meloni potrebbe avere anche ripercussioni negli equilibri nella Ue a svantaggio di Macron e il suo gruppo Renew, stretto tra Pse e ora il crescente attivismo del Ppe.

In uno scenario del genere da crisi politica, seppur non ancora diplomatica, spicca la sostanziale assenza politica dell’opposizione di sinistra, da dove attraverso vari esponenti del Pd partono solo accuse a Meloni e al suo governo. Il premier è perfino accusato di essere “contro l’interesse nazionale”. I toni suonano al limite quasi del compiacimento con la Francia. Non una parola sulle soluzioni del dramma migranti. Si discute di congresso, avanza la discesa in campo della vicepresidente dell’Emilia Romagna Elly Schlein, c’è già una lotta sotterranea tra candidati, si parla di diritti, ecologia ma silenzio sulle pesanti accuse francesi all’Italia. Lo stesso Carlo Calenda, pur criticando le “forzature del centrodestra”, afferma di non aver apprezzato certi toni francesi.

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